ECCOVI UN ARTICOLO DI LUCIO PICCIOLI, UNO DEGLI ISTRUTTORI
DELLA
Makotokai Karate Arezzo, SU UN TEMA PARTICOLARE, QUELLO DELLA DIFESA
PERSONALE. ECCOVI ALCUNE OPINIONI E CONSIGLI GENERALI, SCATURITI DA ALCUNE SUE
RIFLESSIONI.
CONSIGLI DI DIFESA PERSONALE
Di: Lucio Piccioli “CENTRO MAKOTOKAI TOSCANA”
(Foto di repertorio tratte dal web)
I
drammatici fatti di cronaca che da alcuni giorni si stanno ripetendo in tutta
Italia ci hanno spinto ad addentrarci nella trattazione di un argomento molto
delicato ma purtroppo di scottante attualità: ragazze innocenti stuprate da
bande di extracomunitari innanzi al fidanzato pestato a sangue e costretto ad
assistere (ah, siamo favorevolissimi alla castrazione proposta dal Ministro
Calderoli per questi delinquenti ma non a quella chimica, a quella chirurgica
senza anestesia), accoltellamenti, aggressioni, rapine, furti in casa e violenze
di ogni tipo vengono perpetrate ai danni di chiunque e con sempre maggior
efferatezza, senza distinzione di sesso, ceto o posizione sociale.
Anche le persone animate dal più convinto spirito pacifista
si possono trovare catapultati in una situazione di estremo pericolo dove una
esitazione o un attacco di panico incontrollato possono risultare, scusatemi la
franchezza fatali.
Chi scrive, grazie anche ad una oramai comprovata esperienza
nelle Arti Marziali (pratico dal 1990) intende in questo servizio dare un aiuto,
non insegnando pseudo tecniche “mirabolanti ed assolute” come alcuni
assurdamente pretendono di fare in poche righe, generando una grande confusione
ed esponendo i lettori ad un pericolo ancora maggiore contribuendo a creare in
essi una falsa sicurezza, bensì cercando di fornire, in primis, consigli utili
ad evitare una situazione potenzialmente pericolosa e solo in seguito esponendo
piccoli accorgimenti tecnici.
Chiunque può essere considerato un soggetto a rischio, anche
se in particolare vittime predestinate risultano essere soprattutto gli
individui più deboli, come ad esempio le donne, poiché normalmente chi
aggredisce non brilla particolarmente per coraggio o lealtà. Il primo punto da
affrontare è, come ho già anticipato, la prevenzione di una situazione a
rischio: evitate di aggirarvi in luoghi che possano favorire un’aggressione come
parchi, strade isolate di periferia e zone industriali (soprattutto dopo le ore
19 quando sono deserte); cercate sempre di prevedere a priori le situazioni in
cui vi andate a porre; non date mai adito ad atteggiamenti provocatori allo
stesso tempo però evitate assolutamente di dimostravi titubanti o timorosi.
Un esempio pratico a riguardo può essere costituito dalla
seguente situazione: dovete attraversare per forza (se potete scegliere un
percorso alternativo fatelo subito) una strada ai cui margini notate dei tipi
sospetti che si scambiano fugaci sguardi e accennano a voi, a questo punto ogni
vostro gesto per loro costituirà un potenziale segnale della vostra
predisposizione o meno ad essere vittima…
Mostratevi sicuri, avanzate con passo deciso, non abbassate mai lo sguardo,
evitate però al contempo di fissarli direttamente poiché equivarrebbe a
sfidarli, mantenete sempre un’attenzione vigile; assumete un atteggiamento
mentale che li faccia desistere a priori: un aggressore evita un bersaglio che
possa creare problemi, sta quindi a voi fargli capire che potreste dargliene
(anche il solo urlare e richiamare attenzione costituisce un problema per questi
individui).
Abbiamo toccato un secondo punto cruciale, richiamare
l’attenzione: spesso la gente comune quando sente una richiesta di aiuto
preferisce aspettare che se ne occupi qualcun’ altro, molti hanno paura persino
di fare la cosa più logica: chiamare le Forze dell’ Ordine temendo forse
ritorsioni dei malviventi, ed inoltre un’ aggressione si risolve generalmente
nell’arco di pochi secondi che possono risultare vitali.
