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Prima di esporre le funzioni dei kata per l’uso e l’allenamento delle armi, c’è un altro punto chiave che dovrebbe essere tenuto a mente, che è l’incoerenza delle applicazioni tradizionali come funzionali per il combattimento a mani nude. Il creatore(i) di Kusanku ha messo semplicemente insieme un set casuale di tecniche di difesa personale incoerenti? Se così fosse, che senso avrebbe studiare un gruppo di tecniche di difesa personale casuali, con la speranza che, semmai fossimo attaccati, il nostro aggressore usi con uno di quei movimenti con cui abbiamo fatto pratica per difenderci? O ha più senso studiare un’arte di combattimento come il Muay Thai o il Brazilian Jiu Jitsu che allena ad essere spontanei e a reagire in un ambiente reale, che si evolve? Se qualcuno volesse imparare come combattere, sicuramente troveremmo nelle discipline prima menzionate il più efficiente metodo per raggiungere il nostro obiettivo. Se i kata non sono necessari nello studio e nell’allenamento per il combattimento a mani nude, sono necessari nello studio e allenamento nell’uso dei Sai? Per rispondere userò come esempio il kata Kusanku. La funzione originaria del kata Kusanku è per l’uso dei sai contro un “bo”, un “bastone” o una “pertica”. Racchiude un set completo di tecniche per essere utilizzate in uno scontro con qualcuno armato di bastone e disarmarlo in un contesto di arresto civile. Ciascun singolo componente e movimento in questo kata contribuisce alla funzione espressa nell’uso dei sai.
Un concetto chiave, molto importante, è quello di avere una sola applicazione per ogni movimento, cosicché l’impulso guida di quel movimento, durante l’allenamento del kata, non diventi confusionario, come accade invece quando si associano più applicazioni multistrato, che poco somigliano al movimento eseguito nel kata. Ogni movimento dovrebbe essere eseguito come in uno scontro vivo contro qualcuno armato di bastone, invece di dividere la pratica in due: la tecnica contro una persona e l’esercizio da solo, in questo caso il kata diventa ridondante. Le tecniche catalogate in Kusanku tracciano sistematicamente in moduli progressivi qualsiasi cosa il praticante abbia bisogno per disarmare utilizzando i sai, qualcuno armato di bastone, agganciando, colpendo, calciando, proiettando e bloccando. Le posizioni così salde/radicate forniscono un solido sistema di leve per pressare o tirare chi è armato di bastone mentre si colpisce, si proietta o si intrappola con i sai. Man mano che il praticante progredisce nell’apprendimento del completo set di tecniche ed impara ad applicarle in una situazione reale, esercitandosi nel combattimento libero, il kata prenderà vita. Ogni movimento ha una funzione definita ed un singolo impulso, che richiede un abile uso del corpo e abilità nella manipolazione dei sai, che a sua volta necessita della pratica da soli per poter essere sviluppata e migliorata. L’unico modo per sviluppare le abilità di ruotare, tenere e manipolare il sai è esercitarsi molto; il kata fornisce così un mezzo con cui lavorare, attraverso un sistema completo di tecniche con una funzione ed un contesto definito, mentre alleniamo l’intero corpo e ci esercitiamo con i sai allo stesso modo in cui li dovremmo usare! Uno dei punti più importanti è che Kusanku è un sistema per i sai completo, che ha più senso che un set incompleto di incoerenti tecniche di difesa personale. Quando i creatori del kata hanno sistematizzato dapprima le loro esperienze e conoscenze, avevano in mente una specifica funzione, altresì sapevano che il kata e questo tipo di allenamento non erano idonei per la lotta a mani nude. Le funzioni originarie di queste forme, per molte possibili ragioni, non si riscontrano nei kata sviluppati ad Okinawa, ma le scoperte di Nathan Johnson e del suo gruppo di ricerca hanno permesso di ripristinare i kata e le loro funzioni inserendole nel contesto corretto. È veramente affascinate e, certamente, ha più senso avere nei nostri kata un sistema completo di questo tipo che incoerenti tecniche di difesa personale, che non sono assolutamente idonei o pratici nella lotta a mani nude. Adesso possiamo tutti condividere un pezzo di storia oggi ripristinata nei kata ereditati dalla Cina, sistemi completi con funzioni specifiche e anche allenare le nostre abilità nella lotta a mani nude nei più efficienti metodi disponibili (vedi MMA, Boxe, Muay Thai, Brazilian Jiu Jitsu, Lotta Greco-Romana e Shoot Fighting) Se vi siete posti le stesse domande e avete gli stessi dubbi non esitate a contattarci. Per maggiori informazioni e per l’organizzazione di seminari sulle originarie funzioni dei kata, contattare Gaspare Varvaro a info@kodoryu-italia.com o chiamando il numero 393 4751424.
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