IL NOSTRO ASSIDUO COLLABORATORE GIULIANO DELLE
MONACHE CI INVIA UN ARTICOLO SULL’ANALISI STORICA E FILOSOFICA DELLE
ARTI MARZIALI, CON APPROFONDIMENTI NELLO SPECIFICO E PENSIERI TRATTI
DA ALCUNI SCRITTI DI GRANDI MAESTRI DI KARATE.
Breve analisi storica del
Karate-Do
Un percorso tecnico-
spirituale del Karate-Do
Di: Giuliano Delle Monache
Responsabile WTKA International Settore Educativo Arti Marziali
Il
Maestro Koizumi uno dei grandi personaggi della storia delle Arti
marziali giapponesi del sec.XVI disse: le Arti Marziali devono
modificarsi secondo le necessità di ogni epoca,altrimenti non
servono al guerriero. Dare un valore etico alla nostra vita e alle
nostre azioni può divenire un mezzo per una risposta positiva in
grado di illuminare il nostro percorso, nella famiglia, con i figli
, gli altri, nel lavoro, lo sport e così via… Credere, in alcune
regole etiche è da sempre il problema dell’uomo e dalla devianza
delle interpretazioni dei valori che lo rappresentano, sono nati da
sempre i conflitti più o meno grandi che hanno accompagnato la
storia di tutte le “azioni”. In risposta a questa necessità di vita,
religioni, filosofi, psicologi, hanno fornito direzioni per ampie
riflessioni … Una risposta a queste necessità di vita è stata
trasmessa ad esempio nel Karate-Do, anche dal Maestro Funakoshi
Gichin. Da una breve analisi della sua opera è possibile evidenziare
come Il Maestro nella creazione ed proposizione dei suoi studi ha
ricercato e trasmesso nel Karate un concetto di unione di tecnica e
spirito, in stretta relazione con la vita e la società, ampliando
la definizione delle Arti Marziali il suo lavoro è andato oltre il
tempo, proponendo un concetto di unità etica come cultura
universale per un evoluzione della mente verso la realizzazione di
un intento di crescita armoniosa, individuale e collettiva, non più
solo espressione medioevale di un Arte volta allo sviluppo delle
potenzialità belliche dell’individuo. Il Suo Do, in stretto
rapporto con il suo tempo è nato da una selezione ed un analisi di
alcuni studi,trasmessi da lui in quel contesto storico, come
cultura sociale di un Arte, lasciando in questa, un codice etico di
comportamento e un invito a una riflessione per una lettura molto
più ampia di come egli stesso ha proposto la sua opera…
G.Funakoshi è stato definito un Maestro ( io aggiungerei in quel
contesto storico, di avanguardia) e non un tecnico, apprezzato per
le sue doti di mediazione, imparzialità e umiltà, va a lui il
merito di aver pensato un percorso da
subito
evidenziato e all’inizio per alcuni versi, criticato dai praticanti
tradizionalisti di Okinawa. Egli sostituì l’ideogramma originario
“Kara” che significa Cina con quello che vuol dire “vuoto”
basandosi sul concetto filosofico riferito al rendere il se vuoto o
privo dell’ io, per una visione spirituale senza ostacoli,
inserita da lui in un percorso di studio (privo di esagerate
interpretazioni filosofiche) fino a quel momento basato
fondamentalmente, su una linea “fisica”. Il senso di miglioramento
della persona, trasmesso dal Maestro, non è mai sfociato in un
enfasi esagerata delle qualità tecniche e fisiche, per quanto
ovviamente la tecnica fosse importante in uno studio che poteva
fornire una risposta in caso di minaccia, per evitare in primo
luogo lo scontro fisico ,ma se questo inevitabile, utile per una
difesa… Il suo Do va inteso più come una rappresentazione di un
Arte educativa con la quale corpo, mente e spirito, vengono
migliorati e la durata della vita, accresciuta.
