PRESENTA:
ANCORA UNA BELLISSIMA MANIFESTAZIONE NEL VENETO A DISTANZA DI
POCHISSIMO TEMPO DALLE ULTIME ORGANIZZATE IN ZONA. PROLIFICANO SEMPRE PIU’ I
PROMOTER PROFESSIONALI NEL NORD ITALIA E QUASI GAREGGIANO AGONISTICAMENTE TRA
LORO. IL PRIMO RISULTATO SCATURITONE E’ CHE ABBIAMO ADESSO, MANIFESTAZIONI
SEMPRE PiU’ BELLE E CHE NON TARDERANNO A RENDERE ANCORA PIU’ GRANDI E
CONOSCIUTI I NOSTRI SPORT, A TUTTI GLI ITALIANI!
Di: D.t. Giulio Socci
Proprio così… credo
infatti che non dobbiamo certo dolerci (di qualsiasi organizzazione
facciamo parte) quando “gli altri” fanno delle così belle manifestazioni.
Perché in ultimo, quello che ne esce sempre vincente da questi sforzi, negli
scontri organizzativi dell’associazione di turno… è proprio e sempre il
nostro sport! Poco conta quindi, quale sia l’egida federale sotto la quale si
organizzi questo o quell’evento… la cosa importante è che questo sia
organizzato professionalmente e che renda una degna e giusta immagine allo sport
che presenta pubblicamente. Spesso mi dolgo quando, parlando con gli addetti ai
lavori delle varie organizzazioni concorrenti a quella eventualmente di turno
impegnata, mi accorgo come questi cerchino il “pelo nell’uovo” o si
arrampichino sugli specchi, nel tentativo di sminuirne stupidamente la bontà.
In fin dei conti si tratta sempre di organizzazioni diverse e con uomini
diversi, con intendimenti e visioni sviluppanti lo sport, diverse le une dalle
altre, ma tutti con un unico denominatore comune nelle intime intenzioni… il
bene e la diffusione degli stessi sport!
Molto meglio, spererei in
seguito, che ognuno esalti le qualità positive degli altri e cerchi poi
eventualmente, di prenderne spunto e tentare di fare meglio… piuttosto che
ognuno cerchi di sminuire o boicottare l’evento di tutti gli altri. Non è
semplice comprendere ed agire nella realtà quotidiana secondo questo
ragionamento (anche se a parole, sono sicuro, tutti concorderanno naturalmente
con me). Ma come sempre noi per primi, se ne siamo profondamente convinti… lo
diciamo! Del resto il nostro compito è proprio quello di rendervi partecipi ed
informati su tutto quello che accade nel Paese a proposito del nostro ambiente e
farlo boicottando alcuni eventi e dando invece risalto ad altri… sarebbe
fallimentare sullo scopo principale della nostra nascita ed esistenza
editoriale, facendo in ultima analisi, più male che bene per la comprensione
esistenziale del nostro fenomeno sportivo. Il Veneto stesso… che fino a
qualche anno fa sembrava impossibile svegliare dal torpore in cui sembrava
essere caduto (con pur belle iniziative periodiche ed ottimi risultati, anche
mondiali, nel semi e light contact) ed iniziarlo o migliorarlo negli sport da
ring… Adesso sembrerebbe invece, essere divenuta una delle regioni più attive
in questo genere di organizzazioni professionistiche. Naturalmente non possiamo
dare il merito a nessuna opposta organizzazione in particolare, ma solo a tutti
i loro tanti promoter che con estrema professionalità hanno ben lavorato ogni
volta, per presentare con dignità i nostri sport da combattimento. Come sempre,
sono le iniziative private che ottengono i migliori risultati e di cui
prontamente noi, diamo ampio e meritato risalto. E’ la volta questa, di
parlare di uno dei più grandi promoter della regione: il sig. Roberto Ravarro.
Non certo nuovo a questo tipo di organizzazioni, opera nell’ambiente padovano
già da diversi anni con molte manifestazioni al suo attivo e con sempre
maggiori riscontri di gradimento. Anche la sua professionalità è andata
migliorando con l’esperienza maturata e siamo arrivati adesso ad
organizzazioni di eventi che, in quanto a professionalità organizzativa, non
hanno niente da invidiare a nessun altro “grande” promoter che opera sul
territorio italiano. Non possiamo quindi che esaltare la professionale
organizzazione tecnica di tutta l’organizzazione logistica dell’evento.
