Considerazioni su la trasmissione del sapere
nelle Arti Marziali
Di: Giuliano Delle Monache
(Direttore Dipartimento Educativo WTKA International)
La
Scuola giapponese della tradizione trasmette attraverso l’ esercizio
delle Arti la naturale padronanza della forma-spirito attraverso il”
metodo” della ripetizione del ripetuto, modo “uguale” per tutte le
Arti che appartengono al Kokoro No Seikai. Noi occidentali ci siamo
inseriti in questa dimensione cercando di “colmare” forse con
superficialità quello che secondo la nostra cultura può apparire
come una lacuna, inserendo nei percorsi formativi dati che
aumentano il sapere, ma che certamente non servono per una
percezione più approfondita di una coscienza culturale, di un’
Arte, di un Popolo.
Alcuni dei concetti di base di come avviene la
trasmissione del sapere
Per tradizione il rapporto Maestro–allievo è per
il Maestro un legame di vita, egli è la guida della formazione
tecnico–culturale–etica, l’allievo a sua volta, se “accettato” come
studente, si fa portatore dei fondamenti di base, amore per l’Arte
scelta e venerazione per il Maestro, con queste basi, racchiuse
nella naturale cornice del rispetto, può iniziare la formazione
guidata verso lo sviluppo positivo delle dinamiche di relazione,
veicolo di crescita dei principi dell’autostima, ingredienti di
riuscita nella risposta a i bisogni fondamentali dell’allievo. Il
Maestro, sa esattamente che la formazione equilibrata della
personalità dell’allievo passa attraverso il senso
dell’appartenenza, la stima del se, e l’identificazione con
l’insegnante …
L’imitazione di ciò che il Maestro esegue è la
via dell’allievo, il quale sa che il suo percorso è fatto di poche
domande, di paziente attesa di una maturazione che non viene spinta
verso una corsa al risultato, ma verso il naturale passaggio che
conduce a una autonomia, quindi verso una libertà individuale e
all’ eventuale sviluppo delle doti che appartengono all’io artista…
Il primo compito del Maestro è quello di formare un esperto nel
rispetto incondizionato del suo dire, questo è un buon veicolo per
la trasmissione del sapere, l’allievo con il passare del tempo
capirà e sarà quindi in grado di seguire più attentamente, ciò gli
permetterà di entrare in profondità nello studio, da questo,
nasceranno delle riflessioni, con la pratica, la tecnica diventerà
più spontanea e l’opera da essa creata si fonderà in un unico
insieme, dalla concentrazione delle varie componenti
corpo-mente-spirito l’abilità tecnica si eleverà in abilità
spirituale..
interpretazioni scorrette che assume la tecnica
durante lo studio-trasmissione
La tecnica è un rapporto di intimità con chi ne è
in stretta relazione, da questa evidenza, analizzando la sua
espressione è possibile affermare quanto segue:
Il rapporto che ognuno di noi ha con essa è di
“possessione” e conseguentemente ne siamo “posseduti” e forse
anche per questo, alcuni non valutano attentamente i meccanismi che
vengono innescati, tutto ciò produce a volte una soggettività basata
su un sentimento di esteriorità rispetto a una considerazione di
percezione di un insieme culturale più ampio, questo che chiamerei
sfasamento è proiettato molte volte nella ricerca della “scienza
della grande tecnica” dettata in alcuni casi da una crisi derivata
da l’ignorare quale sia il vero percorso evolutivo verso la luce del
sapere delle Arti Marziali tradizionali. La conseguenza di questo
percorso a volte solo parzialmente identificato è un modo che può
indicare (anche se celato) una parziale competenza del Maestro,
principio in cui è imperniata la trasmissione del sapere, questo
comportamento crea nel tempo uno “stato” di confusione proiettando,
ad esempio il lavoro di molti e quindi l’espressione, in un ambito
fatto di ricerca di “effetti speciali”…
La tecnica, in questo contesto, assume un ruolo
di “merce” imposta ed esposta con una strategia di mercato a
rischio di conflittualità, non immune a una crisi del suo senso,
in alcuni casi divisa in due linee di pensiero in cui si inserisce
una parte delle Arti Marziali:
-
una è indirizzata verso la ricerca del
mito del super uomo,
-
l’atra, si sviluppa su la consapevolezza
della paura umana di fronte a una situazione di pericolo,
creando le risposte per una Via d’uscita da questo stato di
disagio.
In queste due realtà di studio, il limite del
senso giusto non è facilmente identificabile e sottoposto per questo
a facili interpretazioni che molte volte sconfinano in ambiti privi
di significato etico…
Il mio pensiero è che la tecnica sia il
veicolo di un intimità espressiva, mezzo per la trasmissione di un
identità di libertà individuale, unità di misura per stabilire il
valore etico di un sapere, cultura su cui ogni epoca fonda il suo
principio di base che va oltre il tempo restando sempre di
avanguardia, non escludendo la novità o il cambiamento.
Se quello che è stato è e lo sarà, la giusta
trasmissione può rappresentare un modello di vera evoluzione del
pensiero dell’uomo . |