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Federazione Educativa Sportiva Italiana Karate

L'educazione e le arti marziali

di: Ciro Varone
Dal sito federale FESIK

La filosofia e la pedagogia su cui si basa la pratica di un’arte marziale, che si potrebbe definire anche “educazione dinamica”, presentano il vantaggio, a differenza dell’ascolto passivo di un semplice insegnamento scolastico, di coinvolgere il bambino nella sua globalità “dalla testa ai piedi”.

Resnais Laborit spiega con ordine come situazioni esistenziali intollerabili, che normalmente porterebbero a serie patologie siano molto ben tollerate se si ha la possibilità di lottare con il corpo e con la mente; in questo senso quale strumento è più idoneo di un’arte da combattimento?

Nei bambini il malessere si manifesta attraverso difficoltà caratteriali che sfociano in vere e proprie forme di devianza: bullismo, fobie e patologie legate alla nutrizione sono la manifestazione di una sofferenza e di un disagio psichico che disturbano la crescita equilibrata e serena del fanciullo.

La dimostrazione concreta di questo disagio che si evidenzia nell’anello più debole della catena “il bambino”, è solamente un primo segnale della sofferenza dell’intera filiera che è legata al fanciullo: famiglia, scuola e ambiti sportivi hanno probabilmente gli stessi problemi anche se camuffati e all’apparenza non visibili, ma che il bimbo rivela attraverso le varie forme di disadattamento e di “strani comportamenti”.

Il disagio dei giovani non nasce solo dalla malattia dalla disubbidienza e dalle diverse forme di violenza, ma anche da quelle forme di “adultismo e specializzazionismo” che oramai, insieme ai problemi di devianza e lassismo vengono perpetrati ai danni dei bambini con la scusante di farlo per il loro bene. In certi casi per fare vincere una competizione al ragazzo allenatori e famiglia sono disposti a convincerlo di “darsi un aiutino” con la chimica o truccando l’esito della gara.

Quanti sono oggi gli insegnanti e i genitori che si pongono la domanda “educo per fare uscire il meglio dal bambino o perché voglio che il bambino sia quello che io non sono stato?; E' più importante che diventi un campione o che cresca un uomo equilibrato?"

Si educa se c’è libero arbitrio, l’educazione senza la sincerità del rapporto allievo-maestro non può che portare all’ indottrinamento, l’imposizione e l’imitazione portano all’ assenza di personalità, un uomo senza personalità è come un albero secco, non può dare frutti.

   

L’insegnante di karate per mezzo della contemporaneità e del duplice rapporto istruttore di tecnica e maestro di vita può, forte di questo dualismo, improntare un relazione particolare che pochi insegnanti di altre discipline dispongono, stabilendo così un sano rapporto tra allievo-maestro, educatore ed educando.

Citando uno dei più grandi pedagoghi di tutti i tempi, Paolo Freire :

nessuno educa nessuno, nessuno si educa da solo, gli uomini si educano insieme, con la collaborazione del mondo".

Ciro Varone

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