Una via dell’Arte?
Di: Giuliano Delle Monache
Direttore Dipartimento Educativo WTKA International
Il concetto di “Arte” del Karate, è una definizione molto ampia e
che racchiude in se il significato di un opera con la quale l’uomo
svela la sua personalità, trovando per mezzo di essa un canale di
espressione e di crescita spirituale, attraverso essa egli parla e
comunica con gli altri. Il Karate dà la possibilità di mettere a
frutto capacità operative dando una forma estetica alle idee
concepite con la mente, quindi un’attività materiale e spirituale
dell’uomo, una sua possibilità espressiva che gli ha consentito di
creare un modo “non convenzionale” di linguaggio universale.
Come tradizione di ogni Arte, è la ricerca di nuovi metodi
espressivi, una via da seguire, per molti l’essenziale è che… ciò
che viene creato susciti interesse e consensi, c’è da dire che i
veri artisti, sono anche ricercatori di armonia e bellezza , da
sempre costruttori della “ forma” dell’opera, sono intrisi in una
dote di sensibilità che purtroppo appartiene a pochi, per gli altri
è il servizio che l’Arte esercita, cioè quello di favorire un
pluralismo di idee per una relazione- reazione che arricchisce di un
nuovo vigore e di nuove forme chi ricerca attraverso di essa un
ispirazione …
Il Karate è un mezzo al servizio dell’espressività dell’uomo,
affiancato da una parte scientifica si identifica in un’utilità
comune pur restando, un’Arte per soddisfare i propri bisogni
spirituali . Nel Karate la parte marziale trova una sua dimensione
nella formazione del carattere e nell’ambito della strategia del
combattimento, in questo contesto la tecnica è espressa secondo
canoni che considerano tra i fattori decisivi l’efficacia
attraverso un movimento costruito anche su studi scientifici e la
logica dell’azione.
Ma il significato di Arte supera questo concetto e si colloca in
uno spazio che ne permette una libera interpretazione, trasformando
il Karate in una forma di trasmissione di un codice di inventiva e
non solo una fotocopia di un sapere classico.
Il Karate quindi, diventa nella sua interiorità espressa, sia in
un ambito di studio personale, sia di divulgazione, una capacità
comunicativa che oltrepassa come qualsiasi Arte i confini del
tempo, come ad esempio la musica, la pittura, la scultura.
Però non è corretto definire artisti tutti i musicisti, i pittori
o gli scultori, come non tutte le opere sono opere d’arte e allora
in parallelo mi domando:
se definire “tecnico” è una giusta collocazione di chi trasmette
con precisa cognizione un sapere, come inquadrare e valutare chi
miscelando studi di un proprio percorso formativo propone un suo
modo di interpretare l’Arte?
Un indicatore che può definire meglio le reali caratteristiche
dei lavori e gli obbiettivi che sono presenti nell’universo
marziale, può essere un paragone logico con la storia dei vari
stili o metodi di Karate, in alcuni è evidente la creatività e lo
spirito dei Maestri che sono riusciti a immaginare un opera
originale, di fatto pur conducendo studi in diversi “stili” sono
riusciti a concepire una propria Arte, ormai parte della tradizione
del Karate.
Forse la risposta è nell’originalità e nell’intelligenza con cui
alcuni sistemi sono stati composti, o forse nella conferma-quantità
delle risposte di approvazione, ma nel nostro tempo questo è
discutibile, basta una buona operazione di marketing e tutto” va”,
resta comunque a mio parere una confusione di base su l’identità e
la valutazione di alcuni studi proposti come stile o metodo, o forse
tutto ciò è un naturale adattamento del Karate al nostro tempo…
Nel constatare quello che sta succedendo nel nostro tempo nel
nome delle Arti Marziali, non è difficile rendersi conto che sono
evidenti due correnti di pensiero, una conservatrice e una
progressista.
La conservatrice mantiene una resistenza al cambiamento
nascondendo in alcuni casi la propria disciplina con l’ idea di
conservare con determinazione una dimensione maturata in uno spirito
di fermezza e controcorrente rispetto alle nuove “mode”. Di
controparte le nuove tendenze pur trovando ispirazione da una
tradizione classica, quando creano nuove discipline il più delle
volte finiscono per dare vita a delle cose che hanno poco valore dal
punto di vista dell’autenticità e ancor meno di rispetto per la
tradizione, anzi, molte volte la tradizione viene usata per dare un
valore maggiore al sistema creato, magari nato seguendo la moda o la
necessità del momento, senza però nella maggior parte dei casi,
formulare una chiarezza tecnica e una profondità di spirito tipica
delle opere dei Maestri d’Arte della tradizione.
Nei nuovi metodi che sono proposti, raramente molti dei concetti
che appartengono alla tradizione classica sono presenti, come ad
esempio il Do, trasformato in una forma di promozione soggettiva,
conduce inevitabilmente lo spirito in una dimensione di desiderio
egoistico espresso molte volte anche con un visibile sentimento di
suprema vanità e di arroganza. Le discipline così intese diventano
un mezzo per l’eliminazione dei valori etici che appartengono al Do,
trasformando l’originaria essenza culturale di un Arte in una
soggettiva operazione fisica, quasi certamente di scarso valore…
Probabilmente, sarà solo il tempo in grado di definire meglio
qualcosa di quello che oggi vediamo proposto come una nuova via di
studio, permettendo forse a qualcuno di questi lavori, di
guadagnarsi il valore di opera della tradizione dell’Arte…
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