RACCOGLIAMO DAL SITO WTKAINTERNATIONAL E VI RIPROPONIAMO 
QUESTO INTERESSANTE ARTICOLO DI PATRIZIA INTROINI, CHE CI PARLA DI CIO’ CHE 
AVVIENE IN TUTTO IL MONDO, PER CONSENTIRE LA PRODUZIONE MASSICCIA DI PROTEINE 
ALIMENTARI. 
Dietro le quinte... delle proteine
Di: Patrizia Introini 
(Dipartimento WTKA - SALUTE e BENESSERE) 
Tratto da
www.wtkainternational.com 
 Avete 
visto il video di Paul Mc Cartney che vi ho lasciato nel 
precedente articolo sul 
Metabolismo? Sconvolgente vero?... Ci avreste mai creduto? Beh,.. se non l’avete 
ancora fatto... guardatelo in fondo all’articolo, perché adesso entrano in 
 scena “Le Proteine”!.  
E dato che voi sapete molto bene quanto siano importanti 
nella nostra alimentazione, prima di pronunciare parole, leggiamo insieme anche 
questo ricco opuscolo di cui non voglio omettere nemmeno una virgola… 
Il mondo moderno industrializzato minaccia l’ambiente 
naturale in più e più modi. Di queste minacce, e di come porvi rimedio, si 
discute con passione da anni in vari ambiti. Ma troppo spesso viene trascurato 
un fattore fondamentale: l’allevamento di bovini e di altri animali per 
l’alimentazione umana. Per consumo di risorse… carne, latte e uova sono 
indiscutibilmente i cibi più dispendiosi, inefficienti e inquinanti che si 
possano concepire: questo ha una ripercussione diretta, immediata e 
irrimediabilmente negativa sia sui paesi più poveri, sia sull’ambiente.  
All’interno di questo opuscolo, dati schemi e figure 
mostrano quanto, come e perché. 
840 milioni di esseri umani, soprattutto bambini (e quasi 
tutti nel Sud del mondo),soffrono di denutrizione cronica (dati FAO 2004). Ma, 
com’è noto, la fame nel mondo non è un problema causato dalla mancanza di cibo 
prodotto, ma da una sua distribuzione non omogenea e soprattutto dagli sprechi 
enormi: 36 dei 40 paesi più poveri del mondo esportano cibo verso gli USA e 
l’Europa. 
  
L’Etiopia, anche durante la sua peggiore carestia, produceva 
semi oleosi che esportava per il consumo animale. Il Brasile conta 16milioni di 
persone malnutrite ed esporta 16 milioni di tonnellate di soia per mangimi 
animali - 1000 kg di soia l’anno per ogni individuo malnutrito! (Fonte: Database 
FAO 2001) La Colombia dispone di 45 milioni di ettari coltivabili: solo 5 
milioni sono coltivati per produrre cibo per la popolazione, 40 milioni sono 
latifondi lasciati a pascolo per la produzione di carne. In Messico, milioni di 
persone soffrono di denutrizione cronica. Nel 1960, il bestiame consumava il 5% 
dei cereali prodotti.Nel 2003, il 45%. Allo stesso modo, per l’Egitto si è 
passati dal 3% a 31%, per la Cina dall’8% al 28%. (Fonte: Unimondo) 
  
FABBRICHE DI PROTEINE ALLA ROVESCIA
Abbiamo visto che nel mondo una gran parte dei vegetali 
prodotti non va a nutrire gli umani, ma gli animali, anche in quei paesi in cui 
la morte per fame è all’ordine del giorno. Si potrebbe pensare “D’accordo, 
produciamo mangimi anziché vegetali per noi, però poi l’animale produce carne, 
latte, uova, quindi quello che ha mangiato ce lo restituisce. Giusto?” No! 
Sbagliato! Perché l’animale, considerato come macchina che trasforma risorse 
vegetali in animali, è completamente inefficiente. 
È definito indice di conversione la quantità di kg di vegetali necessari a far 
aumentare il peso dell’animale di un kg: 
   
Perché? Perché la maggior parte del cibo ingerito viene speso 
in forma di energia, per far vivere l’animale, non va a formare i suoi tessuti. 
Se facciamo un confronto con le proteine ,anziché con il peso dei vegetali, i 
risultati sono simili:per produrre un chilo di proteine animali servono 15 chili 
di proteine vegetali! Una vera fabbrica di proteine alla rovescia !!  
  
