Nel paese dei mangiatori di cani
TEMPO DI SHOOT BOXE
La mia prima volta in Corea per un torneo da 50.000 dollari dove Alessio
Sakara e Armando Ciccarella hanno ottimamente figurato.
di Ennio Falsoni
Tra
le regole di vita che ho affinato e mi sono imposto , c'è anche
quella di visitare almeno un paese nuovo ogni anno perché trovo che
sia culturalmente molto stimolante e questa volta è toccata alla Corea.
La ragione per cui mi sono recentemente recato a Seoul infatti è
perché laggiù, per la prima volta, veniva organizzato un
"campionato del mondo" a inviti di... Kiuktuki. Ovviamente non
sapevo nulla di questa sorta di "arte marziale" coreana, anche perché
francamente non ne avevo mai sentito parlare, ma l'occasione era troppo
allettante per lasciarla perdere.Il gusto per il viaggio e l'avventura del resto
, lo scoprire usi e costumi diversi dai nostri e il piacere di incontrare
persone nuove , me li porto dietro dalla giovinezza. Ed eccoci dunque , dopo un
volo di 10 ore e 50 da Parigi , proiettati a Seoul, la città che ha ospitato le
Olimpiadi nel 1996.
Prima di andarci, non ho assolutamente voluto documentarmi su Internet per
evitare che il tutto divenisse un "dejà vu" . All'aeroporto, le
operazioni doganali si sono svolte in un battibaleno e ho trovato subito una
grande cortesia da parte di tutti. Larghi sorrisi e leggeri inchini che mi hanno
subito ricordato il Giappone, paese che ha dominato con pugno di ferro la Corea
per 40 anni dopo che diede vita al Manchu-kuo. Fuori il traffico di Seoul - una
città di 15 milioni di anime su una popolazione di 40 di tutto il paese e che
ci fa subito capire che essa è una sorta di città-stato -, è pazzesco, come
del resto in tutte le megalopoli del mondo. A seconda dell'ora, uno stesso
percorso può durare da 30 minuti a un paio d'ore. E' quello che tocca a noi per
andare subito a cena con gli organizzatori. Il ristorante è
"tradizionale" - ci viene detto-, e di lì a poco sapremo subito perché.
E' un piccolo ristorante con pavimento rigorosamente in faggio. Sul parquet un
lungo tavolo lungo e stretto con dei cuscini bassissimi . Veniamo invitati a
toglierci le scarpe e ad accucciarci . Mi pareva di essere tornato indietro nel
tempo, quando facevo l'insegnante di karate a Bergamo e a Legnano, e quelle
posizioni mi erano più famigliari di oggigiorno. Nell'aria un leggero profumo
di aglio. La Corea è nota per due cose infatti: per il fatto che sono
mangiatori di aglio, appunto, e...di cani. Sul tavolo, disseminati un po'
ovunque, dei piattini che ospitano delle salse a me assolutamente sconosciute,
piene di erbe aromatiche, dal gusto assolutamente diverso da quelli cui sono
solito.
Arrivano dei fornelli elettrici su cui piazzano delle fumiganti pentole in
cui cuociono erbe, verdure, cipolle e...carne. Una carne rosata, striata, venata
che per un attimo mi lascia perplesso: sarà mica cane? I dubbi vengono
immediatamente fugati con ilarità: quella carne è "beef" : manzo. I
cani, certi cani, si mangiano solo in alcuni particolari villaggi ormai. Sfatato
subito un luogo comune dunque. Sul tutto, ecco precipitare un tegame di soia,
una sorta di brodo, che rappresenta il tocco finale al piatto - davvero squisito
- che ci viene proposto. E' una cena assolutamente piacevole quella che è stata
offerta e i nostri anfitrioni sono tutti molto gentili e preoccupati che tutto
vada bene. L'unica cosa che non mi andrà bene è ...la scomoda posizione a
gambe incrociate. Dopo la prima mezz'ora cominciavo a sentire la necessità di
stiracchiarmi. Dopo un'ora, mi ci è voluto un po' prima di riuscire a
rimettermi in piedi e a camminare normalmente.Ma siamo riusciti
comunque a raggiungere un letto . E buonanotte.
L'indomani eravamo già tutti presi dal torneo cui eravamo stati invitati.
