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Portare i thai in stages

Portare i thai in stages…

Non è facile come sembrerebbe… ma neanche impossibile!

DI: ROBERTO FRAGALE 

Il biglietto per la Tailandia non costa molto… e sono sempre di più gli italiani che vi si recano per vedere di persona il loro mondo sportivo o sincerarsi sulle molte inesattezze e confusione che da noi forse, inibisce non poco gli appassionati di questa bellissima disciplina sportiva. Non tutti però, sia per cause economiche che per disponibilità di tempo o per mancanza di indipendenza decisionale, possono farlo. Fortunatamente spesso, sono  i thai che vengono in Italia a disposizione di chi vuole fare stages nella propria palestra.

L’interesse sempre crescente per questa disciplina, fa sì che qualcuno creda possa divenire anche un buon business…  e non è detto che non lo possa anche diventare ma... 

stage BolognaLa cosa sembra semplice e furbesca:

  1. Si và in Tailandia, si prende un thai qualsiasi e lo si porta in Italia per pochi soldi.

  2. Lo si presenta e pubblicizza come un grande campione tailandese.

  3. Lo si immette sul mercato e gli si fanno fare degli stages in tutta Italia.

  4. Lo si fa combattere per le nostre borse, per loro favolose.

  5. Lo si rispedisce in Tailandia con qualche spicciolo e avendoci guadagnato in immagine oltre che economicamente!

Sembrerebbe finanche troppo facile! Infatti non è proprio così…

  1. I thai non vengono volentieri come pensiamo, in Italia. Sfatiamo un mito tutto nostro per cui in Italia tutti stanno bene e tutti vorrebbero viverci… I thai hanno problemi con il clima, alimentazione, sentono molto il diverso fuso orario, abitudini comportamentali e schemi mentali opposti ed altro ancora… che fanno della loro permanenza una vera sofferenza. Basti pensare che se non si ha del cibo a loro confacente, i primi giorni digiunano! Avete presente i nostri emigranti meridionali degli anni 60 che andavano in Svizzera, Belgio e Germania a lavorare per il solo obiettivo di tornare al più presto con un bel gruzzoletto da investire a casa loro? L’esempio calza a pennello… si turano il naso per un periodo pur di riuscire a raggiungere il loro obiettivo. Inoltre per pochi soldi, potremmo portare un qualsiasi thai che incontriamo per la strada (ammesso che accetti di venire… noi diciamo che stanno male… ma loro in Tailandia sono felici!). Per quanto riguarda invece “gente” che gravita attorno all’ambiente della Muay Thai… abbiamo a che fare solo con il loro promoter, con cui da sempre sono sotto contratto, di solito… “a vita”! Il promoter tailandese è un commerciante che sa di avere una merce molto richiesta dai “farang” e che vuol far fruttare il più possibile! Per qualsiasi promoter tailandese noi occidentali siamo “tipi” a cui i soldi escono dalle orecchie e che ogni mese vanno in banca e ritirano il denaro che gli occorre. Ogni volta è una vera e propria lotta e non crediate che sia semplice concluderla tanto vantaggiosamente… questi sono tailandesi,  non stupidi a cui si possono dare vetrini colorati in cambio di “sassi luccicanti.” Una volta arrivati in Italia, scopriamo quanto sono attaccati e riverenti con la propria famiglia… ogni tre giorni vogliono telefonare a casa. (e quante cose che hanno da dirsi…)

