Karate-Do Arte della comunicazione nella scuola elementare
Di:
Giuliano Delle Monache
Direttore Dipartimento Educativo WTKA International
Grazie al suo contenuto educativo in relazione ai
bisogni emergenti nel contesto socio culturale di una collettività, il Karate-Do
(se espresso nei modi giusti) può essere un mezzo per agevolare le istituzioni
scolastiche con modalità in grado di intervenire nella complessa formazione
dell’alunno, in sinergia con gli obbiettivi e gli altri soggetti formativi
preposti, contribuendo a mantenere le esperienze acquisite in questo ambito,
anche al di fuori dell’ambiente scolastico, quindi in grado di potenziare
l’azione proposta volta anche all’acquisizione dei valori universali di rispetto
dei diritti umani…
Un esempio di questo percorso non nuovo per il Karate_Do è stato intrapreso con obbiettivi in stretta relazione con la cultura
di una Nazione, all’inizio dello scorso secolo, sviluppato con la collaborazione
di una società evoluta come quella giapponese è diventato, con il tempo, uno
strumento formativo inserito nella scuola elementare, superiori e nelle
università, dunque, Karate-Do un Arte della comunicazione .
Questo impegno culturale è in comunione con un
moderno sistema educativo in quanto in grado di fondersi e di adattarsi alle
varie esigenze, un moderno modo che trae ispirazione da antiche conoscenze in
grado di affrontare una necessità educativa, un mezzo per creare coesione nella
società fra le varie generazioni, culture, religioni, etnie, un percorso, se ben
intrapreso, utile anche come prevenzione e contrasto alle varie forme di
disagio giovanile, perchè costruito su la linea conduttrice del rispetto,una
modalità didattica dunque, proponibile anche nella nostra scuola elementare.
Il Karate-Do per i suoi contenuti se selezionati,
può essere per la scuola un Arte per costruire negli alunni una coscienza
civile, base per una convivenza di relazioni serene, anello di congiunzione tra
l’istruzione e la capacità di assumere impegni per un sentimento comune.
La scuola rimane un punto di passaggio obbligato
per tutti i giovani, quindi un riferimento insieme alla famiglia per costruire
un senso di responsabilità, uno spazio per la giusta acquisizione dei
comportamenti e delle competenze di crescita che accompagneranno prima, il
bambino e poi l’adulto per tutta la vita.
Nell’età della scuola elementare, questa Arte,
deve essere proposta oltre il limite di semplice educazione motoria, con
risposte fondamentali per una pedagogia costruttiva e con un sistema adatto al
progresso delle qualità percettive, di consapevolezza del se, di relazione,
autostima, ecc, per uno sviluppo equilibrato della personalità, con esercizi che
consentano o almeno siano indirizzati verso uno sviluppo integrale dell’alunno,
con forme per la salute, per il ritmo, il mantenimento della flessibilità, la
respirazione ecc.
Mi domando, se uno sport agonistico proposto in
ambito scolastico, non assolva solo una parte dei bisogni formativi del bambino,
in quanto sport agonistico è costruito con una diversa finalità prioritaria,
con studi, volti allo sviluppo di qualità per il conseguimento di migliori
prestazioni atletiche e non come via di crescita armonica della personalità
nella sua totalità…
Sviluppare il concetto di competizione sportiva è
un passaggio che deve includere una profonda riflessione e preparazione
propositiva, rimandata da una evoluta scienza dell’educazione sostenuta da
esperti del settore, a un età superiore a quella qui presa in esame.
La scelta di una direzione agonistica può senza
dubbio essere utile se ben intrapresa, capace di trasmettere valori socialmente
utili ma è altrettanto complicata nella sua gestione e fruizione da meritare un
attenzione particolare…
Credo che il lavoro possa avvenire a questa età
sulla facoltà di percepire del bambino e non su i suoi risultati agonistici …
Almeno nella scuola elementare …
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