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Muay Boran e difesa personale reale

Di: Marco De Cesaris

L’elemento tecnico che solitamente più colpisce il neofita che si avvicina per la prima volta alle arti marziali è l’uso che viene fatto delle gambe per sferrare calci potenti ed in particolare il principiante è attratto dall’abilità con cui gli esperti mulinano i propri arti per mettere fuori combattimento gli avversari con spettacolari calci alla testa.

    

In realtà il vero esperto di difesa personale reale (fiction cinematografica a parte) si dedica in massima parte a perfezionare tecniche di calcio che non superino il livello dell’anca dell’avversario: ciò è vero per numerosi stili di arti marziali orientali e la Muay Thai tradizionale o Muay Boran ovviamente non fa eccezione.

La disciplina di combattimento siamese è nata proprio partendo dall’osservazione delle esigenze concrete del combattente nel momento nello scontro reale. In base alle attitudini psicologiche ed alla morfologia del praticante e del suo avversario sono state elaborate una serie di strategie di combattimento che si adattano alle varie situazioni di lotta: le soluzioni tecniche più utilizzate sono ovviamente quelle che si rivelano più efficaci ed utili in uno scontro che ci veda opposti ad un avversario che ci sovrasta per altezza o per peso.

Una tale differenza di stazza non viene ovviamente mai riscontrata durante un combattimento sportivo, in cui una delle prime condizioni affinché l’incontro venga disputato è che i due contendenti si presentino sul ring ad un peso pressoché uguale.

E’ invece relativamente frequente in caso di aggressione, soprattutto se chi viene attaccato è di sesso femminile e l’aggressore è un uomo, che tale differenza si riscontri, rendendo necessario un approccio strategico diverso rispetto a quello che si utilizzerebbe sul quadrato di gara.

    

Il vero intenditore di combattimento reale sa che proprio i calci bassi sono una delle migliori armi a sua disposizione in caso di scontro senza regole; tali colpi sono relativamente facili da eseguire anche in condizioni sfavorevoli di abbigliamento e di terreno di scontro e, dovendo affrontare avversari più alti e pesanti si riesce con i calci bassi a infliggere danni seri senza dover arrivare ad essere afferrati passando a rischiosi corpo a corpo.

Inoltre, una delle qualità maggiori delle tecniche di autodifesa deve senz’altro essere la applicabilità anche in casi di prolungata assenza dal luogo di allenamento o comunque in periodi di scarsa forma atletica: a tale requisito rispondono pochi gruppi di tecniche in quanto molti degli attributi necessari ad una corretta ed efficace esecuzione delle stesse (velocità, scioltezza, colpo d’occhio), vengono persi rapidamente in caso di forzata inattività.

Ciò non accade con le tecniche di calcio portate in linea bassa in quanto, una volta apprese correttamente e sviluppate in tutte le loro varianti, si riescono a “mantenere” anche con un ridotto regime di allenamento.

    


Nella Muay Boran molte delle tecniche di calci portati al disotto della cintura sono col tempo passate in disuso per lo scarso utilizzo fatto delle stesse durante le competizioni sportive: delle moltissime tecniche di quel genere solo i calci circolari (noti ormai come low kicks) portati alle gambe per fiaccare la resistenza dell’avversario ed i calci frontali portati alle cosce o all’inguine al fine di mantenere una distanza a noi consona, sono rimasti parte integrante del bagaglio tecnico di ogni buon pugile che voglia misurarsi sul ring.

In realtà lo stile di lotta tradizionale siamese, in quanto nato come supporto tecnico della elite militare che si trovava a combattere in condizioni estreme sui campi di battaglia dell’epoca, disponeva di moltissime tecniche di calcio che prendevano di mira i bersagli sensibili per eccellenza come i testicoli o le ginocchia, retaggio di un tempo in cui anche i combattimenti in tempo di pace venivano disputati senza regole, ad oltranza ed ovviamente senza categorie di peso.

Soprattutto i combattenti di piccola statura si specializzavano spesso in colpi a sorpresa che, contro attacchi alla testa di pugno o di calcio, permettevano di “tagliare le gambe” all’avversario, così come erano soliti dire i maestri del passato, rendendolo completamente inoffensivo perché incapace di reggersi in piedi e quindi di combattere.

    

Quanto più l’avversario è irruente e quindi poco scaltro, tanto più sarà agevole evitare la potenza dei suoi attacchi mettendolo in condizioni di non nuocere con azioni velenose mirate alle parti esposte delle sue gambe o dell’inguine.

Nella Muay Boran molte delle azioni tecniche di questo genere sono contenute nelle forme base Mae Mai e Look Mai Muay Thai (la vera fonte tecnica della maggioranza dei principi di lotta siamesi) ed altre nelle tecniche dello stile Hanuman (o della Scimmia Bianca), noto per le sue tecniche evasive e sorprendenti; in particolare le Look Mai come Tayae Kham Sao, Graisorn Kham Huai, Nak Mud Badan e Tae Kwad Larn sono applicazioni evidenti di quanto detto finora.

Inoltre, avendo ogni tecnica base numerose varianti (fino a cinque) codificate grazie all’opera di insigni maestri siamesi del passato e dalla Commissione nominata ad hoc dal Ministero dell’Educazione thailandese in tempi più recenti, molte altre applicazioni interessanti anche ai fini di un utilizzo nell’autodifesa moderna, sono oggi disponibili per i più appassionati.

    

Ovviamente, come ogni altra tecnica di Muay Thai, anche per queste azioni devastanti è necessario un allenamento specifico al fine di sviluppare potenza nel colpi e scelta di tempo corretta per la loro applicazione: abbinando il normale lavoro di corsa su strada ad esercizi specifici con sovraccarichi (da eseguire sempre sotto la supervisione di un trainer esperto), lavorando al sacco pesante lungo (noto anche come banana bag) ed ai cuscini per calci, e testando poi i progressi fatti con lo sparring a tre passi e con il combattimento condizionato (gli esercizi tradizionali che servono a sviluppare la “memoria del corpo” in tema di tecniche offensive e difensive) in tempi relativamente brevi si può riuscire a raggiungere una buona efficacia in combattimento reale anche in condizioni sfavorevoli di peso ed altezza rispetto all’avversario.

Nel corso di quest’anno verranno organizzati dall’IMBA in Europa seminari di autodifesa tradizionale thai in cui, tra i vari argomenti, verranno approfondite proprio le tecniche di calci bassi tipiche della Muay tradizionale nelle versioni più arcaiche e nelle loro applicazioni moderne.


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