  2. Ormai, proprio perché sono sempre più gli appassionati e quelli che vi si recano personalmente… che fortunatamente non è più così semplice spacciare un ronzino per un purosangue, una volta portatolo in Italia. Fortunatamente ci sono sempre più persone nel nostro paese che, grazie alla loro smisurata passione, una volta saputo il nome del thai di turno, ti dicono vita, morte e miracoli del suo curriculum sportivo… e se non lo conoscono si informano… e ormai con internet (nel caso mensognero) sei un uomo finito nel ridicolo, quando non…  persino nelle “barzellette”! Ottenere il passaporto ed il visto per l’Italia non è molto semplice, né a buon mercato. Inoltre è molto importante la scelta del “tipo giusto” dato che, finchè sono nel nostro paese noi siamo gli unici responsabili in prima persona per tutto quello che possono combinare. Ma non solo, perché siamo responsabili anche verso di lui se si ammala o si infortuna… non hanno l’assistenza sanitaria del nostro paese ed un semplice mal di denti può farvi drizzare i capelli in testa… a meno che non volgiamo tenerli sofferenti per questo. E’ difficile persino convincerli a lasciarsi curare… e non crediate di sottrarre la somma spesa dal compenso finale, quello è quanto vogliono in mano (e in contanti) al momento di andarsene. Provate a spiegargli e fargli comprendere le vostre ragioni ed inconvenienti occorsi… solitamente non parlano inglese… solo tailandese! (specialmente in questi casi…)

  3. Per immettere sul mercato un thai con gli stages non è sufficiente dire o far sapere che ne abbiamo uno da noi disponibile… occorre avere contatti con le persone giuste e capaci di organizzarli… occorre organizzarsi ed insegnargli a fare gli stages. (loro non conoscono neanche la possibilità o il senso, di fare lezioni collettive di gruppo) Se pensiamo di portarli sul posto, farli lavorare e tornare a prenderli alla fine… o semplicemente guardarli… abbiamo sbagliato tutto! Inoltre dopo i primi stages le voci corrono e se non sono stati convincenti o supportati da spiegazioni logiche, scientifiche ed assennate… nessuno ti chiama più. Occorre quindi lavorare assieme a loro e preparare le lezioni secondo quanto loro dispongono ma  tenendo inoltre conto, della vostra conoscenza sulle aspettative e livello tecnico dei partecipanti allo stage. Ogni stage è diverso da tutti gli altri per questa serie di variabili varianti e non si può prepararne uno da proporre ogni volta in tutti i posti. Se questo è troppo elementare o troppo specifico ed impegnativo, lascia tutti i partecipanti scontenti. All’interno di ogni stage poi, ci sono individui provenienti da ogni disciplina,  tutti degni e meritevoli di attenzioni ma che rendono il gruppo quantomai eterogeneo e risulta difficile (anche se non impossibile) accontentarli tutti.

  4. Per i combattimenti invece è la cosa più facile… sanno fare tutto da soli e non hanno bisogno di niente, solo accompagnarli sul ring per farsi belli e “ganzi” agli occhi di tutti. Ma questo è il loro “pane” e dopo aver combattuto (non si sa come facciano) sanno quanto hanno stanziato di borsa per lui e se li avete “fregati” avete chiuso! Avrete “perso la faccia” , non vi stimerà più e non avrà più voglia di lavorare con voi! Non chiederà certo di andar via (lui rispetta i patti) ma rimarrà a vostre spese! (nel senso che il suo lavoro… se non motivato… è nullo!) Sono molto suscettibili e per niente si “offendono”, bisogna essere sempre “leali” e sinceri con loro!

  5. Se hai scelto la persona giusta, se hai ottenuto un accordo vantaggioso, se non sono sopravvenuti problemi sanitari, se hai lavorato bene nei contatti e negli stages che ti hanno richiesto… forse sei andato pari con le spese… forse…! E considerati  fortunato anche! Molto spesso poi, nascono problemi sugli accordi presi precedentemente… ipotetiche incomprensioni, accordi vaghi, promesse ipotetiche e condizionate o condizionabili… ecc. ecc. In questo caso non presentatevi più in quel camp o da quel promoter, se solo penseranno che avete voluto intenzionalmente “fregarli” rischiate di brutto! Non con quelli del Camp… loro semplicemente non vi fileranno più, ma dovrete vedervela con tutta la famiglia del vostro ospite thai che ha già speso i soldi che lui per telefono gli ha detto avrebbe riportato a casa.

