|
SONO STATI APPENA ARCHIVIATI I 15° MONDIALI DI
FULL CONTACT, SEMI CONTACT, LIGHT CONTACT ED AERO/KICKBOXING DELLA WAKO… CHE
GIA’ SIAMO IN USCITA CON UN ARTICOLO SULL’EVENTO A FIRMA DEL SUO
PRESIDENTE ENNIO FALSONI. QUESTO SEGUE UN SUO PRIMO E BREVE COMUNICATO
STAMPA, DA NOI GIA’ PUBBLICATO PRECEDENTEMENTE. GRANDE ED ESALTANTE
SPETTACOLARITA’ DELLA MANIFESTAZIONE E CON OSPITI D’ECCEZIONE,
OLTRETUTTO PARTICOLARMENTE SIGNIFICATIVI PER COMPRENDERE
15a edizione Mondiali WAKO a Szeged
FUORI I SUPERLATIVI!Potremmo solo sprecare tutti
gli aggettivi che conosciamo, ma l’Ungheria ci ha offerto, da
tutti i punti di vista, la più brillante e memorabile promozione
dei 30 anni dell’organizzazione che sono stati degnamente festeggiati.
Di: Ennio FalsoniAncora frastornato da una
settimana terribile passata a portare a termine la 15a edizione dei
Mondiali WAKO di semi, light, full contact e aero-kickboxing, trovo difficile
iniziare questo articolo come vorrei. Ricordo che il reporter che scrisse l’articolo
dopo i Mondiali di karate WUKO del 1972 di Parigi, dove l’Italia di Ceracchini
da me capitanata finì al secondo posto, esordì citando
Proprio all’inizio dei Mondiali, all’inizio di tutte le ostilità dentro e fuori del ring. Ben 720 gli atleti e 1150 le persone coinvolte, tra dirigenti, coach, arbitri e giudici venuti a Szeged per un’intera settimana. Allungato da 4 a 5 giornate il programma delle gare. Per la prima volta, mai così lungo il Campionato che, ricordiamolo, prevede tutti gli incontri sia sul tatami che sul ring, sulla distanza di 3 riprese di 2 minuti. In molte categorie di peso, il vincitore ha affrontato ben 5 incontri (ossia , disputando ben 15 riprese in 5 giorni), per agguantare l’oro finale. 4000 gli spettatori nelle due giornate di finali, 6 le aree di gara utilizzate in contemporanea per lo svolgimento delle qualificazioni (2 ring e 4 tatami); 60 gli arbitri utilizzati, 100 il personale della security in servizio all’interno del palasport. 6 le telecamere digitali di RTL Ungheria per girare tutti gli incontri di questo Mondiale, più cabina di regia e 25 computer. 3 le ore di trasmissioni in differita che RTL ha mandato in onda, di cui 2 ore relative allo show di sabato 3 dicembre, giorno del compleanno della WAKO.
Lo share televisivo di questa trasmissione (che pure è stata mandata in onda in seconda serata, alle 23) è stato del 26%! E’ chiaro che i numeri, di per sé, non dicono però più di tanto. Avreste dovuto vedere coi vostri occhi ciò che quei numeri rappresentavano: una organizzazione perfetta, un’ospitalità eccellente, eccezionali prestazioni degli atleti, insomma uno spettacolo nello spettacolo. Devo francamente dire che se per i Mondiali di Agadir – pur bellissimi -, mi sono scappellato coi promotori , per questi di Szeged , oltre al cappello, potrei denudarmi. Insomma, non ci sono parole per esprimere la stupore – per quanto veniva offerto-, e la riconoscenza, la gratitudine per l’eccezionale promozione all’uomo che ne è stato l’artefice: Mr. Richard Leyrer, presidente della Federazione ungherese di kickboxing.
Questi Mondiali, come dicevo, chiudevano un ciclo di 30 anni di storia dell’organizzazione. A riprova della continuità storica della WAKO, c’erano a Szeged alcuni tra i più grandi artefici di questa storia, a partire dall’uomo, Mike Anderson, che il 14 settembre del 1974 aveva lanciato il “FULL CONTACT KARATE” a Los Angeles, insieme all’amico Georg Bruckner scomparso nel 1991. Quindi alcuni dei più grandi campioni delle nostre discipline, come Bill “Superfoot” Wallace e Don “The Dragon” Wilson, amici miei da tanti anni che avevano accettato con piacere di essere presenti per tutta la durata dei Campionati. Insieme a loro, anche la persona che mi aveva introdotto a Georg Bruckner nel 1977, il belga-tedesco Geert Lemmens, già presidente della IAKSA e oggi membro della nostra Commissione Stampa.