Qual è l’impatto sociale di questo spreco, la sua 
ripercussione sui popoli dei paesi più poveri ? L’economista Frances Moore Lappé, 
ha calcolato che in un anno, nei soli Stati Uniti, sono state prodotte 145 
milioni di tonnellate di cereali e soia. Per conto, sono stati ricavati 21 
miloni di tonnellate di carne, latte, uova. Facendo la differenza, si ottengono 
124 milioni di tonnellate di cibo sprecato: questo cibo, avrebbe assicurato un 
pasto completo al giorno a tutti gli abitanti della Terra! Con il solo spreco 
degli USA. (Fonte: Frances Moore Lappé, “Diet for a small planet”, New York, 
Ballantine Books,1982, pp.69-71) 
  
Se consideriamo le proteine anziché le calorie: un ettaro di 
terra destinata ad allevamento bovino, produce in un anno 66 Kg di proteine. 
Destinando lo stesso terreno alla coltivazione della soia, otterremmo nello 
stesso tempo 1848 Kg di proteine, cioè 28 volte di più. (Fonte: J. Andrè, Sette 
miliardi di vegetariani, Giannone Ed.) 
  
  
SPRECO DI ACQUA
Il 70% dell’acqua utilizzata sul pianeta è consumato dalla 
zootecnia e dall’agricoltura. Dobbiamo sommare, infatti, l’acqua impiegata nelle 
coltivazioni, che avvengono in gran parte su terre irrigate, l’acqua necessaria 
ad abbeverare gli animali e l’acqua per pulire le stalle. Una vacca da latte 
beve 200 litri di acqua al giorno, 50 litri un bovino o un cavallo, 20 litri un 
maiale e circa 10 una pecora. (Fonte: “Le fabbriche degli animali”, E. Moriconi, 
Ed. Cosmopolis, 2001) 
  
Fonte: “Water Resources: Agriculture, the 
Environment, and Society”An assessment of the status of water resources by David 
Pimentel, James Houser, Erika Preiss, Omar White, et al. Bioscience, February 
1997 Vol. 47 No. 2. David Pimentel è specialista in risorse idriche alla Cornell 
University, Ithaca, New York 
SPRECO DI ENERGIA
 Anche 
l’energia fossile necessaria per la produzione di cibi animali è di gran lunga 
maggiore di quella necessaria per la produzione degli stessi nutrienti da fonti 
vegetali. Le calorie di combustibile fossile spese per produrre una caloria di 
proteine dal grano, sono pari a 2,2. Per i cibi animali ne servono molte di più, 
in media 25, ma in particolare 40 per la carne bovina, 39 per le uova, 14 per il 
latte, 14 per la carne di maiale (Fonte: Sustainabilityof meat-based and 
plant-based diets and the environment di David e Marcia Pimentel, Am J Clin Nutr 
2003;78(suppl);660S-3S  
John R.Louma afferma che per ogni caloria ingerita 
dall’americano medio, servono 9,8 calorie di carburante fossile, quindi in un 
anno un americano “mangia” 13 barili di petrolio. 
INQUINAMENTO CHIMICO
I Prodotti chimici comprendono fertilizzanti, pesticidi (che 
uccidono gli insetti nocivi per le colture) ed erbicidi (che uccidono le piante 
nocive): tutti inquinano il suolo, l’acqua e il cibo stesso. Non si tratta di un 
problema però legato all’agricoltura in sé e per sé, ma all’agricoltura 
finalizzata all’allevamento di animali.: per quanto riguarda gli erbicidi , ad 
esempio, è indicativo il fatto che l’80% di quelli usati negli USA viene 
utilizzato nei campi di mais e di soia destinati all’alimentazione degli 
animali. Il massiccio uso di fertilizzanti è dovuto soprattutto alla pratica 
della monocoltura, che risulta conveniente in quanto consente  una 
industrializzazione spinta: vengono standardizzate le tipologie d’intervento, i 
macchinari agricoli, le competenze e i tempi di lavoro. Se anziché alla 
monocultura i suoli fossero destinati a coltivazioni a rotazione per uso diretto 
umano, non sarebbero necessari prodotti chimici, perché il suolo rimarrebbe 
fertile  
  
INQUINAMENTO DA DEIEZIONI
In Italia gli animali d’allevamento producono annualmente 
circa 19.000.000 di tonnellate di deiezioni a scarso contenuto organico, che non 
possono essere usate come fertilizzante. Contengono prodotti chimici (farmaci, 
fertilizzanti) di cui gli animali sono imbottiti. Calcolando il carico 
equivalente, ovvero trasformando il numero di animali in quello equivalente di 
popolazione umana che produrrebbe lo stesso livello di inquinamento da 
deiezioni, in totale, in Italia, gli animali equivalgono ad una popolazione 
aggiuntiva di 137.000.000 di cittadini, cioè più del doppio del totale della 
popolazione. (Fonte: “ le fabbriche degli animali”, E. Morioni, Ed. Cosmopolis, 
2001). Le deiezioni provenienti dagli allevamenti intensivi USA inquinano 
l’acqua più di tutte le altre fonti industriali raggruppate. ( Fonte: 
Environmental Protection Agency 1996 ). Lo spandimento delle deiezioni animali è 
strettamente collegato alla “zona morta” di 7.000 miglia quadrate nel Golfo del 
Messico, che non contiene più vita acquatica (Fonte Howlett, Debbie “ Lakes of 
Animal Waste Pose Environmental Risk”, USA Today 30 Dec 1977, p.A7.). Il 16% del 
metano immesso nell’atmosfera, una delle cause dell’effetto serra, viene emesso 
dagli animali d’allevamento. (Fonte: World Watch Institute, “State of the World 
2004”, p. 74). 
LA DEFORESTIZZAZIONE
  