stage FoggiaLa cosa migliore quindi… è quella di ospitare un thai nella vostra palestra per allenare i vostri agonisti. In questo caso, potrei consigliarvi il tipo di persona che più si confà ai vostri bisogni… questo non è un atleta, ma bensì un allenatore. Se lo prendete abbastanza giovane saprà sicuramente essere all’altezza anche nel disputare eventuali match che vi si potrebbero prospettare. (ma non provatevi a cercare di “fregarli” o vi si ritorcerà tutto contro!) Sanno fare tutto loro… non dovete fare altro che presentargli i vostri ragazzi e dirgli quando devono combattere, quanti rounds, di quanti minuti, se con i gomiti o no. Loro vi organizzeranno delle tabelle di allenamento che progressivamente porteranno i vostri agonisti a fare un vero e proprio balzo in avanti nella qualità tecnica e fisica. I loro metodi vi potrebbero sembrare astrusi ed obsoleti, ma se avete la costanza di lasciarli fare, dopo poco tempo vedrete i risultati. Inoltre la motivazione dei vostri atleti sarà rinnovata di nuova energia emozionale! Allora, anche se non avrete recuperato la spesa affrontata… sarà stato sempre un ottimo investimento ed esperienza che non tarderà a dare i propri frutti nell’attività agonistica del vostro team. Francamente, personalmente è l’unica cosa che mi spinge a continuare ad ospitarli nella mia palestra per due mesi, tre volte l’anno. Con le conseguenti conoscenze che si instureranno conseguentemente, anche i vostri atleti saranno incentivati ad andare a trovarli in Tailandia durante le proprie ferie… Continuando con questo a migliorarsi tecnicamente. Detta in questo modo… potrebbe sembrare che i nostri tecnici e campioni non ne capiscano niente di Muay Thai… ma credetemi che in confronto a loro… è proprio così!

Fatta questa premessa per informare ed incentivare sì… chi avesse intenzione di ospitare un thai nella propria palestra, ma senza facili, affrettate e sommarie soluzioni che potrebbero riservare spiacevoli sorprese, passiamo ora ad illustrare il lavoro fatto da Suracchai Sakkoed durante la sua permanenza in Italia.

Mr. SURACHAI SAKKOED (detto “POO”) 24 anni.

Ex atleta del PED RUNG RANG BOXING CAMP  di Pattaya ha svolto la sua carriera agonistica quasi esclusivamente al Theprasith Boxing Stadium di Pattaya. Con più di  80 incontri all’attivo e più volte (nelle varie categorie di peso e di età) arrivato ai primi posti nei rating dello stadio thailadese.Ancora ricordato come dotato di ottima e pregevole tecnica a tutte le distanze e specialità, dalla boxe al clinch, dai calci e ginocchiate, agli spostamenti e gomitate, vario e completo nelle strategie e nelle tattiche, prediligeva le tecniche di incontro e di rimessa.

Ha dovuto sospendere precocemente l’attività per infortunio… diplomatosi in seguito come istruttore di Muay Thai al “BOARD OF BOXING SPORT” Tailandese, svolge ora da circa due anni, questa attività presso il Pedh Rung Rang Boxing Camp di Pattaya, dove è il più giovane preparatore del Boxing Camp.

Personalmente conosciuto al Boxing Camp di Pattaya  durante tutte le mie frequenti visite, convinto, contrattatomi col promoter e consigliatomi personalmente da Cristian, si è rivelato la persona giusta per i nostri bisogni che erano:

  • Avere un collaboratore per il nostro D.T. della scuola: Ubaldo Forti;

  • Una persona capace di allenare con metodiche anche diverse e varie molti atleti nello stesso giorno;

  • Una ventata di novità sulle strategie di combattimento e modalità di allenamento;

  • Nuova energia motivazionale per tutti gli atleti ma anche per gli amatori;

  • Un ottimo tecnico per la eventuale divulgazione della disciplina con gli stages;

  • Elemento abbastanza giovane per poter disputare qualsiasi tipo di incontro si prospettasse;

  • Ragazzo calmo e facilmente gestibile anche per chi come noi, alle prime esperienze del genere.

