14esima
edizione dei Mondiali WAKO a Parigi
C’EST MAGNIFIQUE !
Strepitosi Mondiali, con
780 atleti in rappresentanza di 62 nazioni dai cinque continenti. Italia prima
al mondo nel semi contact e nell’aero/kick, quarta nel light, 16esima nel
full. Di che esserne fieri.
di Ennio Falsoni
“Parigi
val bene una messa” – disse Enrico IV di Borbone già nel 16esimo
secolo e pertanto che la capitale francese – da sempre – sia una delle città
più splendide e importanti del mondo non è una novità. L’esservi ritornati
dunque per la 14esima edizione dei Mondiali di semi, light, full contact e
aero/kickboxing non ha fatto altro che rafforzare questo luogo comune, che poi
è pura e semplice realtà. Parigi è una città superba, da ogni punto di vista
la si affronti e la si guardi, coi suoi boulevards (larghi, enormi ,
meravigliosi) , i suoi splendidi palazzi, le scintillanti vetrine, le migliaia e
migliaia di ristoranti brulicanti di gente di ogni nazionalità, la Torre Eiffel,
il Louvre, les Invalides, Montmartre, il Quartiere Latino, Notre Dame de Paris,
la Senna, il Bateaux Mouche, la Defense , la sala “Marcel Cerdan” a
Levallois Perret dove abbiamo tenuto i Campionati..., tanto per citare alcuni
dei suoi luoghi più noti.
Che poi presenti anche
l’altra faccia della medaglia , che abbia cioè il problema comune
a tutte le altre grandi capitali del mondo , ossia un traffico
pazzesco assolutamente incontrollabile e imprevedibile, è purtroppo un altro
dato di fatto, con cui abbiamo amaramente dovuto confrontarci.
Ma
se si toglie il problema degli imbottigliamenti ( les embouteillages” – come
li chiamano loro) - che comunque obbligava taluni squadre a due ore di bus per
percorrere 16 chilometri!- , devo dire che abbiamo avuto una memorabile edizione
dei Mondiali WAKO con 780 atleti partecipanti in rappresentanza di ben 62
nazioni dai cinque continenti. Un record per noi, presentando solo 1 atleta per
categoria di peso e per specialità da ogni nazione. Un vanto per il nostro
movimento, che ha dimostrato la sua universalità. Vi sono sport “olimpici”
che simili numeri e tale qualificata partecipazione non hanno. Un noto
giornalista francese – Pierre Fulla - , che oggi lavora anche per Canal + che
ha girato due ore di immagini del nostro primo giorno di finali di full contact,
mi ha personalmente detto :” Non avevo mai visto il vostro sport...mais
c’est magnifique! Vous avez de la chances!” – E se lo dice lui, uno dei più
noti giornalisti sportivi francesi, bisogna anche crederci perché ha fatto 8
Olimpiadi!
E’ stato dunque un avvenimento
sportivo di prim’ordine quello vissuto da una foltissima delegazione italiana
(76 persone) e da tutti noi dello staff per qualità , quantità, immagine.
Chiaro che quando si hanno 3 ring e 4 tatami, 7 aree di gara che lavorano
all’unisono e a pieno ritmo per 11-12 ore nei primi due giorni, con così
tanti atleti coinvolti, pareva in certi momenti fin troppo piccola la sala
“Marcel Cerdan”. Ma è bastato arrivare al terzo giorno, averle
ridotte da 7 a tre , utilizzandole anche in tempi diversi, per dare un
senso di ordine, di pulizia intorno ai quadrati di gara che prima era
impossibile fornire.
E’ chiaro che il successo di
qualunque manifestazione sportiva verte principalmente su tre fattori : la
qualità dell’organizzazione, la qualità degli atleti, la qualità degli
arbitraggi.
Se
salta anche uno solo di questi fattori, va tutto a carte 48. Ed allora bisogno
dire che il prodotto finale dei nostri Mondiali ha avuto la fortuna di
rappresentarli tutti e tre quei fattori.
