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Muay Pram: la lotta
tailandese
dai campi di
battaglia allo sport
Di: Marco De Cesaris
La
Boxe Tailandese è conosciuta nel mondo delle arti da combattimento
per il suo devastante repertorio di attacchi con le armi naturali
del corpo umano, mani, gomiti, ginocchia, gambe e testa.
Chi approfondisce lo studio tecnico
della disciplina con maestri realmente esperti dell’Arte siamese, si
rende però conto che una delle caratteristiche peculiari della Muay
Thai, soprattutto nella sua forma tradizionale, è in realtà la fine
miscela che viene fatta tra tecniche di percussione e prese di
lotta; il risultato è una disciplina “ibrida” che crea combattenti a
metà strada tra puri strikers e puri grapplers, sfruttando al meglio
le caratteristiche delle due grandi famiglie tecniche.
Mentre molto è stato scritto e
filmato relativamente alle tecniche di colpi della Muay Thai, non
sono note alla massa dei praticanti le innumerevoli possibilità
offerte dal grappling tailandese che, nella sua globalità è indicato
tradizionalmente come Muay Pram.
Nato come forma di lotta “tout
court”, mostrato nelle feste rurali e nelle ricorrenze, il Muay Pram
è stato parzialmente incorporato nel bagaglio tecnico della Boxe
Tailandese fin dai tempi dei combattimenti “Kard
Chiek” in cui i contendenti si affrontavano con le mani cordate,
senza categorie di peso, senza limite di tempo e con pochissime
limitazioni tecniche.
Con il passare degli anni e con
l’introduzione dell’uso dei guantoni da boxe stile occidentale,
risalente al 1930, la parte di tecniche di lotta rimaste nel
bagaglio tecnico dei thai boxers è andata via via diminuendo,
arrivando a coincidere praticamente con il Chap Ko o Neck Wrestling.
Essendo premiato dagli ufficiali di
gara nei combattimenti professionistici in particolar modo l’uso dei
colpi di ginocchio, le prese al collo abbinate a tali attacchi
particolarmente violenti sono di fatto diventati l’aspetto
principale delle azioni in corpo a corpo, praticate ed insegnate
nella quasi totalità dei Kai Muay o campi di addestramento
tailandesi.
L’uso dei guanti inoltre, se da un
lato ha aumentato la protezione dei contendenti, soprattutto sotto
il profilo delle lacerazioni, dall’altro ha reso estremamente più
difficoltose le prese e conseguentemente le azioni di lotta. Tutto
ciò ha di fatto reso obsolete le micidiali tecniche di Muay Pram che
progressivamente sono state abbandonate e, cosa più grave,
completamente dimenticate anche dalla stragrande maggioranza degli
allenatori professionali.
Un discorso a parte meritano le
tecniche di lussazione e gli strangolamenti, anche essi attualmente
completamente eliminati dal bagaglio tecnico di allenatori e pugili
thai; in tempi arcaici, essendo il Muay Pram uno degli elementi di
studio principali del guerriero siamese, le tecniche “definitive”
come le rotture articolari, gli strangolamenti ed in casi
particolari le proiezioni, erano studiate ed allenate con molta
cura, potendo in caso di necessità avere una valenza tale da
superare persino le tecniche di percussione, specialità assoluta dei
tailandesi.
Soprattutto in caso di scontro
armato, l’uso combinato di colpi, atterramenti e veloci azioni di
rotture articolari, rendeva il militare in grado di sopravvivere
anche se privato delle proprie armi di ordinanza. Proprio lo studio
dei sistemi militari portato avanti negli ultimi anni dall’IMBA
(vedi gli articoli apparsi su Budo International relativi al sistema
del Colonnello tailandese Nophakao) ed il lavoro incessante di
riscoperta delle tecniche arcaiche condotto dall’infaticabile Prof.
Paosawath Saengsawan, hanno dato un impulso definitivo all’opera di
ristrutturazione di un enorme bagaglio tecnico per troppo tempo
abbandonato all’oblio.
Inoltre, al fine di rendere ancora
più apprezzabile lo studio e la pratica della lotta tailandese, gli
esperti dell’Accademia hanno anche brevettato un’applicazione
sportiva moderna del Muay Pram che, come è avvenuto negli scorsi
anni con il Muay Kard Chiek, sta già dando ottimi frutti in termini
di gradimento, di partecipazione e di livello tecnico dei
praticanti.
In sintesi, scorporando i principi
della lotta dal mare magnum delle tecniche di Muay Boran, si è
riusciti a dare vita nuovamente ad una vera e propria Arte
nell’Arte.
Conseguentemente gli atleti
desiderosi di approfondire le micidiali tecniche del corpo a corpo
secondo lo stile arcaico tailandese, si possono orientare verso le
tre componenti principali del Muay Pram, così strutturate dall’IMBA:
-
le applicazioni militari più
“estreme” così come praticate dai Rangers tailandesi, secondo il
metodo Nophakao;
-
lo studio delle forme tecniche
tradizionali, estremamente efficaci nel combattimento totale con
corde (Muay Kard Chiek) e parzialmente applicabili, anche se in
misura molto minore, nella Boxe Tailandese professionistica (da
notare invece che nella Muay Thai dilettantistica, per precisa
scelta di politica sportiva delle autorità tailandesi,
praticamente quasi tutte le tecniche di lotta e proiezioni sono
state recentemente considerate azioni non ammesse);
-
la forma sportiva moderna del
Muay Pram ottima per allenare in condizioni di stress
controllato qualità psico fisiche da vero lottatore, che, come è
ormai riconosciuto, possono fare la differenza in caso di
scontro reale o sportivo.
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