I risultati a livello di “Team” non si sono certo fatti attendere… un vero e proprio balzo in avanti ed in alto, ma anche con gli stages se l’è cavata egregiamente, dimostrando un ottimo spirito di squadra e soprattutto sentendo anche come suoi, i vari successi riportati nel tour organizzatogli in giro nel nostro Paese.

stage a SportiliaIl Primo appuntamento è stato il più impegnativo: lo stage annuale di aggiornamento della FIKEDA a Sportilia. Quasi 300 persone (insegnanti, atleti ed amatori) provenienti da qualsiasi disciplina da gestire e “far lavorare” per quattro giorni, con due allenamenti quotidiani di due ore. Far conoscere la Muay Thai ai molti, indirizzare giustamente i tanti neofiti, specializzare, correggere, aggiornare e allenare i pochi agonisti presenti. Lavoro ed impresa quantomai difficile ed azzardata come primo appuntamento, ma direi svolta in maniera egregia, se consideriamo che gli stages seguenti sono scaturiti da questo bellissimo ed importante palcoscenico nazionale.

L’amico e appassionato Marco Magliano ha organizzato con cura il secondo stage, presso la sua palestra di Fidenza, che ha visto la partecipazione da altre regioni, di curiosi e appassionati, ma anche di chi già lo aveva potuto “testare” a Sportilia. Una quarantina le persone intervenute a conoscere e ritrovare il maestro Poo. In questa palestra non si pratica Muay Thai, ma solo discipline a contatto leggero… è stato quindi uno stage improntato sul “mostrare l’arte” e sulla spiegazione tecnica dei motivi ed esigenze, che portano ad eseguire quelle determinate combinazioni, con quella determinata sequenza e con quella specifica metodologia. stage a FidenzaNaturalmente con il lavoro concreto poi, lo si è potuto altresì dimostrare e far “testare” a tutti i presenti. Lavoro tecnico quindi, ma non scisso dalla propria cultura e tradizioni, le quali hanno fatto da chiave di lettura per le tante domande poste sugli, per noi incomprensibili, strani e apparentemente inutili  rituali che gli osserviamo compiere ogni volta.

Parte culturale questa, che ha affascinato un amico quasi trentennale ritrovato a Fidenza: Sauro Baldiotti; che ha voluto ed organizzato uno stage nella sua palestra di La Spezia, per i suoi “ragazzi”. Conosco Sauro fin dai tempi del Karate (con il quale ho iniziato la mia avventura) e nella sua palestra ho ritrovato vecchie conoscenze che mi hanno fatto rivivere antiche emozioni passate. Sauro non ha mai smesso di insegnare karate e molti suoi primi allievi e collaboratori sono ancora con lui. Questi contribuiscono con il loro bagaglio culturale di esperienze a fare di questa società una delle più autorevoli e aperte mentalmente, che possiamo trovare in giro per l’Italia. Naturalmente Sauro è stato tra i primi ad aprire anche alla Kick Boxing, di cui ha un corso nella propria palestra… ed il gruppo (una trentina di persone) appariva così più variegato ed eterogeneo che mai. stage La SpeziaLa lezione è divenuta così quantomai interessante con passaggi e richiami alle differenze ed analogie con queste altre discipline, nelle quali si sono potuti ritrovare o immettere, i nuovi automatismi strategici della Muay Thai. Ottima, costruttiva e stimolante la discussione scaturita dalla lezione di Poo, che ha fatto innalzare di “Livello” la qualità dell’esperienza fatta! Non sorprende così la decisione di Sauro ad attivarsi affinché pian piano si riesca forse,ad avere un corso di Muay Thai anche al FUNAKOSHI di La Spezia. Francamente è la più grande soddisfazione che potevo augurarmi di ottenere!

