CON QUESTO ARTICOLO VI PRESENTIAMO UNO SCRITTO
DEL MAESTRO Gichin Funakoshi, COLUI IL QUALE E’ DA SEMPRE DEFINITO DA TUTTI,
COME IL PADRE ED IL CODIFICATORE DEL KARATE’ MODERNO. NON A CASO PROPRIO LA SUA
FOTO E’ PRESENTE IN TUTTI I DOJO DI KARATE DEL MONDO.
Il
mito del Karate:
LA POTENZA
Di: Gichin Funakoshi – da:
www.irimi.it
(tratto da "Karate-Do Nyumon" - traduzione: Marco Forti)
In passato era comune la tendenza a mitizzare le storie sulle arti marziali.
Si prenda, per esempio, il seguente resoconto di un incidente che si presume sia
accaduto in Cina tanto tempo fa.
Era giorno di mercato e mentre folle di uomini e donne allegramente vestiti
camminavano in fila davanti a negozi coloratissimi e acquistavano cibo, abiti,
giochi, cianfrusaglie e fuochi d'artificio, si creò improvvisamente un gran
trambusto. "Una rissa! E' una rissa!"
"No, è un'altro incontro tra quegli uomini del kenpo!" La folla si accalcò.
I giovani si precipitarono verso il luogo da cui provenivano le grida, per
assistere al combattimento. Donne urlanti e bambini in lacrime cercavano
freneticamente di allontanarsi il più possibile. Al centro del tumulto stava una
figura imponente con una spaventosa barba arruffata che brillava alla luce del
sole e con la faccia lucente e rossiccia dalla collera e dall'alcol: il noto
Maestro Yang, ubriaco e, ancora una volta, causa di disordini. Ribolliva dalla
rabbia e stava spingendo e colpendo un vecchio venditore d'aglio coi capelli
bianchi.
Temendo
per la vita del vecchio la folla attendeva che qualcuno si facesse avanti per
soccorrerlo; tutti conoscevano però il cattivo temperamento del Maestro Yang e
la sua insensibilità alla ragione e, di conseguenza, nessuna anima osò avanzare
di un passo. La gente parlava con eccitazione ed il sentimento di compassione
per il pover'uomo era accompagnato dalla curiosità di vedere che cosa sarebbe
successo. Il vecchio sembrava comunque essere completamente a suo agio.
Barcollando leggermente e tossendo come se avesse l'asma, fece un largo sorriso
e disse: "Spingermi così non serve a niente; se è il combattimento che cerchi, a
me va bene. Certo tu parli troppo, ma a parole tutti possono essere degli
esperti. Allora cominciamo?"
Il vecchio tossì e si stirò, guardando il suo gigantesco avversario come se
avesse davvero l'intenzione di fronteggiarlo. Gli spettatori erano sbalorditi.
"Questo vecchio deve essere impazzito! Non sa che ha di fronte il Maestro Yang?"
"Non sembra, altrimenti non avrebbe detto ciò che ha detto!" "Deve essere uno
straniero, non l'ho mai visto prima!" Nonostante la sua pessima reputazione, il
Maestro Yang era considerato un esperto di kenpo ed un maestro nell'uso della
lancia e del bastone.
Aveva oltre mille allievi e si raccontavano storie fantastiche sulla sua
forza. Qualcuno disse di averlo visto abbattere un cavallo imbizzarrito con un
pugno. Altri sostenevano che fosse in grado di maneggiare come niente fosse una
gigantesca spada del peso di centoventi chili e di fracassare con le mani nude
un mucchio di dieci tegole. La sua arroganza e l'amore per il bere gli avevano
procurato una cattiva fama, ma a causa della sua grande forza ed abilità in
combattimento era temuto e rispettato in tutta la città.
La folla era rimasta stupita dalla risposta del venditore d'aglio. Lo stesso
Yang fu sorpreso ma la sua collera non tardò a riprendere il sopravvento.
"Tu, stupido vecchio pazzo! Avevo pensato di risparmiarti la vita ma ora ho
cambiato idea; preparati! Io, il Maestro Yang, pregherò sul tuo cadavere!" Con
un tremendo kiai scagliò il proprio pugno verso la testa del vecchio.
La
forza e l'impeto del suo attacco ricordavano quelle di un gigantesco Re Deva
infuriato. La folla restò senza fiato aspettando che il pugno fracassasse il
cranio del vecchio uomo.