Con me , in questa trasferta coreana, il romano Alessio Sakara (di soli 21 anni,
ma forse uno degli atleti italiani più noti nel Valetudo o nel Brazilian
Ju Jitsu, già vincitore di una resa dei Conti a Livorno e oggi in pianta
stabile al Dojo Brazil di Antonio Inoki a Rio De Janeiro); Armando Ciccarella
di Firenze del Team Balistic col suo coach Patrizio Rizzoli; il croato Sanjn
Kadunc che mi ha fornito Harry Gorian col suo coach , Mladen Kranjcec. Ad
organizzarlo è stata la WKF , non la Federazione Mondiale di Karate
, ma appunto la World Kuytkuki Federation che fa capo a Mr. Gaksoo Lee, un noto
maestro di Hapkido coreano che si è convertito ad una sintesi che sta tra la
shoot boxe, il free fight e il valetudo. Mr. Lee, che il general manager
dell'organizzazione ( il suo presidente è un noto uomo d'affari, Mr. Michael
Kim, che ha interessi in molti settori del business), ha invitato atleti da ogni
parte del mondo per l'occasione e ha promosso, nella stessa serata, ben due
tornei: uno sino a 81 chili ( cui ha preso parte Ciccarella) , e l'altro nei
massimi (oltre 100 chili) con Sakara e Sanjn per l'appunto. I due tornei
prevedevano 8 atleti ciascuno e venivano organizzati sull'esempio
degli ormai più noti Tornei giapponesi come Pride o K-1. Gli atleti
si battevano con eliminazione diretta, su un ring ottagonale, sulla distanza di
1 ripresa di 5 minuti nel corso delle qualificazioni e semifinali, di 4 riprese
di 3 minuti nella finalissima. Tecniche usate ? Tutte le tecniche di Kickboxing
o di Muay Thai da posizione eretta con la possibilità di proiettarsi al suolo
in qualunque modo e una volta al suolo valeva la possibilità di lottare (
uso di leve articolari e strangolamenti) oppure di colpirsi solo coi pugni e per
20 secondi in tutto. Trascorso tale termine, l'arbitro centrale bloccava i
contendenti e li faceva rimettere in piedi. Alessio Sakara ( un bravissimo
ragazzo dalla parlata romanesca che mi fa morire) , grazie al lavoro tecnico che
gli fanno fare al Dojo, è migliorato parecchio specie nella lotta a
terra. Avrebbe maggiormente gradito che gli incontri fossero di Brazilian
Ju Jitsu o di Valetudo, ma per lui, che viene dal pugilato ( è stato campione
regionale laziale e una promessa tra i giovani, nonostante i suoi 21 anni),
andava bene anche così: l'importante per un "professionista" è
gareggiare e guadagnare soldi, perché il suo sogno è comprarsi casa a Rio.
Ciccarella, più uso di Alessio al Free Fight, è una simpatica pellaccia
toscana che sa spaziare dalla kick alla shoot, e nel torneo si è subito messo
in mostra per le sue doti di...pugile. In difficoltà nelle battute iniziali
contro Nikolay, un atleta kazachistano, ha tirato fuori un paio di destri
di ottima futura che quasi spengono le candeline all'avversario. L'avversario ha
provato allora a portarlo al suolo, ma lui è stato bravissimo anche su questo
piano e ha portato a casa la vittoria ai punti per 3-0. La stessa cosa è
toccata a Sakara. Opposto a Kirilov , un atleta ucraino che si muoveva anche in
maniera un po' goffa, ha spolverato il suo proverbiale diretto destro che per
due volte ha mandato l'avversario a gambe all'aria. I guantini in uso nel torneo
erano di 5 once soltanto, pensate un po', praticamente coprivano a malapena il
dorso della mano più che le nocche. Potete quindi immaginarvi lo sconquasso che
hanno provocato o colpi di Sakara sul volto del malcapitato ucraino che è stato
decretato K.O. Purtroppo però , subito dopo il primo atterramento, Sakara - che
già soffriva di una leggera distorsione alla caviglia destra - se l'è
pesantemente aggravata quando ha cercato gli appoggi per spingere maggiormente
suoi colpi. Quasi stava per abbandonare dopo 30 secondi dall'inizio del match,
ma bene abbiamo fatto un po' tutti a consigliargli di usare ancora il destro per
porre fine all'incontro che è stato portato velocemente in porto. Il problema
era che Alessio aveva chiuso col torneo lì. Non avrebbe più potuto continuare.