Buona la pubblicità, buono l’allestimento di contorno… luci, messa in opera
ed effetti speciali che come sempre, enfatizzano ultimamente tutte le
riunioni professionistiche a cui assistiamo e velocissimamente recensiamo.
Presenti molti sponsor e persino alcune grandi aziende, che sembra stiano
osservando con interesse crescente lo spettacolare fenomeno kickboxistico.
Presenti molte emittenti televisive locali e persino una troupe di Italia Uno,
che trasmetterà prossimamente la serata sulla propria emittente. Sembra
che questi sport stiano vivendo un momento di metamorfosi e sfoggino
continuamente abiti nuovi per la progressiva presentazione al grande pubblico
nazionale. Questo crescente interesse ultimamente riscontrato, credo sia l’ultimo
risultato degli sforzi di tutti i vari organizzatori professionali ,che
ultimamente sembrerebbero essere nati o “maturati” nel Paese. Ottimo esempio
dimostrativo della bontà del concetto precedentemente illustrato! Circa duemila
gli spettatori accorsi per gustarsi la serata di Padova. Ma veniamo nello
specifico con la recensione all’evento del sig. Roberto Ravarro, capo
carismatico della società Maverick Gym.
Avevamo già letto sui vari
siti internet che era arrivata in Italia per questa riunione, la fortissima
equipe giapponese composta dal campione mondiale Yoshihiro Sato, Satoshi
Kobayashi (campione del mondo ed allievo diretto del leggendario Toshio Fujiwara),
Noriko-T ed Aky Gracier. Al seguito anche Toshi Naka, Mitsuru Miyata ed un
giornalista inviato speciale per conto di alcune testate nazionali
giapponesi. Tutti confermati quindi, i combattimenti del supergala previsto a
Padova per sabato 27 novembre. Il M° Roberto Ravarro, organizzatore del
mega-evento, propone a tutti gli intenditori alcune sfide veramente
interessanti. Tra le più attese citiamo la grande rivincita fra Itthipol (Thailandia)
e Sato (Giappone), titolo mondiale in palio, ed il confronto Kaopom Lek (Thailandia)
vs Kobayashi (Giappone), entrambi i match con gomitate autorizzate! Grande
interesse anche per la rivincita fra le due fortissime campionesse Kalliopi
Yeitsidou (Grecia) e Noriko T (Giappone), già ammirate nello scorso febbraio al
Kombatfestival di Genova, e per il confronto che vedrà la nostra Silvia
Valicelli (Pro Fighting Bologna) incrociare i guantoni con la forte nipponica
Aky Gracier. Ma le emozioni non finiranno qui, dato che il cartellone prevede
parecchi altri match: tre combattimenti fra pesi supermassimi validi
come selezione per OKTAGON e l'interessante confronto fra Stefano Stradella (Tonic-Mejiro
Gym Milano) e Fabrizio Donato (Team Auditore Messina). Una serata del genere non
poteva essere persa da ilguerriero.it
e per questo, una nostra squadra redazionale
con cronista e fotografo era presente fin dalle prime ore dei preparativi
organizzativi. Ringraziamo pertanto il sig. Roberto Ravarro per averci
benevolmente accolto come suoi ospiti e che ci ha messo nelle migliori
condizioni per espletare il nostro lavoro giornalistico. Le luci si spengono
leggermente in ritardo (ore 21,00) rispetto alla tabella di marcia, per
consentire di terminare al pubblico, di confluire completamente e prendere posto
sulle capienti tribune del palasport di S. Lazzaro. Speaker d’eccezione
Rinaldo Rinaldi, che ha presentato con enfasi ed aggettivi “roboanti”
come sempre, tutta l’intera manifestazione.
Più alto Kalezic, ma molto più
mobile Gomiero, che manda a vuoto quasi tutte le pur mirabili tecniche dell’avversario
nell’avvio dell’incontro. Poi finalmente si rompe ogni indugio ed il match
prende l’avvio. Meglio impostato pugilisticamente Andrea, non manca di
impegnare in varie occasioni il bosniaco, che tuttavia reagisce e rimane sempre
pericoloso.