Per
il Maestro il Karate-do è uno strumento il cui più alto intendimento
è lo sviluppo del carattere, uno dei 20 precetti della Via
dell’Arte che egli scriverà negli anni 20,il N°5 dice: nell’Arte, lo
spirito importa più della tecnica.
Altri Maestri, si sono “bagnati”nel suo
sapere,esprimendosi in questa dimensione con sensibilità espressive
proprie, il Maestro Otsuka Hidenori ad esempio, descrive le sue
aspirazioni in un waka (forma canonica di poesia): non avere nessun
riguardo per gli aspetti marziali,ma piuttosto conformati alla via
della pace.
Il Maestro Shigeru Egami, a un ”certo punto” del
suo percorso marziale, definisce il metodo della via del Karate come
un metodo che permetta di dare una risposta alla nostra vita: la
via del Karate insegna la vita reale… Penso che elevando la qualità
del Karate in Heihò (metodo della pace) che esso diventerà un vero
Karate-do, con questo ”pensiero” presente nel suo spirito riprende
ed elabora con la sua esperienza l’insegnamento ricevuto dal Maestro
G.Funakoshi.
Naturalmente il percorso del Maestro Egami è
sviluppato in un contesto storico particolare, quindi specialmente
in un primo periodo, orientato verso una ricerca tecnica più
accentuata, elaborato nel tempo fra i vari avvenimenti e cambiamenti
interiori, si evolve in un pensiero che lo libererà nello spirito
ponendo il suo ideale di Karate indirizzato verso la condivisione e
la crescita di relazioni di unità . In questa trasmissione di un
ideale il Maestro è sicuramente il proseguimento di questo”
passaggio” culturale di un senso etico in relazione ai vari periodi
storici, come egli scrive, troverà anche nei consigli del suo
Maestro Egami, soluzioni di intenti e ispirazioni per la creazione
di un metodo estremamente raffinato ,contenitore di tutti i
risultati acquisiti ed ereditati per la conservazione e la
trasmissione di un identità
culturale
equilibrata ,espressione di un Arte… Il Maestro Aoki in un passaggio
di una sua poesia dedicata a i praticanti scrive: La pratica non ha
limiti, cambia e progredisce in funzione di ciascuno, del suo ritmo,
la sua storia…Ricercate la verità della natura , pregate per la
libertà Amate e rispettate la vita. Ognuno di noi ha un sogno e
molte volte viviamo in funzione di questo e ciò ci condiziona nei
comportamenti e naturalmente nei rapporti … A un certo punto del
viaggio nel tempo che la vita ci mette a disposizione, per dare
una dimensione (se vogliamo) a il nostro operato, proviamo a tirare
le somme e forse, se non siamo soddisfatti può rimanere uno spazio
per prendere dei provvedimenti al nostro “modo” di fare e di
essere, e fornire una risposta in base alla quale, se giusta è
possibile dare un senso migliore al nostro agire. Un esempio a
questo invito, la sua definizione di Kata che pressappoco dice così:
il Kata non può essere interpretato solo come “studio”volto al
combattimento, relegarlo a questo è riduttivo…Un altro invito ci è
rivolto sempre attraverso i Kata e viene in evidenza se ci poniamo
una domanda: perchè il Maestro ha scelto come ampiamente sufficienti
solo alcuni Kata e ancora quale è il loro significato e a cosa porta
il loro percorso di studio ? M° Egami ci fornisce una risposta,
Egli dice: penso che sia elevando la qualità del Karate in Heiho
che esso diverrà un vero Karate-do. La Via del Heiho è fatta in
primo luogo di disponibilità, rispetto, dignità, questi sono i Kata
fondamentali su cui deve essere formato lo spirito di un Arte
Marziale…
Io penso che un senso di vita può essere
costruito anche con piccoli gesti perché ogni azione positiva, ogni
parola positiva che ognuno di noi regala ad un altro è un fiore che
sboccia, e più fiori nasceranno e più il loro profumo sarà così
intenso che gli altri lo avvertiranno anche a distanza. |