Tai Chi o il supremo avvenimento
Articolo redatto dal
Maestro
Isidoro Li Pira e curato da Marco Bogliani
pubblicato sul numero 4 del giornalino I.A.C.M.A. e sul numero 6
della rivista MAK
Se
il Tai Chi non è antichissimo come vorrebbero alcune
leggende, certamente esso rappresenta la sintesi e l'applicazione
del pensiero taoista, il quale ha origine dall'antico testo I Ching.
La leggenda ne attribuisce la creazione a Chang San Feng. Di
certo si sa invece che tra il 550 e il 600 d.C. nascono almeno due
stili interni, lo Hio Tien Fa, che significa "tecniche oltre il
cielo", e lo Shou Jou Tien, cioè i "nove piccoli cieli". Da questi
due stili originari, durante la dinastia Sung del sud (1127 - 1279)
e agli inizi dell'era Ming (1368 - 1644), si sviluppa quello che
oggi consideriamo come Tai Chi. Nel corso dei secoli, poi, si
formano diverse scuole principali e parecchie secondarie, che
trasformano incessantemente lo stile originario, fino a produrre le
attuali codificazioni.
Dal 1925, il Tai Chi viene insegnato nelle scuole cinesi dai
professori di educazione fisica, allo scopo di promuovere il
benessere psicofisico ed anche come metodo utile alla difesa
personale. Fin dall'inizio della sua diffusione di massa, tuttavia,
esso subisce una semplificazione attraverso l'eliminazione dei
movimenti troppo difficili, e ciò comporta la perdita progressiva
delle originarie conoscenze taoiste dei fenomeni energetici del
corpo, della mente e dello spirito.
Nella Cina Popolare il Tai Chi è stato ulteriormente semplificato
e oggi viene utilizzato solo per le sue proprietà profilattiche.
Parte della tradizione antica è conservata a Hong Kong, a Taiwan, a
Singapore e nelle comunità cinesi d'oltreoceano, ma si dice che la
pratica originale sia ormai confinata agli adepti di alcune società
segrete del Tai Chi.
Il Tai Chi: suprema arte marziale
In
Occidente, il Tai Chi viene sovente accolto come una ginnastica
dolce, ma si tratta della suprema arte marziale cinese. In effetti,
con i suoi movimenti lenti e pacati, esso assomiglia più a una danza
che a una disciplina marziale. Ma ciò che è essenziale nel Tai Chi è
invisibile agli occhi. È il lavoro interno o Qi Gong che
costituisce l'anima di quest'arte marziale che riproduce i movimenti
fondamentali di un combattimento rispettando le funzioni del corpo
definite dai principi della medicina tradizionale cinese. Per
questo, il Tai Chi è un'arte marziale e nello stesso tempo un
esercizio di Qi Gong e meditazione taoista.
Il Tai Chi appartiene, infatti, alla scuola interna o Nei cha,
detta anche Wu Tang pai, ossia "corrente del Wu Tang", che è la
montagna consacrata alla divinità Chen Wu, meta di pellegrinaggi.
Alla scuola interna, si contrappone la scuola esterna o Wai cha,
detta anche Shao Lin Pai, cioè "corrente di Shao Lin", dal nome del
famoso monastero. La scuola interna è essenzialmente legata alla
filosofia taoista, quella esterna a quella buddista. La maggior
parte dei cinesi supera con disinvoltura questo dualismo tra interno
ed esterno, e pratica entrambe le scuole, ottenendo rapidi risultati
con il Wai cha e fruendo in età avanzata dei vantaggi del Nei cha.
L'esperienza interna taoista agisce sul profondo, quella esterna
buddista sulla superficie, ma entrambe sono esperienze necessarie.
