| IN QUESTA SEZIONE DI ARTICOLI INFORMATIVI, PARLIAMO 
GENERICAMENTE DI EVENTUALI PATOLOGIE E TRAUMI RISCONTRABILI IN PALESTRA, DURANTE 
LA PRATICA DEI NOSTRI SPORT. COGLIAMO NEL CONTEMPO, ANCHE L’OCCASIONE PER 
APPROFONDIRE LA NOSTRA CONOSCENZA ANATOMICA E FISIOLOGICA DEL CORPO UMANO. ECCO 
CHE IL NOSTRO FEDERICO FRAGALE, DOPO AVERCI PARLATO GENERICAMENTE DI QUESTA 
IMPORTANTE ARTICOLAZIONE(VEDI:
Esaminiamo l'articolazione del gomito) DELLE 
Lesioni muscolari  E DI ALTRE POSSIBILI SPECIFICHE PATOLOGIE DA SOVRACCARICO 
FUNZIONALE NELLA APPOSITA RUBRICA
Traumi da sport; è LA VOLTA ADESSO DELLA:
PATOLOGIA DA SOVRACCARICO FUNZIONALE DEL GOMITO
 Il 
gomito del “tennista"E’ una affezione assai diffusa che è caratterizzata da dolore 
nella regione laterale del gomito, in corrispondenza dell’epicondilo. E’ stata chiamata “tennis elbow” perché riscontrata con una 
certa frequenza nei tennisti.  Tale denominazione è ormai entrata nell’uso comune, anche se 
colpisce schermitori, golfisti, hockeisti e perché no… kickboxer. D’altra parte i termini di epicondilalgia o di epicondilite 
usati in alternativa a quello di “tennis elbow” sono impropri per la natura 
stessa dell’affezione (malattie della inserzione dei muscoli epicondiloidei). Il dolore in genere si manifesta in modo insidioso, 
progressivo e nei tennisti di solito, compare dopo un cambiamento di racchetta, 
specie se non equilibrata con una nuova accordatura con corde maggiormente tese, 
specie se di nylon.  
 Solo raramente il dolore compare improvvisamente dopo un 
colpo non centrato, nel quale la palla ha impattato il bordo della racchetta. Il dolore può essere diffuso sulla regione laterale del 
gomito oppure localizzato in corrispondenza dell’epicondilo o, più in basso e 
posteriormente, nell’interlinea radio-omerale.  Compare nel corso della pratica sportiva per attenuarsi con 
il riposo; ma col passare del tempo l’esercizio diventa impossibile ed il 
soggetto lamenta un netto dolore al risveglio mattutino, anche dopo alcune ore 
di immobilità notturna.  Esso inoltre, compare in alcuni momenti della vita 
quotidiana, aprire una porta, riempire un bicchiere sostenendo una bottiglia 
piena, bloccare una vite, portare una pianta, annodarsi la cravatta, stringere 
la mano ad un conoscente, potrebbe diventare estremamente doloroso, perfino 
impossibile. 
 L’esame 
obiettivo deve ricercare con la palpazione i punti dolorosi specifici 
(epicondilo ed interlinea radio-omerale, vedi figura) ma soprattutto debbono 
essere effettuati dei test muscolari selettivi, perché è estremamente 
importante, per la terapia identificare il muscolo o i muscoli epicondoileidei 
interessati dalla flogosi inserzionale. Allo scopo si fanno eseguire dei movimenti in 
prono-supinazione dell’avambraccio, di estensione del polso e di abduzione del 
polso: tutti contro resistenza ed avambracci in estensione (vedi figura). La diagnosi differenziale va posta con la cosiddetta 
epitrocleite, affezione dolorosa della stessa natura che colpisce le inserzioni 
dei muscoli epitrocleari, specialmente nei giavellottisti.  In questa affezione il dolore è molto localizzato ed assai 
vivo alla pressione. Vanno inoltre tenute presenti le irradiazioni dolorose di una 
discopatia o di un’artrosi cervicale. In questi casi il dolore può essere 
bilaterale ed irradiarsi ai muscoli della faccia laterale dell’avambraccio. La teletermografia risulta di notevole aiuto per la precisa 
localizzazione della zona colpita dalla flogosi (figura) mentre l’esame 
radiografico di regola è negativo. 
 Nell’immagine si evidenzia una zona di intensa ipertermia in 
corrispondenza dell’epicondilo. L’area di ipertermia si estende anche lungo i 
muscoli epicondiloidei. Talvolta si notano delle calcificazioni paraepicondiloidee, 
la cui presenza orienta verso intervento chirurgico, rendendo inutile il 
trattamento terapeutico abituale.   Questo si basa sulla ionoforesi con sostanze 
antinfiammatorie, che può fare regredire il dolore o almeno ridurre l’estensione 
della flogosi, permettendo in seguito di ottenere la guarigione con una sola 
infiltrazione locale di cortisone, eseguita con tecnica perfetta. Bibliografia:atlante di traumatologia dello sport per il 
medico pratico
 Giorgio Santilli ed. nattermann
 |