Sono specialmente i calci in
linea alta che creano maggiori problemi all’atleta di casa, ma molto spesso i
suoi guanti sono a proteggerlo dagli insidiosi colpi. Ottimi ed efficaci gli
scambi pugilistici da entrambe le parti. Il match rimane acceso fino all’ultimo
secondo e sebbene i due appaiano in affanno nell’ultima parte, si giocano il
tutto per tutto nella boxe ravvicinata, ma senza che mai nessuno dei due riesca
a far rimarcare nettamente la propria superiorità sull’avversario.
Il giudizio della terna
arbitrale infatti… decreta incontro pari!
Primo round all’insegna delle
belle azioni. Entrambi gli atleti sono infatti dei bravi tecnici, ma è ancora
presto perché ognuno dei due possa sorprendere l’altro. Purtuttavia i molti
calci in linea alta non mancano di far eccitare il pubblico. Ci sembra però che
se i due si equivalgono alla lunga distanza, è nel clinch che Matteo Danieli
mostra una maggiore conoscenza tecnica e malizia tattica.
Nel secondo round, il croato
tenta nuovamente la tattica del precedente, rimanere alla lunga distanza e
giocarsela con i calci. Ma l’italiano inizia un sapiente lavoro alle gambe che
ne ferma la mobilità e poi lo chiude metodicamente in clinch dove la sua
supremazia ormai conclamata, non manca di spegnere a poco a poco ogni vitalità
avversaria. Il croato finisce infatti in forte debito di ossigeno il round
e non si presenterà al centro del ring per disputare il terzo…. Vince quindi
Matteo Danieli, per abbandono al 3° round.
Grande match anche questo,
cinque round uno più bello dell’altro con moltissime fasi alterne a favore
dell’una e dell’altra. Bravissima
la Vallicelli
a “tenere a bada” e controllare magistralmente una atleta così
determinata, anche se (sulla carta)
la Silvia
è ben più esperta di lei. L’atleta bolognese infatti, ha circa quattro
volte il numero dei suoi incontri e vanta ben 15 k.o. a proprio favore (più dei
combattimenti totali della giapponese). Nel primo round appare subito chiaro il
livello tecnico delle due contendenti e che sarà un match difficile per
entrambe. Tuttavia notiamo fin da subito una migliore impostazione dell’italiana
nel clinch ed inoltre questa, credo sia dotata di una potenza incredibile nei
pugni (inconsueto per una donna). Ciononostante però, non sembra i pressionare
affatto
la Aki
che “ribatte” continuamente.
Nel secondo round la giapponese
parte all’attacco… ma
la Vallicelli
ci stupisce con mirabili tecniche di calcio d’incontro. Inoltre permane la
sua supremazia nel clinch. Ormai
la Aki
gli tiene testa solo nella scherma pugilistica, dove non si dà mai per vinta…
ma le tecniche della Silvia ci sembrano essere più efficaci. Però la
determinazione della kamikaze, che continua imperterrita ad avanzare (pur avendo
forse la peggio) sminuisce sicuramente la supremazia italiana.
Nel terzo round
la Vallicelli
prova a sorprendere l’avversaria con un bellissimo hi kick ma la giapponese
è ancora presente e blocca fortunatamente con i guanti. Lo scontro continua ad
essere molto acceso e senza che nessuna delle due mostri segni di cedimento
alcuno… ne fisico… e tanto meno psicologico!
Nel quarto round
la Aki
si scatena e tenta una rimonta, attacca a due mani di pugno,
la Silvia
arretra ma colpisce ripetutamente con ginocchiate d’incontro e middle in
uscita. Ma
la Aki
non sembra risentire dei colpi avversari e continua metodicamente ad avanzare…
è sempre lei infatti che cerca lo scontro ed è sempre lei che replica
continuamente le azioni avversarie… persino quando queste entrano e anche
quando sono visibilmente accusate.
Nell’ultimo round la
giapponese parte come un treno e spara combinazioni pugilistiche a due mani
degne di un campione di boxe…
la Vallicelli
replica ogni volta… e forse anche più potente… ma
la Aki
sembra avere una resistenza lattacida maggiore e le sue azioni durano un
tempo più lungo. E’ uno scontro a viso aperto per tutte e due e sono molte le
volte che
la Silvia
deve sapientemente chiudere in clinch per arginare la furia giapponese. Qui
però la sua predominanza rimane intatta. La campanella di fine incontro le
sorprende in una lotta accesa.