Tra l’altro, Bill Wallace compiva 60 anni proprio il 2 dicembre, e gli abbiamo fatto una bella festa. L’americano è sempre il solito simpaticone. Socializza subito con tutti , è estremamente alla mano e disponibile, così come Don Wilson del resto. Ma la cosa straordinaria di Bill è che, nonostante abbia un ginocchio e un’anca al titanio, riesce ancora a compiere con la sua fenomenale gamba sinistra quasi le stesse evoluzioni di quando era giovane. Dinnanzi alle più alte cariche sportive e politiche del paese, sul ring di Szeged, sia lui che Don hanno dato un breve saggio delle loro abilità sabato 3 dicembre , ma ciò è bastato per mandare in visibilio i 4000 spettatori presenti.
Se la qualità dell’
organizzazione e degli atleti sancivano la perfetta riuscita dei Mondiali,
è chiaro che non sarebbe stata completa se non ci fosse stata anche quella
politica. Sono venuti infatti espressamente per assistere a questi Mondiali e
quindi toccare con mano la realtà WAKO, sia il vice-presidente del Gaisf
il dottor Tamas Ajan, (il prossimo 3 aprile 2006 , a Seoul in Corea, la WAKO
sarà forse accettata da quell’ organismo internazionale), che la direttrice
generale della stessa organizzazione, Christine Dominguez. Entrambi hanno avuto
parole di elogio e di chiaro appoggio alla nostra azione. Ovviamente si spera
solo che dalle parole, si passi ora ai fatti. Tra i vecchi campioni WAKO,
devo citare anche la presenza degli americani Steve “Nasty” Anderson (4
medaglie d’oro nei Mondali WAKO) ,che oggi vive e lavora in Canada, e di
Ray McCallum, che ha una bella e fiorente palestra a Fort Worth (Texas), un
atleta versatile che seppe vincere sia nel semi che nel full contact (come Troy
Dorsey del resto, suo grande amico che , passato a un certo punto della sua
carriera, al pugilato, divenne anche campione del mondo per
Ma ad oscurare le imprese di
quei pur grandi campioni di un recente passato, ci sono stati a Szeged alcuni
record eccezionali, due conseguiti da atleti ungheresi, uno da parte di un’atleta
italiana. I due ungheresi sono Deszo
Debreczeni e Szoltan Dancso, che militano rispettivamente nei 57 chili e
nei 79 sia di semi che di light contact. Ebbene il primo ha vinto la sesta
medaglia d’oro consecutiva ai nostri Mondiali, il secondo la quarta! Sono entrambi due atleti
straordinari, incubo degli italiani. Il primo è filiforme, ha gambe da
fenicottero che mulina a piacimento e con le quali fa sfracelli di punti. Il
secondo è atleta completo e potente e che da molti anni toglie la gioia del
gradino più alto ad un nostro grandissimo campione, ad Andrea Primitivi di
Cuneo.
A sua volta, è un’atleta
italiana l’incubo delle avversarie, che non riescono a battere da ben 5
edizioni dei Mondiali. Questa atleta eccezionale è la calabrese Luisa Lico, di
Vibo Valentia, ma che sposatasi da alcuni anni, vive a lavora oggi a Bologna.
Luisa purtroppo ha deciso di lasciare le competizioni. Ha chiuso questi Mondiali
coronando un altro sogno, vincere una medaglia d’oro per l’ultima volta, e c’è
riuscita. Inchiniamoci dinnanzi a tanta possa e a tanta volontà. A 31 anni ha
deciso di appendere i guantoni al chiodo, continuerà con l’insegnamento e,
chissà, forse di diventare mamma. Un bacione e auguroni, cara Luisa.
Dopo questi exploit
individuali, cosa ci hanno detto questi mondiali per quanto riguarda le varie
nazionali? Innanzitutto che l’Ungheria
ha messo in campo una delle compagini più agguerrite della sua storia. Pensate che ha finito al primo
posto nel semi contact, davanti all’Italia (che è retrocessa di un gradino,
finendo seconda); è finita al primo posto nel light contact davanti alla
Russia; è finita seconda solo dietro alla Russia nel full contact ed è finita
prima nell’aero-kickboxing. Uno squadrone, che computando tutte le medaglie,
ha meritatamente finito al primo posto per nazioni. Subito dopo è venuta
Infatti proprio Svetlana Fadeeva , un’atleta russa,
pensate, ha impedito alla nostra bravissima Samantha Aquilano di conquistare il
suo quarto oro consecutivo in un Mondiale WAKO di semi contact nei 50 chili. Ma
anche nel light contact il russo Maxim Aysin ha vinto imponendosi battendo nei 5
chili l’ungherese Dezso Debreczeni di cui abbiamo parlato, e che già aveva
vinto nel semi. Ma su 48 nazioni presenti, che ne è dell’Italia?Felice di confermarvi che il nostro paese ha chiuso con uno straordinario terzo posto per nazioni, dietro appunto a Ungheria e Russia nell’ordine. Abbiamo conquistato qualche medaglia in meno sia nel semi che nel light contact, ma qualcuna in più nel full. Anche nell’aero-kickboxing abbiamo fatto bene, ma portando a casa qualcosa di meno di Parigi. Colpa ovviamente del fatto che sono stati gli altri a crescere più che noi a perdere colpi.