Nell'altra poule, il croato Sanjn Kadunc è stato alle prese del russo
Mikhail Tarshkoyev al primo turno che ha poi regolato per la vittoria. I nostri
eroi erano riusciti tutti a passare il primo turno che notoriamente
è il più difficile perché tutti si giocano l'ingresso nella zona
"money". Al secondo turno, Ciccarella, che aveva speso molto nel primo
match, era di fronte al freschissimo coreano Jung-Hwan Jung che aveva
saltato il primo turno per assenza dell'avversario australiano e si è trovato
subito a malpartito. Il coreano era bravo a tenere Armando a distanza, calciava
forte ed era veloce. Ciccarella ha provato a chiudere la distanza, ma
anche al suolo si è trovato un avversario preparato e coriaceo che lo ha
costretto alla resa. Sorte ha voluto che questo stesso coreano abbia
poi perso - e di brutto - in finale contro il fortissimo Ilyasov Sunnat, un
uzbeco che ve lo raccomando, un grande atleta e fortissimo nella lotta. Ha
sbatacchiato il coreano da una parte all'altra del ring. Come questi cercava di
calciare o di colpire di pugno, Sunnat evitava i colpi e rientrava prontamente
afferrando l'avversario alle gambe o al tronco e una volta che l'aveva brincato,
per lui non c'era più scampo. Ha portato Jung-Hwan al suolo e lo ha portato in
leva di gomito in pochi secondi, ma in maniera talmente violenta che quasi
gli spacca l'articolazione. Anche l'altro coreano Soon-Eung era uscito piuttosto
malridotto dal primo incontro col tedesco di origine russa Mikhail( setto nasale
rotto per una ginocchiata ) e non si è presentato per la disputa del terzo
posto e così ha lasciato via libera a Armando Ciccarella che esultava.Nell'altro
torneo dei massimi, Sanin - un po' affaticato dall'incontro precedente-, non è
stato così brillante col kazaco di origine cecena Bislan che
vinceva andando in finale contro un conterraneo, tal Aslan che, saltato il primo
turno per l'assenza dell'avversario ( altro australiano che se n'è andato così
come era arrivato per non precisate ragioni), saltato il secondo match contro
Sakara per infortunio alla caviglia, si è trovato proiettato in finale senza
colpo ferire, mentre l'avversario era uscito da due incontri durissimi. La
finale aveva un esito scontato, purtroppo, e così è stato, aggravata dal fatto
che il povero Bislan, in seguito a un calcio bloccato, si procurava la frattura
del malleolo dopo 30 secondi dall'inizio delle ostilità. Brutta finale, devo
francamente dire, sbilanciata per la cattiva sorte, di un torneo che visti gli
sforzi degli organizzatori avrebbe dovuto essere ben altro.
Ma così vanno questo tipo di tornei :lasciano sempre un po' di amaro in
bocca. E a me non piacciono. L'esperienza coreana finiva comunque in gloria per
il gruppo di atleti che avevo portato a Seoul: il croato Sanjn riusciva - anche
lui - ad aggiudicarsi il terzo posto per l'assenza di... Sakara e a
portare a casa un po' di dollari che non fanno mai male. Coi coreani siamo già
in trattative per una serie di prossimi eventi , non prima di avere chiarito
regole e regolamenti di Shoot boxe che vorremmo far adottare. In Corea dunque,
ci torneremo, anche perché ci sono molte analogie con l'Italia: il paese è una
penisola, amano l'aglio - come noi - , e soprattutto gli "spaghetti" e
gli italiani ...Ci sentiamo ormai di casa.
RISULTATI
TORNEO PESI MEDI - 81 CHILI
- ILYASOV SUNNAT - UZEBEKISTAN
- JUNG-HWAN JUNG - KOREA
- ARMANDO CICCARELLA - ITALY
- TARSHKOYEV MIKHAIL - GERMANY
TORNEO PESI MASSIMI
- KHAMZATOV ASLAN - KAZAHKSTAN
- DOKAEV BISLAN - UZBEKISTAN
- SANJN KADUNC - CROATIA
- ALESSIO SAKARA - ITALY
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