Quest'ultimo si mosse un poco a sinistra e si fermò tranquillamente
barcollando lievemente come al solito. Yang, sbilanciato dal suo stesso
movimento cadde in avanti. Si rialzò immediatamente e, con un aspetto furioso e
terrificante, scagliò il suo pugno colpendo il vecchio allo stomaco. Qualche
spettatore si coprì gli occhi per non vedere il vecchio prostrarsi e vomitare
sangue.
Ma l'aspetto del viso del vecchio rimase immutato e il suo colore, al momento
dell'impatto del colpo, non cambiò minimamente. Rimase fermo, barcollando
ancora, con un grande sorriso sulle labbra. Yang, con costernazione, trovò il
suo pugno compresso contro lo stomaco del vecchio. Incapace sia di spingerlo più
a fondo sia di ritirarlo, appariva come un insetto che, imprigionato dalla carta
moschicida, sbatte le ali e si dimena per liberarsi. La folla rimase
sconcertata; non si era mai visto nulla di simile.
Ad una più profonda ispezione si sarebbe potuto constatare che il pugno di
Yang, della dimensione di una zucca, era stato imprigionato tra le pieghe dello
stomaco del vecchio. Il Maestro Yang, la cui forza era ritenuta senza pari,
stava ora sudando copiosamente. Il pugno imprigionato, la faccia rossa di
collera, egli si dibatteva e si contorceva inutilmente. Finché, alla fine, il
Maestro Yang, l'ubriaco noto per la sua arroganza, fu sopraffatto
ignominiosamente. Cadendo sulle ginocchia si inchinò ripetutamente dicendo:
"Maestro! Non ho riconosciuto un esperto dopo averlo visto ed ho agito come uno
stupido. D'ora in avanti sarò pieno di attenzioni e di rispetto per gli altri.
Ti chiedo umilmente perdono!" Guardando molto attentamente il pentito, il
vecchio disse: "Se hai capito veramente, va bene. Hai la reputazione di essere
un intollerabile spaccone. Non dimenticare che il mondo è molto grande; stai
attento a quello che dici e a quello che fai." Il vecchio rilassò i muscoli
dello stomaco ed il Maestro Yang si sedette pesantemente. Il vecchio passò oltre
e prese il suo sacco d'aglio. Tossendo oltrepassò il cerchio degli spettatori e
se ne andò senza guardare indietro.
Storie
come queste possono essere divertenti ma i problemi sorgono quando la gente
riporta questi avvenimenti come fossero realmente accaduti. In casi estremi essi
li riportano come se li avessero realmente vissuti.
Nel descrivere il tremendo potere del karate, vi sono persone che dicono cose
quali:
Esiste una tecnica segreta nel karate chiamata nukite (mano a lancia). Con le
dita si può perforare il fianco di un avversario ed estrarne le costole.
L'allenamento di questa tecnica è estremamente difficile. E' necessaria una
botte della capacità di quaranta-cinquanta litri riempita di fagioli secchi;
tenendo le dita unite si comincia a spingere con forza le punte delle dita tra i
fagioli. Si ripete questo esercizio diecimila volte al giorno. La pelle si
spaccherà e le dita sanguineranno. Gradualmente le dita si induriranno e
assumeranno un aspetto grottesco; se si continua l'allenamento la sensazione di
dolore scomparirà.
Quando si è raggiunto questo livello si sostituiscono i fagioli secchi con la
sabbia. Sarà più difficile ma, dopo mesi di pratica, si potrà raggiungere il
fondo della botte con un colpo solo. Gradualmente, dopo la sabbia si useranno
ghiaia, ciottoli e, eventualmente, sfere di piombo.
Come risultato di questo allenamento sarai in grado di penetrare assi di
legno con la punta delle dita, fare a pezzi la roccia e anche perforare il
fianco di un cavallo con le mani nude.
Una persona senza alcuna conoscenza del karate può prendere queste
pseudo-istruzioni alla lettera e convincersi che il karate sia terrificante e
spaventoso. Che quanto affermato è almeno parzialmente vero è attestato da
domande come: "Ho sentito che conosci il karate. Scusami se te lo chiedo ma sei
capace di rompere le pietre con le mani nude o di perforare i corpi con le
dita?"
Di fronte ad una domanda così bizzarra si dovrebbe comprendere che la persona
che avete davanti non conosce le arti marziali. Un sorriso ed una risposta
diretta: "No, non posso fare trucchi come questi" dovrebbero fugare ogni dubbio.