Il giudizio dell’incontro…
vede le due atlete in trepida attesa. A noi era parso che forse
la Vallicelli
avesse fatto qualcosa di più… ma evidentemente non è bastato a fare la
differenza… ed inoltre il fatto che
la Aki
abbia sempre avanzato ed ha finito forse in rimonta… credo abbia influenzato
i giudici. Incontro pari! Comunque entrambe hanno dimostrato di essere delle
vere guerriere, specialmente
la Aki
che ha saputo superare con il cuore, momenti difficilissimi.
Salta l’incontro con Gianluca
Cherubini e si rimedia all’ultimo momento con un atleta croato. Frantone
Gunnar è un vero gigante rispetto a lui. Lo supera di almeno 15cm in altezza e
di circa una decina di kg. in peso corporeo. Inoltre la sua statuarietà cozza
contro la pancetta avversaria.
Infatti fin dal primo round,
sembra che l’avversario lo si potrebbe paragonare ad un torello per le
tecniche di attacco a testa bassa… e ad una tartaruga per la completa
copertura che assume poi nella posizione. Ma anche ad un punch-bool per le
combinazioni pugilistiche che deve subire dall’avversario, più alto, più
forte e più in forma. Round nettamente a favore di Gunnar, che tuttavia non
mostra molta perizia nelle tecniche di ginocchio, con le quali aveva avuto più
di una volta occasione, per chiudere anzitempo il match.
Secondo round fotocopia del
primo ed oltretutto entrambi cominciano a mostrare segni evidenti di stanchezza,
l’uno per i colpi ricevuti… l’altro per i continui attacchi portati, pur
senza esiti visibili. Un conteggio arbitrale nel corso dell’incontro per l’atleta
croato, che mostra evidentissimi segni di spossatezza. Poi giustamente, l’arbitro
interrompe il match per superiorità tecnica.
Vince per RSC alla terza
ripresa: Franco Gunnar.
Avvio di confronto piacevole con
buone tecniche da ambo le parti… ma nessuna tecnica specifica di thai.
Sorprendentemente entrambi gli atleti si fermano alla distanza e svolgono
prevalentemente un incontro di kick Boxing. Stanic è molto più
saltellante e Mirko appare molto più statico ma estremamente più
efficace.
Sono soprattutto le sue tecniche
pugilistiche a fare la differenza nel confronto. Poi finalmente si
inizia a lavorare anche alla distanza ravvicinata nel clinch, in cui sembra che
solo Mirko sappia destreggiarsi.
In generale un incontro
tecnicamente piacevole, ma appare forse deludente agli spettatori dal palato
più fine e appassionati di thai, per la mancanza di tecniche specifiche della
thai boxe.
Vince meritatamente il
confronto: Mirko Cappellato.
Match molto interessante anche
questo, tra un campione già affermato come Stefano Stradella ed un nuovo
emergente della categoria, come Fabrizio Donato. Più alto Fabrizio, ha un modo
di combattere “particolare” e con tecniche di calcio molto caricate.
Ma sono proprio questi
caricamenti che lo rendono prevedibile al più smaliziato Stradella, il quale
ogni volta lo contra con precise ed efficaci tecniche di pugno. E’ infatti
Donato, che inizia a dare il tempo al confronto, cercando continuamente l’avversario.
Ma Stradella non è un novellino e sfrutta sapientemente tutta l’intraprendenza
mostrata dal più giovane e inesperto Fabrizio. Questo sente forse la superiore
personalità avversaria ed i suoi attacchi spesso, non sono per niente efficaci.
Sono moltissime infatti le volte che questo cade a terra dopo l’attacco di
calcio.
Nel secondo round un preciso
gancio al fegato centra Donato che cade a terra e perde il paradenti. Nel
proseguo del confronto, indubbiamente le tecniche più spettacolari sono quelle
di Fabrizio, ma certamente Stefano mostra che le sue sono più precise ed
efficaci. Sulla fine dell’incontro, Donato Fabrizio mostra di aver capito
quale sia la sua migliore strategia per attuare, diverse volte infatti riesce ad
avere la meglio sugli scontri sfruttando il suo maggiore allungo pugilistico e
arretrando sulla chiusura di Stradella. Ma la maggiore esperienza di quest’ultimo
fa trovare all’atleta milanese la maniera per ovviare all’inconveniente.
