E’ QUESTO UNO DEGLI ARTICOLI GENTILMENTE CONCESSICI DA
ROBERTO BOCCHETTI (Personal Trainer Professionista
www.personal-trainers.org ) CHE VANNO AD ARRICCHIRE LE APPOSITE RUBRICHE
DELLA NOSTRA RIVISTA ELETTRONICA SULLA PREPARAZIONE ATLETICA. LO ACCOGLIAMO CON
GIOIA TRA I NOSTRI COLLABORATORI E LO RINGRAZIAMO PER LA DISINTERESSATA
COLLABORAZIONE MOSTRATACI.
L'elettrostimolazione
Di: Roberto Bocchetti 
E’
una metodica di allenamento che, grazie anche a un massiccio bombardamento
pubblicitario, si sta diffondendo non più solo fra gli sportivi professionisti
ma anche tra coloro che praticano sport a livello amatoriale.
Ma cosa è in effetti l’elettrostimolazione? Funziona davvero
?
Quali sono gli ambiti di impiego ? Può essere pericolosa ?
Cominciamo
con il fare un po’ di chiarezza, cercando intanto di capire come è possibile
produrre lavoro muscolare tramite l’elettrostimolazione.
I nostri muscoli si contraggono sotto il "comando" del
Sistema Nervoso.
Gli "ordini" che il cervello impartisce ai muscoli non sono
altro che impulsi di natura elettrica.
Perciò, con specifici apparecchi (elettrostimolatori) capaci
di fornire impulsi analoghi, si può riprodurre il meccanismo naturale della
contrazione muscolare.
L’elettrostimolazione finalizzata al miglioramento delle
prestazioni sportive funziona e ormai sono molti gli studi effettuati a sostegno
della sua efficacia.
In linea di massima possiamo dire che quando svolgendo i
tradizionali esercizi ginnici, sentiamo il bisogno di riposare, spesso la causa
non è un reale affaticamento muscolare, ma una fatica di tipo "mentale".
Talvolta, infatti, siamo poco concentrati oppure annoiati e
non riusciamo perciò a rendere veramente produttivo il nostro allenamento.
Con l’elettrostimolazione, rimuovendo l’ostacolo della fatica
"mentale", questo non avviene; costringiamo facilmente i muscoli a lavorare con
tutto il loro potenziale ed otteniamo quindi i migliori risultati.
Attualmente sono sempre più numerosi i campi di applicazione
dell’elettrostimolazione.
In campo sportivo la si usa per aumentare la forza nelle sue
componenti principali (esplosiva, massima, resistente), inoltre ci sono
programmi che migliorano la resistenza aerobica dei muscoli, ne aumentano la
capillarizzazione, o accelerano il recupero a seguito di allenamenti o gare
intense.
L’elettrostimolazione trova impiego anche in ambito
riabilitativo per il recupero funzionale e la terapia antalgica T.E.N.S. e anche
in ambito estetico per combattere gli inestetismi.
Come per qualsiasi altra metodica di allenamento, anche
l’elettrostimolazione necessita di professionalità e conoscenze specifiche
quali:
-
Anatomia (per capire dove vanno collocati gli
elettrodi, non basta seguire le figure dei manuali di istruzione, occorre
infatti saper individuare i punti di repere e far riferimento agli aspetti
biomeccanici e chinesiologici che una stimolazione comporta.)
-
Teoria dell’allenamento (programmare le sedute per
migliorare una qualità muscolare e quindi inserirle in un piano di lavoro
globale, presuppone delle solide basi teoriche a monte)
-
Elettrologia (vi sono racchiuse tutte le variabili
relative alla scelta degli elettrodi da usare, la consistenza della cute, del
tessuto adiposo sottocutaneo e della sua idratazione, la distribuzione del
campo elettrico, ecc....)
Per quanto riguarda le controindicazioni, in linea di
principio vale la legge del buonsenso, quindi salvo indicazioni specifiche da
parte del medico sono da evitare le stimolazioni su soggetti portatori di
pacemaker, protesi e materiale da osteosintesi, gravidanza, patologie cardiache,
stati infiammatori e convalescenziali.
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