Abbiamo potuto far conoscere anche il bellissimo sud del nostro paese al piccolo Thai e precisamente la Puglia, con uno stage organizzatoci da Giuseppe D’alessio a Foggia. “Beppe” conosceva già Poo per essersi allenato l’anno passato al Pedh Rung Rang Boxing Camp durante le vacanze natalizie e dove ha potuto salutare l’anno nuovo in maniera “inusuale” combattendo a “mezzanotte” in uno dei tanti boxing bar di Pattaya. Più di una quarantina di allievi praticanti di kick boxing e Muay Thai si sono potuti sincerare della qualità ed esperienza del loro insegnante attraverso la “riprova” tecnica di un allenatore tailandese. Il nostro meridione ha molti atleti agonisti con buone potenzialità di successo ed ottima carica motivazionale, ma le costose e lunghe trasferte li tengono purtroppo lontani dagli appuntamenti importanti, che si svolgono quasi sempre al nord. Questo forse gli impedisce di crescere e dargli quella esperienza che potrebbe consentirgli di mettere a frutto le loro grandi potenzialità. 

Il giorno seguente eravamo a Bari nella palestra del “mitico” Jean Paul Pace che mi onora da anni della sua stimata e lusinghiera amicizia. Per chi non lo conosce diciamo soltanto che è stato campione del mondo di Karate con la nazionale francese negli anni 70 e che è stato uno dei primi con Dominique Valera ad importare il full contact in Europa. stage bariE proprio da lui ho avuto i primi rudimenti sulla kick boxing che tanto affascinarono i presenti ad uno stage nazionale dell’allora FIK di Ceracchini a Portorecanati. Molta acqua è passata sotto i ponti… e mai avrei immaginato di essere chiamato da lui per uno stage di Muay Thai, sebbene accompagnando un allenatore tailandese. Questo gruppo, composto da oltre una trentina di atleti praticanti Muay Thai, è stato quello con cui Poo ha potuto lavorare tecniche più approfondite e specializzate nel clinch. E’ stato molto costruttivo ed interessante, soprattutto per me, il poter esaminare e spiegare dal punto di vista bio-meccanico le tecniche mostrate e soprattutto per la presenza e l’aiuto di un personaggio carismatico e “navigato” come Jean Paul Pace. Un esperienza che non potrà che migliorare ulteriormente la stima reciproca… ma soprattutto la mia nei confronti di un personaggio tanto grande… quanto umile e di una modestia inusuale per noi… una persona “vera”! Vero e grande Maestro… ma soprattutto … di Vita!

L’ultimo appuntamento è stato alla mitica “Rambow Team” di Bologna di Gianmarco Osti (web master di MEGATHAI) Questo stage, sponsorizzato ed offerto gratuitamente da MEGATHAI ma, organizzato in una data infelice (sabato 30 maggio) ha visto una partecipazione inferiore alle aspettative a causa di un ingorgo pazzesco sulle autostrade bolognesi a causa della partenza di molti italiani per il lungo ponte che si offriva ai vacanzieri del fine settimana. Il giorno seguente era domenica ed il lunedì 2 giugno, festa nazionale per la ricorrenza della repubblica italiana. Ma l’inconveniente non sembra essere dispiaciuto ai bolognesi presenti, che hanno potuto così usufruire, oltre alla lezione tecnica, di qualche “giro” individuale ai pao con Poo. Tutti i partecipanti hanno così potuto fare la breve esperienza di allenarsi nell’identico modo con cui si allenano in Tailandia tutti coloro che vi si recano per questo. Il modo e le metodologie di lavoro ai pao sono diverse da quelle a cui siamo abituati noi e non c’è niente di meglio che provare per rendersene conto ed iniziare a capire la loro “didattica” nella preparazione sportiva. La “braciolata” a casa del famoso web master poi (dove erano invitati tutti i partecipanti) ha contribuito ad approfondire simpaticamente la conoscenza  di questo piccolo thai, suoi usi e costumi, con gli atleti della Rambow Team.


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