Vince l’incontro ai punti:
Stefano Stradella. Peccato per il siciliano, che ha mostrato di aver molte
potenzialità, ma che ancora acerbo di esperienza, non trova il modo per
sfruttarle appieno.
Borgomeo Lorenzo ha ultimamente
cambiato categoria di peso… e dai
75 kg
. di qualche anno fa, ha fatto registrare adesso i
98 kg
. e si accinge nelle intenzioni e programmi, ad entrare nei circuiti del famoso
k-1. Una delle prime prove da superare per lui, affrontare Igor Mereuta, un
coriaceo moldavo che vive e si allena in Italia. Primo round di studio per
entrambi, dove Lorenzo sembra stentare a trovare la giusta distanza e ritmo da
imprimere al combattimento.
Stranamente (per lui) si abbassa
pericolosamente con la testa sugli attacchi di pugno o nel clinch e rischia
pericolosamente in due occasioni una ginocchiata al viso. Nel secondo round, pur
continuando con lo strano e suo inusuale difetto, compie secondo noi un migliore
lavoro pugilistico e specialmente in uscita, sono proprio i suoi low kick che
iniziano a fare la differenza tra i due. Mereuta inizia ad essere più fermo
sulle gambe ed ora anche le tecniche pugilistiche di Lorenzo cominciano a
trovare dei varchi nella guardia avversaria.
Il moldavo è sempre più
stanco, mentre Lorenzo sembra continuare con la stessa intensità a macinare
colpi su colpi. Il termine della seconda ripresa vede Igor Mereuta completamente
spossato ed esaurito. Infatti non si presenta per disputare la terza.
Vince quindi per abbandono
all’inizio del terzo round: Lorenzo Borgomeo.
Le due fortissime atlete si
erano già incontrate al Kombatfestival di Genova l’anno passato ed al termine
di 5 intensissime riprese, non era stato possibile stabilire chi delle due fosse
la vincitrice, era stato quindi dato match pari, che però non aveva soddisfatto
nessuna delle due. Si era reso necessario quindi, riproporre una rivincita per
entrambe e mostrare così chi delle due fosse la migliore. Il match è partito
subito in quarta ed inoltre le tecniche espresse dalle sfidanti erano di
pregevole fattura tecnica. Ma anche per quanto riguarda la potenza ed efficacia
non hanno certo lasciato a desiderare.
Fin dal suono della prima
campanella infatti, abbiamo potuto assistere ad un round più acceso ed incerto
dell’altro fino al terzo di questi. E’ infatti dal penultimo che si è
iniziato a poter notare una piccola maggiore freschezza e linearità negli
schemi tecnici della greca. Ma questo non ha certo diminuito la caparbietà
della giapponese, che come una autentica kamikaze ha continuato ad andare avanti
come un treno e spesso mettendo in difficoltà l’avversaria e facendo temere o
sperare, per una fine anzitempo. Comunque anche
la Kalliopi
ha messo delle bellissime tecniche a suo vantaggio in questi ultimi due round e
persino in numero maggiore.
Le atlete finiscono
entrambe molto provate e felici per la conclusione ai punti, sicure entrambe di
aver disputato un bellissimo match. Ma vediamo adesso la recensione attenta di
ogni ripresa. Un primo round guardingo e prudente da ambo le parti, ha dato l’avvio
al match. La giapponese che cerca l’avversaria e la greca che arretra evita,
schiva e rientra. Un secondo round con la stessa coreografia tecnica, ma
con intensità ben maggiore ha iniziato ad infiammare il pubblico e gli angoli
naturalmente.
Finalmente inoltre si inizia a
lavorare anche nel clinch, dove per il momento sembrano equivalersi. Terzo round
stesso copione.. ma stavolta
la Kalliopi
mette a segno numerosi e precisi destri al mento… inoltre sfodera una boxe
precisa e virtuosa con dei montanti in uscita e con spostamenti a compasso,
degni di un vero campione di pugilato. Inoltre la giapponese è continuamente
all’attacco e spesso sembra perdere linearità alle azioni ed forse a volte
anche una piccola confusione negli schemi. Nel quarto round
la Nokiro
mostra una leggera stanchezza ed è facile preda della Kalliopi e dei suoi
efficaci rientri pugilistici. Nel clinch notiamo però, una leggera supremazia
della Noriko, che nonostante tutto continua imperterrita a cercare lo scontro
frontale.