Ma
a volte qualche sciocco istruttore travia, imperturbabile, chi chiede simili
informazioni con risposte tipo: "Bè, non posso dire che non ci siano state
occasioni in cui l'abbia fatto..."
Sbruffoni come sono, spesso sono anche oratori così abili da far credere
queste storie ai propri ascoltatori.
Naturalmente molti di loro pensano di favorire la diffusione del Karate
rendendolo più attraente con le loro esagerazioni. In realtà essi nascondono la
vera natura del Karate con risultati decisamente pregiudizievoli. Non è forse
come uccidere qualcuno con gentilezza?
Oltre a quella della storia del Maestro Yang, i narratori hanno descritto
altre tecniche mistiche e segrete, il cui numero totale è limitato solo dalla
loro immaginazione. Forse ci saranno stati adepti in grado di usare queste
tecniche tra i maestri del passato ma attualmente non conosco un solo maestro di
karate che possa compiere simili imprese.
Ancora ci sono istruttori che traviano gli interessati con spiegazioni del
tipo: "Nel karate una presa potente è molto importante. Per sviluppare la tua
presa puoi allenarti prendendo due giare abbastanza ampie da potere a malapena
afferrare l'apertura con le dita. Riempile con la sabbia e, tenendone una per
mano, dondolale avanti e indietro. Una persona che ha sufficientemente
sviluppato la propria presa attraverso l'allenamento può strappare la carne dal
braccio o dalla gamba del proprio avversario." Sebbene ci sia qualcosa di vero
in quanto sopra riportato, la parte relativa allo strappare la carne di un uomo
è semplicemente ridicola…stiamo parlando di carne umana e non di pasta frolla.
La carne umana non può essere certo lacerata così facilmente.
Ciononostante un giorno un istruttore venne nel mio dojo e mi chiese se
volessi apprendere da lui la sua tecnica segreta.
Pensai tra me e me che alcuni uomini sono veramente sfacciati e gli chiesi
immediatamente di dimostrare la sua tecnica su di me. Il risultato fu bislacco.
Sentii non più di un forte pizzicotto. Inoltre, il suo pizzicotto, ben lungi
dallo strappare la mia carne, non lasciò neppure il segno. Tutta la questione fu
davvero comica.
Ciò non significa che una presa forte non sia un vantaggio. Ho sentito
parlare di persone con una forza eccezionale. Un uomo fu in grado di effettuare
un giro completo dell'esterno della propria abitazione aggrappandosi e
penzolando di trave in trave (bisogna comunque ricordare che, al contrario delle
case del continente, le abitazioni di Okinawa hanno travi più fitte che rendono
possibili questi movimenti).
Ed
è un fatto che il mio rispettato insegnante, il Maestro Itosu, che è ampiamente
riconosciuto quale moderno esperto di karate-do, poteva rompere grosse canne di
bambù con le sue mani. Credo comunque che la presa di Itosu fosse piuttosto un
dono naturale che un'acquisizione guadagnata attraverso l'allenamento.
Con l'allenamento continuo, il corpo umano può essere portato ad alti livelli
di forma fisica e di prontezza. Bisogna comunque ricordare che ci sono limiti
naturali.
E' vero che alcuni praticanti di karate possono compiere certe imprese negate
alle persone comuni come rompere grosse tavole o frantumare dodici o tredici
tegole accatastate. Ma queste sono cose che chiunque può fare con un minimo di
allenamento specifico. Le rotture di tavole e laterizi non sono che semplici
esperimenti e come tali non sono indispensabili al karate e non possono essere
assolutamente considerate, nemmeno con grandi sforzi di immaginazione, tecniche
segrete.
Al contrario, per quanto concerne il karate-do, esse sono solo elementi
estranei. Spesso le domande dei non addetti assumono forme tipo: "quante tavole
bisogna rompere per raggiungere un certo grado?"
Sembra quasi che essi confondano il sistema di graduazione del karate con una
scala (il grado di karate shodan "primo grado" può anche significare "primo
piolo" di una scala). Naturalmente non c'è connessione alcuna.
Il karate-do è una nobile arte marziale, ed il lettore può essere certo che
coloro che si vantano di rompere tavole o frantumare tegole, o affermano di
essere in grado di compiere imprese bizzarre quali strappare la carne umana e
estrarre costole, in realtà non conoscono assolutamente niente del karate. Essi
stanno solo giocando con le foglie e con i rami di un grande albero senza avere
la minima conoscenza del tronco.
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