Disponibilità
Di: Giuliano Delle Monache
Per
essere utili non servono enormi doti, anche le persone più semplici
possono molte volte rivelarsi abili aiuti volgendo il loro “cuore”
verso una giusta ragione, questa è la qualità della disponibilità di
un “uomo” ciò non vuol dire esaltare il proprio “essere” ma
semplicemente valorizzare nel senso fondamentale del rispetto il
proprio spirito per un utilità collettiva, non un inutile superba
illusione personale …
La capacità alla disponibilità significa anche comprendere,
impegno prioritario per cercare di superare anche le inevitabili
difficoltà che si presentano nella convivenza quotidiana, questo
vale per tutti gli ambienti, familiare, lavorativo e sportivo…
Nell’ambiente delle Arti Marziali ad esempio, basta pensare alle
difficoltà di relazione e le resistenze messe in atto quando
qualcuno è percepito come non omologato alla comune “visione”, sia
essa sportiva o tradizionale. Naturalmente valutando con coscienza
il valore di queste “visioni”c’è da dire che ognuno è
indiscutibilmente persona a se,quindi unica identità portatrice di
un proprio percorso di vita e già in questo diverso, ma è il
rispetto a questa diversità una condizione irrinunciabile per il
riconoscimento della pari “dignità” della persona, da qui la
consapevolezza che la “verità” della Via non è accessibile a una
sola persona e per un solo percorso, ma può essere cercata anche
attraverso diversi itinerari e modalità, purché in una “comunità
marziale” tutti protesi verso la realizzazione di una verità che sia
il frutto di reciproco impegno di ricerca di cui lo scambio della
disponibilità ne è la Via maestra indispensabile condizione per il
raggiungimento anche di scopi comuni. La fiducia nell’unità di
intenti è un mezzo che può costruire le basi per una convivenza
pacifica nella “comunità marziale”ma è impensabile riuscire in
questa “Via”quando le stesse lamentano un disagio e una difficoltà
nell’istaurare un autentico dialogo nel loro interno… “ Disagio
molte volte sedato con la distribuzione del potere.”

Le Federazioni “dovrebbero” garantire una naturale e “reale”
democratica possibilità comunicativa , specchio educativo di
rilevante responsabilità sociale , esempio di reciprocità interna,
proiezione di una Via che deve superare scelte ideologiche , o di
interessi soggettivi e porsi come “servizio” di un bene comune,
valore sicuramente presente negli statuti sportivi di riferimento,
quindi idea pratica di una “fede firmata”… L’enorme ricchezza
derivata da l’assumere in pratica la direzione di una Via per la
costruzione di un ambito di “libero vero scambio”di esperienze può
proiettare questo senso di “clima dialogante” e creare una
responsabile consapevolezza a cui tutti potranno attraverso le Arti
Marziali attingere e favorire uno sviluppo della socialità del
bambino prima, l’adolescente e la persona matura poi, responsabilità
formativa -educativa che viene assunta dal momento che decidiamo di
accettare un allievo o in un altro contesto , una Società Sportiva o
una Scuola (aspetto molte volte scarsamente valutato)… La “legge
evolutiva marziale” non riguarda solo l’aspetto fisiologico, tecnico
della persona , ma anche quello psicologico e spirituale, quindi
formativo…. Favorire lo sviluppo e il riconoscimento delle
individualità è una condizione che l’essere umano può realizzare
nella relazione con gli altri, non esiste al di fuori della
interdipendenza fra gli uomini un riconoscimento reciproco … Quindi
siamo tutti qui , ed è inevitabile pensare a una direzione maestra
senza considerarla come comune intento , struttura modulare formata
da più volontà cooperanti , responsabili della propria originalità …

Naturalmente la famiglia resta il primo e più importante soggetto
educante , ma sicuramente al di fuori di questa il ruolo che assume
lo sport e nello specifico l’Arte Marziale quindi, il Maestro,
l’Istruttore, l’Ufficiale di Gara e conseguentemente la
Federazione , rimane di grande rilievo , proiettando il risultato
di questo mondo nella società, divenendo se positivamente espresso e
vissuto ricchezza e saldo valore di rappresentanza per tutti i
soggetti che ne sono parte attiva…. Quando in una idea di base
convergono varie altre esperienze c’è molte volte la convinzione che
l’altro si adatterà corrispondendo in positivo alle “proprie
esigenze” molte delle quali celate dietro una maschera di
perbenismo, negando per scopi personali, già in partenza l’autonomia
e l’originalità della persona, la relazione si trasforma come accade
molte volte dopo un percorso di compromessi , in un esercizio di
potere in cui la comunicazione assume un ruolo di
strumentalizzazione atto a confermare un potere soggettivo che
sfocia a volte nel narcisismo , arroganza ecc e dove un riscontro
costruttivo è spinto fuori da un equilibrata dimensione
comunicativa, comportamento comunque non immune ad un “occhio
attento agli inevitabili risultati”: una recitata parte anche se
divenuta propria espressione non può essere credibile a oltranza,
perché il tutto è in movimento, i pensieri e le azioni fanno parte
della storia dell’uomo e quindi resta sempre qualche cosa di
visibile e valutabile…
Forse tutto sta nel “semplice” fatto che l’evoluzione è una
direzione di intenti con una sua chiave : accettare la possibilità
di un mutamento, (non andare contro natura diceva Funakoshi Sensei)
così come avviene nella vita e come viene trasmesso da sempre da le
arti marziali, accettare questa possibile realtà aumenta la
probabilità di ampliamento nella disponibilità, valore fondamentale
di crescita che da sempre accompagna l’uomo… Nelle Arti Marziali
questa fondamentale verità (la disponibilità e il mutamento) è una
base su cui Scuole di grande conoscenza hanno costruito gran parte
del proprio studio marziale … Ma sappiamo tutti che la
contrapposizione a questa idea di un senso della vita è da sempre
compagna di un'altra parte dell’umanità ed è nonostante la
filosofia, la religione , la psicologia ecc che rimane una
componente di un potere capace di far confluire anche un percorso
marziale in una Via di conflittualità probabilmente infinite,ma per
il rispetto verso i nostri allievi , i nostri Maestri e la società
, il nostro compito rimane quello di conservare e trasmettere in
pratica uno spirito leale e soprattutto contrario a questa filosofia
di indisponibilità …
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