La
nazionale azzurra è salita sul podio in tutte e quattro le specialità. Il
bilancio finale vede nel Semi Contact 3 ori con Lico Luisa nei Kg.60,di
cui abbiamo detto, Passaro Adriano nei kg.63 ( un giovanissimo allievo di
Gianfranco Rizzi, alla sua prima uscita internazionale!),
Di
Leo Gregorio nei Kg.69, che ha bissato il successo di Parigi, 1 argento con
Aquilano Samantha nei Kg.50, purtroppo sconfitta dalla russa, e 4 bronzi
con Callegari Adelaide nei kg.70, Succi Romina nei Kg.+70, Ongaro Andrea nei –94
e Culiersi Marco nei +94. Marco è stato battuto di un solo punto in semifinale
dal canadese Benjamin Stewart, e il nostro colosso era anche un po’ scocciato
per l’atteggiamento degli arbitri. Non aveva torto (c’era al centro l’americano
Rondo Van Clief che arbitrava un canadese!), così come non aveva torto Roberto
Montuoro, messo fuori al primo turno per colpa di due errori dei giudici, ma che
comunque gli avrebbero al più dato il pareggio dell’incontro e non la
vittoria, che doveva ancora giocarsela semmai.
Però,
si sa che in tornei così grandi e importanti, durante i quali gli stessi
arbitri lavorano per 8-9 ore di fila al giorno, errori possono avvenire pòiù
per stanchezza che altro. Al solito, ci vuole anche un pizzico di fortuna a
volte per vincere. Quella che forse è mancata ad alcuni dei nostri atleti. Nel
Light Contact a tenere in piedi la baracca ci ha pensato l’
argento di Pavesi Agostino nei Kg.94.(che ha sbagliato
completamente strategia nella sua finale col tedesco Christian Schulz e due
bronzi con Reale Sara nei Kg.60 e Primitivi Andrea nei Kg.79. Andrea purtroppo
si è infortunato ad una caviglia nei quarti e ha risentito di uno
stiramento nella semifinale e francamente, così conciato, non potva fare
di più. Nel
Full Contact, ancora una donna, come già Barbara Plazzoli a Belgrado nel
E’
lì che si sono aperte le speranze, confortate poi da prestazioni straordinarie.
Ha provato a vincere con tutte le sue forze anche Tralli Biagio nei
kg.63.500. Allievo di Donato Milano, Tralli è stato un vero gladiatore. E’
arrivato in finale dopo aver battuto 4 avversari durissimi e qui ha trovato il
norvegese Arild Mikarlsen. Nella terza ripresa, quando il match era ancoa
aperto, Biagio è incappato in un bel destro dritto che ha fatto danni. E’
andato a terra, si è rialzato prontamente, ma l’arbitro centrale, dopo aver
contato solo fino a 4, lo ha decretato out. Sia Donato Milano che il suo
atleta hanno protestato e anche platealmente, ma non c’è stato
nulla fare. Biagio, scoppiato in un pianto dirotto, ha vinto l’argento,
ma è stato comunque bravissimo.
Abbiamo
ottenuto anche due bronzi nel full, con Manzoni Michele nei
Kg.67 e da Mandelli Chiara nei Kg.65. Di Michele posso dire che da quando è
passato alla palestra Doria di Milano ed è allenato da Stefano Sirtori, è
molto migliorato. E’ diventato più sicuro di sé, ha un pugilato migliore, ha
più fondo atletico. E’ stato perfetto per tre incontri che ha fatto spingendo
psicologicamente e avanzando sempre. Nella semifinale, forse anche perché un po’
svuotato dal match precedente, non ha avuto le energie psico-fisiche per
mantenere quel tipo di strategia e di controllo dell’avversario. E ha perso.
Ma eccellente la sua performance.
Nell’aero-kickboxing due argenti con Rita Colangeli e De Santis Daniele e un bronzo con Fiori Laura nel singolo con step ;e ancora bronzo nella gara a squadre composta da Marconi Eleonora, Fiori Laura e Krassoi Beata. Franco Liberati e Mario Carella, i due tecnici, potevano ritenersi soddisfatti. |