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Mondiale W.A.K.O. 2003

14esima edizione dei Mondiali WAKO a Parigi

C’EST MAGNIFIQUE !

Strepitosi Mondiali, con  780 atleti in rappresentanza di 62 nazioni dai cinque continenti. Italia prima al mondo nel semi contact e nell’aero/kick, quarta nel light, 16esima nel full. Di che esserne fieri.

di Ennio Falsoni

la giuria“Parigi val bene una messa” – disse  Enrico IV di Borbone già nel 16esimo secolo e pertanto che la capitale francese – da sempre – sia una delle città più splendide e importanti del mondo non è una novità. L’esservi ritornati dunque  per la 14esima edizione dei Mondiali di semi, light, full contact e aero/kickboxing non ha fatto altro che rafforzare questo luogo comune, che poi è pura e semplice realtà. Parigi è una città superba, da ogni punto di vista la si affronti e la si guardi, coi suoi boulevards (larghi, enormi , meravigliosi) , i suoi splendidi palazzi, le scintillanti vetrine, le migliaia e migliaia di ristoranti brulicanti di gente di ogni nazionalità, la Torre Eiffel, il Louvre, les Invalides, Montmartre, il Quartiere Latino, Notre Dame de Paris, la Senna, il Bateaux Mouche, la Defense , la sala “Marcel Cerdan” a Levallois Perret dove abbiamo tenuto i Campionati..., tanto per citare alcuni dei suoi luoghi più noti.

Che poi presenti  anche l’altra faccia della medaglia ,  che abbia cioè  il problema comune  a  tutte le  altre grandi capitali del mondo , ossia  un traffico pazzesco assolutamente incontrollabile e imprevedibile, è purtroppo un altro dato di fatto, con cui abbiamo amaramente dovuto confrontarci.

il podioMa se si toglie il problema degli imbottigliamenti ( les embouteillages” – come li chiamano loro) - che comunque obbligava taluni squadre a due ore di bus per percorrere 16 chilometri!- , devo dire che abbiamo avuto una memorabile edizione dei Mondiali WAKO con  780 atleti partecipanti in rappresentanza di ben 62 nazioni dai cinque continenti. Un record per noi, presentando solo 1 atleta per categoria di peso e per specialità da ogni nazione. Un vanto per il nostro movimento, che ha dimostrato la sua universalità. Vi sono sport “olimpici” che simili numeri e tale qualificata partecipazione non hanno. Un noto giornalista francese – Pierre Fulla - , che oggi lavora anche per Canal + che ha girato due ore di immagini del nostro primo giorno di finali di full contact, mi ha personalmente detto :” Non avevo mai visto il vostro sport...mais c’est magnifique! Vous avez de la chances!” – E se lo dice lui, uno dei più noti giornalisti sportivi francesi, bisogna anche crederci perché ha fatto 8 Olimpiadi!

E’ stato dunque un avvenimento sportivo di prim’ordine quello vissuto da una foltissima delegazione italiana (76 persone) e da tutti noi dello staff per qualità , quantità, immagine. Chiaro che quando si hanno 3 ring e 4 tatami,  7 aree di gara che lavorano all’unisono e a pieno ritmo per 11-12 ore nei primi due giorni, con così tanti atleti coinvolti, pareva in certi momenti fin troppo piccola la sala “Marcel Cerdan”. Ma è bastato arrivare al terzo giorno, averle   ridotte da 7 a  tre , utilizzandole anche in tempi diversi, per dare un senso di ordine, di pulizia intorno ai quadrati di gara che prima era impossibile fornire.

E’ chiaro che il successo di qualunque manifestazione sportiva verte principalmente su tre fattori  : la qualità dell’organizzazione, la qualità degli atleti, la qualità degli arbitraggi.

competizioneSe salta anche uno solo di questi fattori, va tutto a carte 48. Ed allora bisogno dire che il prodotto finale dei nostri Mondiali ha avuto la fortuna di rappresentarli tutti e tre quei fattori.