I miei personali complimenti
vanno dunque alla Federazione Francese di Full Contact che ha organizzato
l’avvenimento, ( in particolare a Eric Leclercq, segretario generale della
Federazione stessa e a Dominique Rousset, general manager e membro del Ministero
dello Sport Francese), ai 60 arbitri che lo hanno diretto ( tra cui
Roberto Fragale, Loris Romanazzi, Francesco Pellegrino, Enrico Calandri
dell’Italia).
Per venire poi agli atleti, dirò
subito che l’Italia ne esce più che a testa alta da questo confronto
titanico:su 228 atleti partecipanti in rappresentanza di 31 nazioni e
nonostante il forfait di tre eccellenti atleti di un recente passato come Marco
Culiersi, Giuseppe Fracaroli e Emanuele Bozzolani ( tutti e tre medaglie d’oro
nell’ultimo Mondiale di Maribor nel 2001), abbiamo confermato il primo posto
per nazioni nel semi contact con le splendide vittorie di Aquilano Samanta
(50 chili) e di Luisa Lico (60) tra le donne ( rispettivamente al loro
terzo e quarto oro consecutivo in Campionati del Mondo WAKO !) , e di Roberto
Belotti (63) e Gregorio Di Leo (69) tra gli uomini. Argento poi per Nicandro
Pasquale (57) e per Gianluca Guzzon (94).Infine bronzo per Domenico De Marco
(74). Insomma nessuno come noi in questa specialità, nemmeno gli americani, i
vecchi mostri sacri inventori della specialità, finiti al terzo posto a pari
punti con la Gran Bretagna,a dietro anche all’Ungheria che è finita seconda.
Proprio quest’ultima nazione
ha vinto il primo posto per nazioni nel light contact, specialità
difficile da interpretare, e che ha avuto 215 partecipanti in rappresentanza però
di ben 38 nazioni e dove l’Italia è finita al quarto posto, dopo Ungheria,
Slovenia (eccellente la scuola di Tomaz Barada), e la Russia, Russia che invece
ha largamente dominato questi Mondiali nel full contact, specialità che ha
avuto la più larga partecipazione e il maggior successo a Parigi: ben 280 i
concorrenti, per 50 nazioni dai 5 continenti!, un successo al di là di ogni
aspettativa che sancisce l’incredibile successo della kickboxing nel mondo
intero ormai.
Nel Light contact abbiamo
sfiorato l’oro con Alessia Gaietto nei 55 chili , con Gloria De Bei nei
60 e con Chiara Mandelli (65) tra le donne. Purtroppo una delle nostre
punte di diamante del movimento, Andrea Prtimitivi ( 79 chili), dove aver
largamente vinto il suo match negli ottavi che lo portava in semifinale, avendo
riportato una lesione alla cartilagine intercostale, era costretto a dare
forfait in semifinale guadagnando così solo il bronzo. Tra gli altri bronzi,
Giulia Compagno nei +70 chili donne, Agostino Pavesi nei 94 chili uomini.
Dove
abbiamo un po’ fallito le aspettative francamente è stato nel full contact,
dove la squadra – un po’ per i cattivi sorteggi, un po’ per la
bravura degli avversari – ha conseguito risultati inferiori alle
aspettative.
A tenere alta la nostra
bandiera, ancora una volta una donna, la bergamasca Barbara Plazzoli ,
campionessa del mondo uscente, che in finale però, contro la russa Lidia
Andreeva, è risultata un po’ contratta nel corso delle prime due riprese. Pur
dominando la terza e ultima, non è tuttavia riuscita a strappare la vittoria
all’avversaria. Per tutti gli altri, il miglior risultato è stato il
raggiungimento dei quarti .
I nostri colori sono
infine stati difesi brillantemente dagli azzurri di aero/kickboxing.
Abbiamo infatti dominato sia nella gara a squadre che nell’individuale
femminile con step, dove Laura Fiori si è laureata campionessa del
mondo. Ma non ci siamo fermati lì. Abbiamo vinto poi anche
nell’individuale maschile. Bruno Manca infatti , battendo in un
infuocato spareggio il tedesco Daniel Gartner, sfoderando
un’esecuzione perfetta a ritmo di Flashdance, ha agguantato l’oro facendoci
tutti quasi ballare con lui dalla gioia. Una grande soddisfazione, credetemi,
che premia gli enormi sforzi (privati) di un grande gruppo. Il nostro.
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