Visto
che siamo in tema di nomi e classificazioni, vale la pena di
soffermarsi sul concetto di arte marziale. In occidente, da Bruce
Lee in poi, l'arte marziale cinese è nota con il nome di Kung Fu. Ma
in cinese Kung Fu significa l'abilità che si acquisisce a seguito di
un approfondito lavoro esperienziale, e può comprendere tanto la
perizia del lavoro artigianale, quanto le capacità terapeutiche del
massaggio, come anche l'attività di giocoliere e mimo. In cinese,
dunque, Kung Fu non connota in modo specifico l'abilità nel maneggio
delle armi o nel combattimento. Il termine cinese per l'educazione
al combattimento è invece Wu Shu. In Occidente, si è giunti a un
compromesso tra le due denominazioni coniando l'espressione Kung Fu
Wu Shu, che è comprensibile per l'occidentale e ortodossa per il
cinese. Wu significa mentalità atta al combattimento e preparazione
specifica, ma anche forza, bravura, abilità, ed è l'equivalente del
giapponese "Bu" (o almeno si scrive con lo stesso ideogramma, che
nel tempo ha acquistato significati leggermente diversi). Il Tai Chi
appartiene al Wu Shu a tutti gli effetti e solo in tempi recenti
viene praticato anche per i suoi benefici psicosomatici.
Una domanda che mi è stata spesso rivolta, è come sia possibile
unire l'educazione al combattimento con la meditazione taoista e il
Qi Gong. Ciò dipende dal significato etico che l'arte del
combattimento possedeva in Cina: il suo scopo era la difesa
dell'ordine e della grande pace, assicurata dalla struttura sociale
dell'impero.
Questo
valore etico era condiviso anche dalle società segrete che miravano
a rovesciare i regimi giudicati ingiusti (ad esempio, la dinastia
Yuan imposta da Gengis Khan, cioè da uno straniero), sia dai "cavalieri
erranti" che amministravano una giustizia spicciola e piuttosto
anarchica, sovente a beneficio dei poveri e dei contadini contro i
soprusi dei ricchi e dei funzionari. Di questi cavalieri erranti, un
detto popolare dice: trovando disordine sulla loro strada, usavano
la spada per venirne a capo e non esitavano a rischiare la vita per
raddrizzare i torti, a costo di interferire col potere imperiale.
Naturalmente, erano gli eroi del popolo, ispiratori di esempi da
imitare, di leggende e ballate, di opere teatrali, racconti e
poesie.
Sia i guerrieri dei tempi antichi, che i maestri di Kung Fu Wu
Shu delle epoche più recenti, provenivano sia dalle classi nobili
che dal popolo. Allora come oggi, ai nobili impegnati in questa
attività manca il tempo di scrivere, mentre gli altri sovente erano
analfabeti. Per questo sono pochi gli scritti sulla pratica e la
filosofia del combattimento che ci sono pervenuti.
In Occidente, il Tai Chi viene insegnato sovente solo nelle forme
a mani nude, ma esso contempla anche l'uso delle armi, sebbene fin
dall'inizio del Novecento il loro impiego è stato progressivamente
dimenticato, poiché ritenuto superfluo a causa dell'avvento delle
armi da fuoco, ed anche per enfatizzare il più superficiale aspetto
salutare della disciplina. Ma per tradizione si distingue la pratica
del Tai Chi in Tai Chi Chuan, cioè il combattimento a mani nude, Tai
Chi Chien, combattimento con la spada, e Tai Chi Tao, combattimento
con la sciabola. Si utilizzano anche le altre armi tradizionali,
come il bastone e la lancia.
L'essenziale è invisibile agli occhi
Tai
Chi significa supremo avvenimento e si riferisce all'unione armonica
delle due forze contrarie che costituiscono l'universo e la vita, lo
Yin e lo Yang. Con il Tai Chi si acquisisce la capacità di
controllare queste forze e di promuovere la loro unità dinamica e
armonica, fino a trasformare, aumentare e dirigere il Qi, ossia
l'energia fondamentale che ciascun individuo possiede dalla nascita.
La pratica del Tai Chi Chuan equilibra le energie originarie
dell'essere umano, (il corpo, la mente e lo spirito) e mira alla
cura della salute, alla capacità di movimento, al potere
dell'intuizione e allo sviluppo delle motivazioni fondamentali dello
spirito.
Il professore Jou Tsung Hwa ha scritto che "Il Tai Chi può
essere paragonato ad una finestra con le tendine abbassate. Un
osservatore esterno non potrebbe scorgere cosa c'è dentro
semplicemente guardando attraverso la finestra, perché le tendine
glielo impediscono. Similmente, non si può giudicare il Tai Chi
Chuan dalla sua apparenza. Qualcuno può affermare trattarsi di un
esercizio salutare, qualcun'altro di un'arte marziale, ma queste
sono solo percezioni esterne: pi importante, è l'anima del Tai Chi,
la sua filosofia, perché ciascun movimento include la tipica visione
filosofica del tempo e dello spazio propria di quest'arte."