Nell’ultimo round
la Noriko
sembra voler cambiare strategia e mette a segno delle belle ginocchiate alla
distanza, persino una saltata, ma deve poi fare i conti con la boxe avversaria
che appare sempre più incisiva, anche se apparentemente non sminuisce certo la
combattività di quest’altra Kamikaze giapponese. Anzi, sentendo forse che
stava perdendo si fa ancora più pressante il suo atteggiamento e sono
moltissimi i colpi che deve assorbire (pur senza fare una piega) prima di
riuscire a colpire a sua volta la sfuggente avversaria greca.
Vince giustamente ai punti:
Kalliopi Yaitsidou. Chiamato a premiare un incontro così acceso e bello:
Massimo Rizzoli. (pluricampione del mondo WAKO in diverse discipline da ring)
Famosissimo ormai Kaopom Lek,
aspettavamo tutti con il fiato sospeso il confronto delle due differenti scuole.
Il giapponese sembrava un avversario di tutto rispetto per cotanto campione, ma
l’incontro con gomiti ammessi, sembrava dare maggiori chance al tailandese che
notoriamente è un grande esperto di questa peculiarità. Il campione thai è
accompagnato come sempre dal suo manager in Italia Alessandro Gotti.
Questo, poco prima mi aveva
detto che il suo protetto veniva da un incontro molto duro con Tancrai, dove era
stato segnato in volto e questa volta non aveva assolutamente intenzione di
farsi far male in faccia… ed era intenzionato a finire nel più breve tempo
possibile l’incontro. Ormai i due sono sul ring ed avremmo visto di che cosa
sarebbe stato capace il campione thai. Solo Kaopom Lek esegue
la Ram Muay
, mentre Kobaiashi si limita ad osservare quello che di lì a poco sarebbe
divenuto il suo problema da risolvere…Un primo round di studio per entrambi e
qualche bella tecnica di calcio in cui si “provano e saggiano le tibie”…
qualche calcio alto, abilmente schivato da Kaopom Lek ed una prima gomitata a
segno per il campione thailandese. Il giapponese ci prova con una combinazione
pugilistica, ma Kaopom Lek lo chiude sapientemente in clinch.
Nel secondo round Kaopom Lek
parte immediatamente con una precisa gomitata destra “d’acchito” che
giunge a segno, poi lo afferra in clinch e lo proietta a terra. Kobayashi si
rialza sanguinate e subito il thai va a segno con un diretto sinistro… l’arbitro
ferma l’incontro e chiama il medico per far visionare la ferita. Troppo
pericoloso per continuare… e l’arbitro dichiara concluso il confronto.
Vince per ferita al 2° round:
Kaopom Lek.
Ionut
Iftimoaie è accompagnato all’angolo dal mitico Franz Haller, che adesso
gli fa da allenatore, sparring partner e da manager. Ultimamente lo ha portato a
combattere in diversi stati europei nei circuiti del K1 e gli “echi”
giuntici ci dicevano che aveva sempre riportato strepitose vittorie.
Eravamo tutti ansiosi di poter
vedere finalmente in azione Ionut Iftimoaie, dopo tutto quello che avevamo
sentito su di lui e questa era l’occasione propizia. Tuttavia l’avversario
non era certo alla sua altezza, e pur potendo tastare con mano tutta la sua
potenza ed efficacia nei colpi, la totale inesistenza di uno sfidante valido, ha
tolto molta spettacolarità ad un atleta che sicuramente meritava di più.
Da questo incontro si evince
comunque che le sue potenzialità sono altissime e non vediamo l’ora di
poterlo vedere in azione con un atleta degno di tale guerriero. Ionut parte fin
da subito come una furia. I suoi colpi sono caricatissimi ed il croato capisce
immediatamente in che razza di guaio si è andato a cacciare. Zoran prova a
replicare, ma negli scambi si scopre maggiormente e Ionut gli infila un paio di
destri che lo fanno vacillare. Le sue azioni si fanno sempre più scomposte e
frequentemente le azioni di Ionut lo fanno cadere prepotentemente a terra. Orami
è chiaro che non c’è match e che il livello tecnico dei due è
sproporzionato. Infatti dopo pochi altri scambi il croato getta la spugna e
dichiara la resa ad un avversario veramente irresistibile.
