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A Sportilia, la Federazione Italiana Kickboxing e Discipline Associate ha...VOTATO IL FUTURO!Nell’ambito di un riuscitissimo stage (300 presenze), approvato lo Statuto della futura F.I.KBdi Roberto Fragale Ennio Falsoni stava ancora parlando alla sua gremita assemblea straordinaria nella sala congressi di Sportilia dei problemi (tanti !) che aveva incontrato nel corso della sua ormai quasi ventennale battaglia per il riconoscimento Coni , quando per un attimo la mia mente è attraversata da un film rapidissimo fatto di tanti fotogrammi con personaggi coloriti , di tanti scontri, in questa o quella manifestazione. Era come ripercorrere in pochissimi attimi, tutta la storia della kickboxing italiana che anch’io ho vissuto prima contro e poi con lui. Sono in Fiam prima e Fikeda poi da una vita ormai, almeno così si dice.E devo dire che ne abbiamo passate proprio tante e francamente , anche qui a Sportilia tutti glielo hanno riconosciuto: nessuno si è mai battuto come lui pur di raggiungere la meta che si era prefisso : fare della kickboxing uno sport riconosciuto e degno di stare nel novero di quelli ufficiali. Di Ennio Falsoni si potrà dire tutto e il contrario di tutto, ma non che gli manchi la tenacia, la perseveranza, la grinta, l’entusiasmo e la determinazione . Determinazione che – almeno così mi dicono – aveva anche quando combatteva ovunque come karateka. Mentre la mia mente sembra vagare, ecco che torna nella sala e sento le ultime parole del suo intervento : “ Amici, capisco la vostra delusione e la vostra irritazione, ma abbiate ancora un po’ di pazienza: credetemi, la vittoria è vicina !” – che immediatamente scoppia un applauso scrosciante, convinto, sincero. Dura qualche minuto, manco Falsoni fosse una pop star. Guardo in quel momento Roberto Rea, segretario generale della F.P.I. che gli siede accanto e Sandro Rossi, il massimo dirigente dell’Ufficio Attività Sociali Amatoriali poco più in là: Sembrano veramente colpiti dalla compattezza di quell’Assemblea e soprattutto da quel lungo applauso che consacra la linea politica del suo presidente, del suo attuale leader. E’ una cosa che veramente impressiona tutti. La votazione successiva dello Statuto approvato dal competente ufficio Coni è stata poi una formalità rapidissima. Finita l’assemblea , defluiti tutti, ho chiesto a Ennio Falsoni di rilasciarmi una dichiarazione a caldo che riporto integralmente . Cosa rappresenta per Fikeda la votazione di questo nuovo statuto ?“Rappresenta il nostro futuro, che è poi la continuazione esatta del nostro presente. Dopo che la F.P.I. , in data 6 luglio 2002, aveva deliberato di associare a sé Fikeda, mi sono mosso e ho lavorato con l’ufficio della Dott.essa Colucci per più di 6 mesi al fine di adattare il nostro vecchio Statuto alle norme Coni. Non è stata impresa facile , perché il Coni su certe cose non transige. Un esempio : il nostro Consiglio Nazionale sceglie i propri Commissari regionali sulla base della loro esperienza e professionalità. Il Coni prevede solo ed esclusivamente Comitati regionali scelti dalle società sportive mediante libere elezioni. La Legge Melandri poi impone che nel Consiglio nazionale siedano anche i rappresentanti dei tecnici e degli atleti. La nostra attuale federazione ha un solo Revisore dei Conti. Il Coni ci obbliga ad averne 4; in Fikeda riuniamo il Consiglio Nazionale 2 volte l’anno. Il Coni ci obbliga a 4 riunioni l’anno, per non parlare di norme molto severe in merito a tutela sanitaria e quant’altro. Insomma, come già mi ha detto Sante Bucari, il riconoscimento Coni è un po’ come sposarsi: saremo tutti un po’ meno liberi e questo costerà a tutti un po’ di più. Proprio perché ci sono regole precise che tutti sono chiamati a rispettare.” Ma abbiamo sentito che questo benedetto “riconoscimento” è stato ulteriormente ritardato da quelli della Cisco, vuoi dirci qualcosa in merito, chiarirci il problema?“ E’ successo una cosa
incredibile, da un certo punto di vista : ossia che Carlo Di Blasi va
all’Assemblea F.P.I. di Rimini e sente da Franco Falcinelli che il
riconoscimento di Fikeda è ormai imminente. Parentesi : con l’ufficio
di Sandro Rossi e della Dott.essa Colucci abbiamo concordato la data e il
luogo dell’Assemblea Straordinaria, abbiamo – noi di Fikeda –
inviato una raccomandata di convocazione a tutte le società aventi diritto di
voto 30 giorni prima, insomma avevamo già fatto tutto quello che
c’era da fare. Chiusa la parentesi. In data 19 aprile allora quelli della
Cisco inviano una lettera a Mario Pescante, a Petrucci, a Pagnozzi, a Rossi e a
Falcinelli, “protestando” per questo “imminente riconoscimento”, visto
che anche loro vogliono entrare a far parte del Coni. Inutile citare il fatto
che in questa lettera vi sono chiare menzogne e interpretazioni di fatti a
totale uso e consumo Cisco – come del resto mi sembra anche logico. La cosa
grave è che, ancora una volta, anziché presentare una vera e propria
domanda di riconoscimento al Coni seguendo la via istituzionale – come abbiamo
fatto noi – sia bastata questa semplice lettera perché il Coni mi convochi a
Roma per l’ennesima volta , insieme al rappresentante Cisco ( guarda caso
dal loro cilindro è sbucato fuori ancora Di Blasi) per dibattere il problema .
Ciò avveniva il 15 aprile, pochi giorni prima di Pasqua, ad Assemblea già
convocata ecc. ecc. Ma come mai la Cisco è stata rimessa in corsa per il riconoscimento? Non era già stata fatta una scelta precisa?“E’ esattamente quello che ho detto ai signori del Coni. Era stato dato mandato alla FPI di sbrogliare la matassa. La FPI, dopo che Falcinelli era salito alla presidenza, mi aveva dato mandato di cercare un compromesso. Il mio tentativo fallì e allora fu nominata una commissione da hoc presieduta dal Dott. Bucari. La Commissione ha lavorato un anno e alla fine è stata scelta Fikeda. Per me il discorso era chiuso. Ma evidentemente in Italia qualcuno è più uguale di qualcun altro. Ecco allora che mi si chiede un “beau geste” , e io l’ho fatto. Ma sai perché?” No.“Perché , se da una parte è vero che saremo costretti ad aspettare qualche mese in più per il riconoscimento, dall’altra finalmente abbiamo posto fine alla diatriba – per me assolutamente illogica e strumentale di Di Blasi – sul significato di “kickboxing”. Per non dire che lo Statuto che noi abbiamo già approvato obbligherà – ammesso che Cisco approvi lo stesso Statuto – le fantomatiche società Cisco ( ben 237 ! – mi ha detto Carletto in persona , contro le 390 di Fikeda), dovranno ormai necessariamente uscire allo scoperto. Vi sarà quindi uno scontro titanico ma democratico sul cui risultato finale non ho alcun dubbio !”. Se Cisco dunque vota lo stesso Statuto, si
impegna a confrontarsi a viso aperto con le forze Fikeda.
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