CHI SI E’ RECATO SPESSO A BANGKOK, SA DI CHE COSA STIAMO
PARLANDO E DELLA LORO PURTROPPO UTILISSIMA PRESENZA NELLA GRANDE METROPOLI
THAILANDESE. PER TUTTI GLI ALTRI INVECE… UNA INTERESSANTE E SINGOLARE NOTIZIA,
MA TANTE ALTRE PICCOLE CONSIDERAZIONI PER IL LORO PROSSIMO VIAGGIO NELLA TERRA
DEL SIAM.
BKK: tra “angeli” e “acchiappamorti”
Di: Fabio Mango, tratto da


Se vi siete mai chiesti quale possa essere la residenza
ideale degli “Angeli” sul nostro pianeta e non avete mai trovato risposta e se
avete provato a dare una risposta, cercandoli in qualche luogo irraggiungibile,
paradisiaco del nostro mondo, beh vi siete sbagliati!
Per
dare una soluzione ai vostri quesiti, dovrete raggiungere la capitale della
Thailandia, dopo essere sbarcati dal vostro aereo e aver superato i controlli,
degni del film “Fuga di mezzanotte”, chiedete a qualsiasi passante che incroci
il vostro cammino.
Krunthep Inn, “Città degli Angeli”: così è conosciuta Bangkok
dal popolo thailandese.
Alcuni scrittori, giornalisti e viaggiatori, temono che
questi spiriti celesti abbiano, già da tempo, abbandonato al suo destino questa
grande megalopoli.
Bangkok è una città con più di 10 milioni di abitanti, dove
l’ aria inquinata, il traffico e il suo sviluppo avvenuto senza un piano
urbanistico ponderato, oltre a vari problemi di natura sociale, farebbero
inorridire ambientalisti, automobilisti, architetti occidentali.
Bangkok è caos, disordine, irrazionalità. Sono questi gli
aspetti, che caratterizzano una città difficile da capire.
Per
conoscerla bisogna essere disposti a cambiare modo di pensare, di ragionare per
logica, conoscerla significa andare oltre le cose tangibili e visibili,
significa conoscere quegli angeli che la proteggono. Conoscere Krunthep Inn
porta a mettere in discussione filosofie di vita, ad organizzarsi a livello
mentale in modo “particolare”, a stravolgere concetti e a declassarli.
Apprezzare Bangkok significa andare oltre quei canoni di
estetica urbana. Altrimenti si viene respinti, rifiutati, ci si ritrova fuori da
quel percorso che porta alla vera essenza della città.
Incomprensibilmente sono proprio i problemi di Bangkok legati
al suo sviluppo insieme all’ “americanizzazione” e alla “nipponizzazione” della
città che hanno finito per preservare una cultura e una tradizione che si
mantiene ancora oggi e ancor più viva rispetto ad alcuni luoghi meno turistici
del Paese in cui sono, invece, andate perdute.
 Per
questo voglio “ringraziare” il turismo di massa, perché non conosce Bangkok e
permette invece a “noi” di scoprirla, di imbatterci in “angeli” e… “acchiappamorti”.
Gli acchiappamorti non sono creature ultraterrene, ma persone
in carne e ossa, che sostando presso gli incroci più a rischio della città,
hanno l’ingrato compito di ricomporre cadaveri che hanno subito mutilazioni in
seguito a gravi incidenti. Se non lo facessero lo spirito del defunto vagherebbe
creando molti “problemi”.
Bangkok è modernità e tradizione, fortemente radicata,
soprattutto in quelle zone, 80% dell’intera città, poco battute dai turisti.
Il loro contrasto, estetico e sociale, si manifesta in modo
evidente, quasi invadente. Il loro significato più profondo viene percepito e
intuito solamente dal momento in cui entriamo in sintonia con la città, nello
stesso momento in cui ambientalisti, automobilisti e architetti occidentali non
inorridiscono più.
Bangkok è una città che non finisce mai di stupire, che non
finirà mai di creare confusione alla logica occidentale del “fortunato”
viaggiatore.

Bangkok non è una città come le altre, perché a Bangkok si
nasce e si muore tra “angeli” e “acchiappamorti”.
Chi è l’autore?
Fabio
Mango è nato a Roma il 19 settembre del 1972. Appassionato di lingua,
cultura e storia orientali, grazie ad una borsa di studio ha studiato presso
l'Università dello Yunnan (1999-2000) e nel 2003 si è laureato in "Lingua e
letteratura cinese" presso la Facoltà di Studi Orienatli dell'Università "La
Sapienza" di Roma, ottenendo, nello stesso anno un Master in "Tourism Managment&Human
Resources". Ha curato la traduzione di
"Oltretutto, visioni e parole" di Yang Xuheng pubblicato nel 2005 da
Edizioni Akkuaria. Attualmente sta frequentando la specializzazione in "Society
and Economy in Contemporary China" presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa
e il College of Economics and Business Administration alla Chongqing University
nel Sichuan (Cina). E' responsabile e coordinatore della rivista
Asiatica attraverso la quale si interessa alle dinamiche d'integrazione,
cooperazione e conoscenza reciproche tra l'Italia e il mondo orientale.
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