Ci tengo a rimarcare che non vogliamo incitarvi a diventare dei novelli
“Giustizieri della Notte” o picchiatori da strada: niente di più lontano dal
nostro obiettivo; riteniamo però giusto far capire alla gente che episodi come
quello della ragazza violentata ai margini della strada sotto gli occhi di
passanti (ancor più vigliacchi degli stessi stupratori…) che preferivano far
finta di non accorgersi di nulla o aspettare che se ne occupasse qualcun’altro
sono state messe in prima pagina troppe volte.
Attirate quindi l’attenzione urlando cose tipo “al fuoco”,
questo vi potrebbe dare una possibilità in più di veder giungere soccorsi in
tempo utile. Quando poi vi rendete conto di trovarvi in una situazione da cui
dovete cercare di uscire con le vostre sole forze cercate di tenere presenti i
piccoli suggerimenti che vado ad illustrarvi. Prima però è necessaria una
premessa: il Codice Penale (art.52) fissa limiti ben precisi al concetto di
legittima difesa quindi ricordatevi sempre che se ingaggiate un combattimento
quando però potete disporre di una via di fuga rapida ed accessibile incorrerete
in un reato e lo stesso accade in caso di eccesso nel ricorso a tecniche di
difesa.
Quando vi trovate (augurandovi che mai accada!) in una
situazione in cui la vostra incolumità o quella di un’altra persona sono poste
in grave pericolo dovete cercare di intervenire in maniera rapida e decisa per
potervi aprire una via di fuga. Voglio a questo punto sfatare un falso mito: la
pratica costante di un’Arte Marziale può essere di aiuto in una situazione di
questo tipo ma solo fino ad un certo punto poiché è sempre il praticante a fare
la differenza: nonostante io stesso mi sia convertito da anni al Karate Full
Contact sono ben conscio del fatto che innanzi tutto il combattimento praticato
in palestra o in gara prevede sempre una forma seppur minima di controllo ed una
lealtà di fondo (perfino nei violenti scontri di Vale Tudo, oggi di gran moda,
ci sono arbitri e regole); in molte palestre purtroppo non ci si allena a
portare i colpi a fondo e non ci si abitua ad incassarli, nel dojo inoltre si
indossano kimoni o tenute che agevolano i movimenti ma soprattutto non ci si
prepara a gestire lo stress e le scariche d’adrenalina scatenate da un evento
improvviso che trascende il nostro controllo.
Provate adesso ad immaginare di trovarvi di notte, in una
strada isolata, vestiti con jeans stretti che impacciano i movimenti, o peggio
in giacca e cravatta, indossando scarpe con la suola di cuoio e magari l’asfalto
è anche stato reso scivoloso dalla pioggia: all’improvviso venite avvicinati da
uno o più individui armati di coltelli o siringhe che vi minacciano…Credete
davvero che in tali condizioni riuscirete ad eseguire tutte le tecniche
spettacolari e coreografiche che praticate con disinvoltura in palestra? Temo
proprio di no: mi spiace svegliarvi bruscamente dai vostri sogni di Van Damme
della nuova generazione ma è meglio che non ve ne dobbiate accorgere sulla
vostra pelle.
La pratica di un’Arte Marziale comunque vi sarà sicuramente
utile sotto l’aspetto della consapevolezza e del controllo: dovrete
padroneggiare la situazione dal primo momento, chi vi attacca deve capire che
comandate voi e che scegliendovi come vittima ha commesso un grosso errore. Il
vostro atteggiamento mentale giocherà un ruolo determinante per tornare a casa
vivi. Una vostra reazione decisa spiazzerà subito un aggressore, non cominciate
a ragionare in termini di “oddio, questo mi farà del male” bensì “ti farò del
male per salvarmi”. Anche se siete pratici di combattimento usate tecniche
semplici e realizzabili a freddo: i calci circolari alle cosce sono tra le più
efficaci poiché l’ematoma che si forma rapidamente per via dei numerosi vasi
sanguigni presenti, va a comprimere i centri nervosi di quell’area, quindi
l’aggressore comincia a barcollare e a perdere stabilità consentendovi la fuga
(ricordatevi che questo deve essere sempre il vostro obiettivo principale),
stesso effetto è sortito anche da calci alle articolazioni delle gambe ed
inoltre non abbiate paura a portare anche tecniche sporche tipo colpi ai
genitali, agli occhi, al pomo d’Adamo, ai timpani o alla radice nel naso.
