| Pechino… le emozioni di un atleta del GrapplingDi: Bernardo Serrini
			
			   Di ritorno dalla spedizione di Pechino, con la nazionale italiana 
			di grappling per gli Sportaccord Combat Games le sensazioni sono 
			davvero molteplici...In primis l'amarezza per il risultato, unita ad 
			un alternarsi di vicissitudini che possono da una parte far 
			imprecare alla sfortuna, dall'altra recriminare per una prestazione 
			non certo eccellente. Di certo l'evento è stato memorabile... Una 
			settimana in Cina, a contatto con una cultura differente sotto tutto 
			i punti di vista, che idolatra i combattenti come Dei, cosa che da 
			noi si vede solo per i fighetti del "pallone". 
			
			   Girando con la tuta della nazionale era un continuo chiedere foto 
			ed autografi sul libretto ufficiale di presentazione dell'evento, in 
			mano anche ai cittadini cosiddetti "normali". All'arrivo all'aereoporto 
			ogni nazionale era accolta da un gruppo di volontari che assisteva e 
			guidava ogni atleta fino al pulman apposito per il raggiungimento 
			dell'hotel. Quest'ultimo extralusso, con camera, servizio colazione, 
			pranzo e cena di elevato livello. 
			
			   Sono stato scelto come portabandiera ufficiale della squadra 
			italiana, sfilo cosi nel parterre di un palazzetto colmo 
			all'inverosimile, sotto un tifo assordante, in uno spettacolo 
			splendido con star come Jackie Chan, Jet Li, Roulon Gardner e Fedor 
			Emelianenko. 
   
 ei 5 giorni antecedenti la competizione il focus è sul peso, (che 
			mantengo bene fino a registrare 79,2), e sulla visita di alcune 
			parti caratteristiche di Pechino, come la Città Proibita, il Palazzo 
			dell'imperatore e il mercato dell'abbigliamento, dove svolgiamo le 
			prime dure "lotte" per evitare le agguerritissime commesse che 
			vogliono venderti tutto, ma proprio tutto. 
			
			   Tra una colluttazione e l'altra e il mitico Ciro Ruotolo che ci 
			erudiva sulle proprietà antiossodanti del "melone giallo e melone 
			rosso", lo spirito della squadra era quello di sempre, 
			affiatatissimo. 
			
			   Passiamo quindi alla gara: portiamo a casa un terzo posto con 
			l'inossidabile Lambertone Raffi, davvero una sicurezza in gare 
			internazionali. Il resto delle prestazioni lasciano un pò a 
			desiderare e non sono davvero all'altezza di quelle di Cracovia. 
			
			   La mia gara merita una menzione a parte. Capito nella poule più 
			dura e parto affrontando l'avversario peggiore, quel David Pierre 
			Luis finalista con me al mondiale di Cracovia. La cintura nera di De 
			La Riva mi prende un punto e lo difende fino alla fine...1-0 per 
			lui. 
			
			   La seconda lotta con l'atleta tedesco è la mia peggiore. Sbaglio 
			totalmente il match, sottovaluto di gran lunga l'avversario, ultimo 
			nel ranking di Cracovia, e mi faccio sorprendere con un mata leao. 
			Frittata fatta. 
			
			   Terza lotta con lo scorbutico atleta bulgaro che tira 
			ghigliottine da tutte le posizioni. Finisce 0-0, si va alla monetina 
			e devo conquistare io il punto. Decido di passare la guardia, non ci 
			riesco...Lui difende e vince. 
			
			   Mi resta a questo punto la finale 7° - 8° posto, che per uno che 
			mirava all'oro non è il massimo. Vinco per mata leao tranquillamente 
			con l'atleta ungherese ed a testa bassa mi classifico 7°. 
			
			   Esperienza positiva, ma prestazione davvero non degna di nota.  |