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SONO STATI MOLTI I THAI CHE, ULTIMAMENTE, A VARIO TITOLO, SONO VENUTI NEL NOSTRO PAESE E CHE ABBIAMO AVUTO L’ONORE DI OSPITARE E DI ANNOVERARE SUL NOSTRO PORTALE, INDICANDOLI COME “DISPONIBILI”… PER STAGES IN OGNI PARTE D’ITALIA. MOLTO L’INTERESSE SUSCITATO E MOLTE LE CONSEGUENTI RICHIESTE. RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO UN ARTICOLO CHE RECENSISCE UNO DI QUESTI STAGE IN UNA PALESTRA “SPEZZINA”. LO PUBBLICHIAMO VOLENTIERI, ANCHE PERCHE’ CI SEMBRA CHE L’INTENTO CHE CI VIENE PRESENTATO SIA OLTREMODO COSTRUTTIVO E SIGNIFICATIVO DI UNA CRESCITA INTERIORE CHE CI AUSPICHIAMO NON DEBBA RIMANERE ISOLATA.OSPITARE I THAI IN PALESTRADi: Giovanni BirindelliQuando abbiamo visto l’enorme disponibilità di scelta che avevamo sul lungo elenco dei maestri ed atleti thai disponibili su ilguerriero.it… non credevamo ai nostri occhi. Mai avuta, credo, una disponibilità così variegata e numerosa di Thailandesi in Italia… e tutti assieme. Sembrava quasi di essere al supermercato. Dagli atleti più conosciuti ed autorevoli come Yoddasha, ai tecnici allenatori più validi come Tee, ai maestri come Toy Yogtong… per finire ai personaggi più in vista, rappresentativi ed autorevoli della Thailandia, come l’illustre: Senan Yodtong in persona!
Evidentemente si è ben lavorato ultimamente per diffondere la Muay Thai anche nel nostro Paese… personalmente credo e spero, questi siano i primi frutti arrivati a maturazione. Noi non pratichiamo Muay Thai nella nostra palestra (la Funakoshi di La Spezia) ma animati da quella “sana” curiosità multidisciplinare, indottaci e fattaci apprezzare dal nostro Maestro Sauro Baldiotti (uno dei primi fondatori aderenti alla ex FIAM) ci siamo sempre serviti dei servizi offerti da ilguerriero.it per allargare a più riprese le nostre personali conoscenze globali sulle attività marziali. Anche e soprattutto in merito ad un’ Arte così affascinante, come ogni volta si dimostra la Muay Thai. Come sempre (abbiamo fatto altri stage multidisciplinari con “Jeak” ; “Poo” e Suwan”) ci siamo affidati alla competenza di Roberto Fragale per avere ospite in uno stage nella nostra palestra, il thai che (anche in considerazione di altri loro impegni) poteva aggiungere un qualcosa alla nostra esperienza nell’Arte Siamese. La scelta è ricaduta in ultimo su: KON KAENLEK; un giovane atleta professionista (con circa 200 incontri) proveniente dal “Sit PhoLek Boxing Camp” di Pattaya ed accompagnato anche da Simone Falcini.
Durante gli stage che periodicamente facciamo, nessuno di noi pretende o si illude certo di apprendere la Muay Thai in così breve tempo… i nostri stage sono mirati piuttosto ad allargare le nostre vedute globali sul mondo delle Arti Marziali in genere. Di particolare importanza dunque, la presenza di molti esperti Maestri di altre arti ed attività marziali, affinché l’apparente e semplice stage tecnico potesse trasformarsi in una vera e propria lezione multidisciplinare, capace di discernere, separare ed unire concettualmente, ogni singolo movimento dell’atleta preso in esame. E’ credo, sotto gli occhi di tutti infatti, il fatto che questi atleti sono spesso l’esatta dimostrazione vivente dell’apprendimento empirico e riproduzione di automatismi, gesti e movimenti particolari, di cui spesso non se ne conoscono le implicazioni significative, secondo la nostra abituale scientificità di apprendimento. Nascono così delle interessantissime discussioni e spiegazioni tra i vari maestri, che portano all’assunzione ultima che solitamente non c’è mai niente di totalmente specifico e nuovo… ma solo cose fatte ed eseguite con modalità, mezzi e fini… diversi o simili tra loro. Mi sorprendo quindi ogni volta, a scoprire che tutto quanto mostrato era già di nostra conoscenza, anche se sottoforma di un qualcosa di solo apparentemente diverso. Ecco allora per esempio… che lo “skipp” tipico della thai, mostra le diversità ed analogie con il blitz del Semi Contact e si discute di come entrambi ricalchino il concetto dello sbilanciamento iniziale nella direzione nella quale si vuole avanzare esplosivamente… Un concetto certamente non esclusivo né dell’una, né dell’altra…
Ma comune invece a tutte le attività umane che richiedano un rapido spostamento ed accumulo “fisico” di energia cinetica. È così quindi… che con la presenza e aiuto dei tanti esperti Maestri (anche di altre Arti Marziali) il semplice e consueto stage tecnico di approfondimento di Muay Thai… si trasforma in una vera e propria lezione globale sulla scientificità dei movimenti biomeccanici del corpo umano. Una prospettiva diversa e vera crescita interiore sui motivi dell’esistenza di varie tipologie di motricità nell’Arte Marziale… ma tutte con un unico comune denominatore… Discendenti quindi dall’unico “ceppo” possibile e rispondente alle stesse tipologie di: - Mezzi a disposizione; - Parti con le quali colpire; - Bersagli disponibili: - Obbiettivi e fini; - Peculiarità nostre; - Peculiarità avversarie; - Caso specifico situazionale ecc. Ecco che allora una qualsiasi Arte da Combattimento si può trasformare in un compendio arricchente il bagaglio di conoscenze tecniche, per una qualsiasi praticante di una qualsiasi altra Arte Marziale. Non mi sembra che questo possa ridurre la valenza della specificità tailandese, ma penso che al contrario la arricchisca, inglobandola nella totalità delle restanti altrettante specificità… Individuandone quindi i motivi delle differenze e delle analogie cinetiche.
Lezioni che solo apparentemente, potrebbero apparire forse inusuali… ma che forse sono esattamente quello che a mio personalissimo avviso, dovrebbe essere una vera e propria lezione interdisciplinare di Arti Marziali, che si possa definire veramente “tale”! Avete mai provato a fare qualcosa di simile? Sicuramente, se quello che volete è apprendere o “scoprire” per imitazione, qualche segreto dell’atleta in esame… forse vi sembrerà di perdere del tempo…. Ma se voleste iniziare a comprendere i più fini risvolti motivazionali sull’esistenza delle varie Arti Marziali e toccare con mano i motivi della loro evoluzione e conseguente specializzazione… credo proprio che sarebbe altamente educativo e particolarmente significativo, provare a fare anche questa esperienza culturale. |