I miei personali complimenti vanno dunque alla Federazione Francese di Full Contact che ha organizzato l’avvenimento, ( in particolare a Eric Leclercq, segretario generale della Federazione stessa e a Dominique Rousset, general manager e membro del Ministero dello Sport Francese), ai 60 arbitri che lo  hanno diretto ( tra cui Roberto Fragale, Loris Romanazzi, Francesco Pellegrino, Enrico Calandri dell’Italia).

Per venire poi agli atleti, dirò subito che l’Italia ne esce più che a testa alta da questo confronto titanico:su  228 atleti partecipanti in rappresentanza di 31 nazioni e  nonostante il forfait di tre eccellenti atleti di un recente passato come Marco Culiersi, Giuseppe Fracaroli e Emanuele Bozzolani ( tutti e tre medaglie d’oro nell’ultimo Mondiale di Maribor nel 2001), abbiamo confermato il primo posto per nazioni nel semi contact con  le splendide vittorie di Aquilano Samanta (50 chili) e di  Luisa Lico (60) tra le donne ( rispettivamente al loro terzo e quarto oro consecutivo in Campionati del Mondo WAKO !) , e di Roberto Belotti (63) e Gregorio Di Leo (69) tra gli uomini. Argento poi per Nicandro Pasquale (57) e per Gianluca Guzzon (94).Infine bronzo per Domenico De Marco (74). Insomma nessuno come noi in questa specialità, nemmeno gli americani, i vecchi mostri sacri inventori della specialità, finiti al terzo posto a pari punti con la Gran Bretagna,a dietro anche all’Ungheria che è finita seconda.

Proprio quest’ultima nazione  ha vinto il primo posto per nazioni nel light contact, specialità  difficile da interpretare, e che ha avuto 215 partecipanti in rappresentanza però di ben 38 nazioni e dove l’Italia è finita al quarto posto, dopo Ungheria, Slovenia (eccellente la scuola di Tomaz Barada), e la Russia, Russia che invece ha largamente dominato questi Mondiali nel full contact, specialità che ha avuto la più larga partecipazione e il maggior successo a Parigi: ben 280 i   concorrenti, per 50 nazioni dai 5 continenti!, un successo al di là di ogni aspettativa che sancisce l’incredibile successo della kickboxing nel mondo intero ormai.

Nel Light contact abbiamo sfiorato l’oro con Alessia Gaietto nei 55 chili  , con Gloria De Bei nei 60 e con Chiara Mandelli (65)  tra le donne. Purtroppo una delle nostre punte di diamante del movimento, Andrea Prtimitivi ( 79 chili), dove aver largamente vinto il suo match negli ottavi che lo portava in semifinale, avendo riportato una lesione alla cartilagine intercostale, era costretto a dare forfait in semifinale guadagnando così solo il bronzo. Tra gli altri bronzi, Giulia Compagno nei +70 chili donne, Agostino Pavesi nei 94 chili uomini.

il podioDove abbiamo un po’ fallito le aspettative francamente è stato nel full contact, dove la squadra – un po’ per i cattivi sorteggi, un po’ per la   bravura  degli avversari – ha conseguito risultati inferiori alle aspettative.

A tenere alta la nostra bandiera, ancora una volta una donna, la bergamasca Barbara Plazzoli , campionessa del mondo uscente, che in finale però, contro la russa Lidia Andreeva, è risultata un po’ contratta nel corso delle prime due riprese. Pur dominando la terza e ultima, non è tuttavia riuscita a strappare la vittoria all’avversaria. Per tutti gli altri, il miglior risultato è stato il raggiungimento dei quarti .

I nostri colori   sono infine  stati difesi brillantemente dagli azzurri di aero/kickboxing. Abbiamo infatti dominato sia nella gara a squadre che nell’individuale femminile con step, dove   Laura Fiori si è laureata campionessa del mondo. Ma non ci siamo fermati lì. Abbiamo vinto  poi anche   nell’individuale maschile. Bruno Manca infatti ,  battendo in un infuocato  spareggio il tedesco  Daniel Gartner, sfoderando un’esecuzione perfetta a ritmo di Flashdance, ha agguantato l’oro facendoci tutti quasi ballare con lui dalla gioia. Una grande soddisfazione, credetemi, che premia gli enormi sforzi  (privati) di un grande gruppo. Il nostro.   


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