Nei prossimi numeri di MAK tratterò alcuni dei principi che
regolano il lavoro interno insito nel Tai Chi. Ora, vorrei avanzare
solo alcune osservazioni generali che possono essere utili al
profano per farsi un'idea di questa disciplina.
Il
Tai Chi non enfatizza il lavoro muscolare ma prende in
considerazione soprattutto il respiro, l'energia e lo spirito.
Impiega gli esercizi taoisti di respirazione ed educazione del corpo
(Tao Yin), e della circolazione delle energie e dell'alchimia
interiore (Wei Tau), che durante la pratica vengono intenzionalmente
studiati ma che con l'allenamento costante diventano acquisiti,
abituali e spontanei, finendo così per essere attivi in ogni momento
della vita quotidiana.
La respirazione è addominale, governata dal diaframma,
debolissima, impercettibile e prolungata. Avviene attraverso il
naso, con particolare riguardo alla fase espiratoria che è fase yang.
Il respiro viene concentrato nel Dan Tian inferiore, o campo del
cinabro, situato tre dita sotto l'ombelico e tre dita all'interno.
Durante la pratica, occorre dunque concentrare l'attenzione
anzitutto su questo punto, che è il centro prioritario della
trasformazione dell'energia, e restare completamente rilassati,
soprattutto nel tronco e nell'addome.
Il principiante comincia con una respirazione il più possibile
naturale, espirando a lungo con il corpo rilassato e ponendo
l'attenzione sul Dan Tian inferiore. In seguito, si fanno coincidere
i tempi di respirazione con il movimento, secondo le fasi dello Yin
e dello Yang. I livelli ulteriori di approfondimento del lavoro
richiedono un'assimilazione completa dei movimenti e dei processi
energetici prioritari promossi dal costante e prolungato lavoro del
Qi Gong.
Diffusione e decadenza del Tai Chi
La
spada o la sciabola sono molto diffuse negli Stati Uniti, spesso per
la semplice ragione della loro bellezza. Ma poche persone sono
disposte a dedicare con costanza gran parte del loro tempo per
sviluppare l'educazione alle armi. E ciò vale anche per la pratica a
mani nude che è la più diffusa. Sovente le forme di Tai Chi Chuan
sono insegnate nella forma più semplice e breve per renderle
accessibili a un gran numero di persone. Per questa ragione, molte
tecniche sono state eliminate dall'insegnamento comune, che per lo
più è finalizzato solo allo sviluppo degli effetti terapeutici. Ma
una sequenza semplificata non può soddisfare un praticante
interessato alla ricerca dei principi più profondi e dei fenomeni
energetici più sottili.
Altri aspetti ignorati dall'insegnamento comune e ordinario,
forse per la difficoltà di esercizio o per la mancanza di tempo che
essi richiedono, sono la coordinazione del respiro e della
circolazione del Qi. Moltissime persone imparano a eseguire le forme
del Tai Chi senza mai apprendere gli aspetti marziali, medici e
filosofici delle singole sequenze, e senza interessarsi al concetto
di Jing, o al combattimento a mani nude, chiamato Tui Shu (detto
anche Push-hands).
La
ragione di questa decadenza Chi non è affatto nuova. L'offerta va
incontro alla domanda, e la maggior parte dei praticanti ricerca
solo un mezzo semplice e veloce per mantenersi in forma e tonificare
il corpo. Pochi sono disposti a seguire la disciplina educativa
necessaria a sviluppare gli aspetti essenziali del Tai Chi, ossia il
lavoro interno e il Qi Gong. Inoltre, sia in Cina che nel resto del
mondo, anche se un maestro è disposto a trasmettere la sua
conoscenza, perde facilmente l'entusiasmo necessario di fronte
all'indifferenza e al distacco diffuso soprattutto tra le nuove
generazioni. È possibile che in un prossimo futuro, molti degli
aspetti più profondi di quest'arte siano destinati a scomparire. |