Abituatevi poi a pensare che tutto ciò che avete sottomano
può essere usato come un’arma: un mazzo di chiavi, il cellulare, la cintura dei
pantaloni…e persino il tono di voce in quanto una reazione decisa può di per sé
intimorire un avversario. Se dovete reagire poiché c’è in gioco la vostra
incolumità fatelo al 100%, usate quella che nell’Esercito viene chiamata
violenza d’azione vale a dire una volta intrapresa l’azione portatela a temine
in ogni modo senza esitazioni, non avendo paura di ricorrere ad una sana
cattiveria (sempre nei termini fissati dalla Legge), ed anche quando questa è
conclusa rimanete sempre in uno stato di allerta, atteggiamento chiamato Zanshin
nelle Arti Marziali. Non sottovalutate mai il pericolo o le persone che avete
innanzi, tecnicamente evitate movimenti ampi, che portino a sbilanciarvi o che
vi facciano dare le spalle all’avversario; proteggete il viso (guardia alta);
assumete una posizione defilata in modo da offrire solo un quarto del corpo
all’avversario; mantenete sempre una certa distanza, avendo cura di evitare il
corpo a corpo specie se l’avversario è armato; non fatevi mai trascinare a
terra; non programmate i colpi da portare ed usate tutto il vostro arsenale
naturale (gomiti, ginocchia, testa).
Percepite sempre quello che accade intorno a voi: in caso di
più aggressori non fissatevi su uno in particolare mantenete una visione
periferica. Infine, visto che poco fa vi abbiamo fatto cenno, un consiglio a
parte è relativo anche all’abbigliamento: se possibile indossate sempre scarpe
con suola di gomma e pantaloni di una taglia superiore per essere liberi di
muovervi al meglio ed evitate di portare cravatte che costituiscono un ottimo
appiglio per un eventuale avversario.
Spero di non aver impaurito o sconcertato nessuno, ma
dobbiamo renderci conto che la violenza è parte costante della vita e della
storia dell’uomo; essa diviene pericolosa solo quando non la controlliamo o
cerchiamo di ignorarla pensando che “…queste cose capitano solo agli altri…”;
dobbiamo, volenti o nolenti, prenderne coscienza e cercare di canalizzarla in
maniera positiva per evitare di esserne sopraffatti.
Con questo articolo, lo ribadisco ancora una volta, non si vuole incitare
nessuno a farsi giustizia da solo, ricordatevi però sempre che la legittima
difesa non è un reato e che se in ballo c’è la vostra incolumità o quella di un
vostro caro, e non avete alternative, vale la legge del “a mali estremi, estremi
rimedi”.
In conclusione ancora tre cose:
-
non improvvisatevi mai “guerrieri della domenica”, se
potete frequentate corsi di Arti Marziali o discipline di combattimento
prediligendo sempre quelle a contatto pieno dove ci si abitua sin dai primi
tempi a portare colpi, incassarli e schivarli in maniera realistica ed a
gestire lo stress che naturalmente deriva da un confronto reale;
-
come già detto, a fare la differenza è e sarà sempre il
vostro atteggiamento mentale, quindi ricordatevi bene che se ragionate da
vittime sarete sempre vittime…
-
nel corso di una vecchia intervista, a Benny “the Jet”
Urquidez , uno dei più grandi pionieri della Kickboxing negli anni ‘70 ed
imbattuto campione del mondo venne chiesto - “Cosa c’è di più efficace del
Full Contact ?” – e lui rispose senza esitazione – “Oh beh c’è Colt, Smith &
Wesson, Remington…”.
State attenti la fuori!
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