Secondo i dati del CIFOR ( centro per la Ricerca Forestale 
Internazionale ) e dell’ INPE ( l’Istituto di Ricerca Spaziale del Governo 
Brasiliano ): Tra il 1977 e il 2003 (6 anni) c’è stato un incremento del 600% di 
carne bovina esportata (soprattutto in Europa). L’incremento di popolazione 
bovina si è avuto per l’80% nella foresta amazzonica. Nel 2003 c’è stata una 
crescita del 40% della deforestazione rispetto all’anno precedente. In soli 10 
anni, la regione ha perso un’area pari a due volte il Portogallo. Gran parte di 
essa è diventata terra da pascolo. Le operazioni di taglio per il mercato del 
legno sono molto meno influenti sulla deforestazione, rispetto alla produzione 
di carne. 
  
L’ITTICOLTURA
Se gli allevamenti intensivI ed estensivi di mammiferi e 
volatili causano cosi tanti danni, la pesca e l’allevamento dei pesci non è 
certo da meno. Il problema dell’overfishing – la pesca intensiva nei mari 
di tutto il mondo – è all’ordine del giorno presso tutte le istituzioni 
nazionali ed internazionali (ONU, Comunità Europea, ecc.): la quantità di pesci 
ancora presente nelle acque è sempre più esigua. L’allevamento dei pesci - o 
itticoltura – è quindi in rapida crescita (38% del pesce venduto in Italia, nel 
2003), ma crea più problemi di quanti ne risolva. Solo il 12,4% degli 
allevamenti è “estensivo” (i pesci sono liberi in stagni o lagune costiere), il 
restante è intensivo (vasche di cemento o gabbie in mare) (Fonte: Ismea 2003, 
Ministero delle Politiche Agricole e Forestali 2003 ) 
  
ALLEVAMENTO INTENSIVO SIGNIFICA:
Animali in numero altissimo in piccolo spazi, e 
conseguentemente, come per gli allevamenti di animali terrestri, largo uso di 
antibiotici e altri farmaci, atti a prevenire malattie di vario tipo (cui gli 
animali vanno più soggetti per la vita del tutto innaturale cui sono costretti) 
per evitare epidemie devastanti; Uso di erbicidi per controllare la crescita 
della vegetazione acquatica; Uso di disinfettanti; Produzione di grandi quantità 
di deiezioni; (tutte queste sostanze vengono scaricate nelle acque costiere, 
insieme agli scarti dei mangimi, inquinando irrimediabilmente le acque; 
Saccheggio delle già scarse risorse ittiche naturali per fornire cibo ai pesci 
carnivori allevati: per 10 Kg di spigole d’allevamento, serve un quintale di 
sardine catturate in mare! 
CONCLUSIONI: abbiamo il potere di cambiare ! Qual è la 
soluzione per questo sfacelo? Una sola: cambiare le nostre scelte alimentari 
diminuendo il consumo di cibi di origine animale. Non vi è un altro modo, 
perché lo spreco e il conseguente impatto ambientale e sociale, è insito nella 
trasformazione  vegetale-animale. Non si tratta di cambiare i metodi di 
coltivazione o allevamento: fintanto che il consumo di alimenti animali 
continuerà ad essere così elevato (e nel mondo sta aumentando perché i paesi in 
via di sviluppo stanno aumentando la loro richiesta di carne) non vi è 
possibilità di uscita. Diminuire quanto? Più che potete. Poco è meglio di nulla, 
ma più alta sarà la diminuzione del consumo di carne, latte e uova, maggiori 
saranno i benefici: per il pianeta, per i popoli affamati, ma anche , 
egoisticamente , per la vostra salute. 
Abbiamo un potere immenso nelle nostre mani: non servono 
leggi, non servono le decisioni dei potenti, la decisione sull’alimentazione da 
seguire spetta solo a noi. 
E’ un grande potere, e quindi anche una grande 
responsabilità.  
http://www.saicosamangi.info 
Vi rilascio il video “La 
terra divorata” 
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