Vince l’incontro per
abbandono: Ionut Iftimoaie
Incontro-confronto di rivincita
molto atteso dal numeroso pubblico che si è trattenuto sino all’ultimo per
gustarsi il match… i due si erano già incontrati due anni fa proprio qui a
Padova, dove Itthipol (Kieo) conta un gran numero di fans ed estimatori. Nel
passato incontro, forse il thai, reduce da continue vittorie, aveva
sottovalutato troppo Sato, il quale invece, gli aveva portato via il titolo di
campione mondiale. In quell’evento infatti, Itthipol era apparso poco
preparato e forse anche a corto di fiato. Il confronto era infatti finito
anzitempo con un pauroso ko di pugno, alla terza ripresa. Il bravo e
simpaticissimo atleta thai, che vive e si allena a Viareggio da parecchi anni
ormai, si era ritirato dalle competizioni ripromettendosi di sfidare nuovamente
Sato, non appena le sue condizioni fisico-tecniche glielo avrebbero permesso.
Bene… come ripromessosi,
Kieo si è ristabilito completamente e volendo riaffrontare la sfida con il
giapponese, si è preparato al meglio. Ha fatto persino venire uno dei migliori
istruttori del Sityodtong boxing camp da Pattaya (Tee) per ultimare la sua
preparazione nel migliore dei modi e presentarsi al massimo della forma
possibile. Presente al suo angolo, persino il campione Yoddeccha (dello stesso
camp di Pattaya) momentaneamente ospite in Italia di una palestra pugliese ed
accorso per assistere alla prova dell’amico connazionale.
Solo Itthipol esegue
la Ram
Muay
e Sato lo osserva nelle aggraziate movenze… sa che stavolta si è preparato
bene e che non sarà per niente facile risolvere il problema ripropostoglisi.
Primo avvio infatti, molto prudente per entrambi, belle tecniche di calcio
prontamente bloccate da ambedue, ma sono i saettanti frontali alti del thai che
trovano una breccia nella guardia avversaria. Per contro, il giapponese mette
delle buone tecniche di pugno. Sato è molto più alto di Kieo e sfrutta a
meraviglia questa sua peculiarità fisica. Nel clinch sembra essere il thai ad
avere la meglio ed il round si conclude pressoché in parità. Nel proseguo
Ittihipol tenta di sorprendere spesse volte il lunghissimo avversario con dei
circolari alla testa, ma è troppo presto per ingannarlo ed i suoi guanti sono
sempre pronti a ripararlo.
Tuttavia sono ancora i frontali
alti del thai che costituiscono il maggior problema per Sato. Questo dal canto
suo, entra ancora frequentemente con sparute tecniche pugilistiche. Kieo
assorbe, e tenta spesso di contrarlo con il ginocchio, ma la differenza di
allungo, spesso non gli permette di trarne risultati significativi. Ancora nel
clinch sembra essere sempre il thai ad avere la meglio, ma la condotta arbitrale
non consente molto clinch e questo viene interrotto metodicamente dopo soli
pochi secondi. Peccato perché da questa distanza ci sembrava che Itthipol
avesse maggiori chance anche per l’uso delle gomitate, che non sembrano essere
il piatto forte di Sato. Kieo ci prova alla distanza di gomito, spesso anche di
incontro sui pugni avversari… ma evidentemente non sono neanche la sua
specialità a questa distanza.
Tuttavia il round ci
sembra a leggero favore del thai, pur consci che quelle tecniche pugilistiche
che giungono metodicamente a segno… non fanno presagire niente di buono. È
nel corso della terza ripresa infatti che il thai deve stringere i denti perché
subisce molte azioni pugilistiche del lungo avversario. Si difende chiudendosi
in clinch, ma l’arbitro ancora interrompe e fa riprendere alla distanza. Ogni
volta prima di riuscire a chiudere infatti, deve pagare il prezzo di almeno una
potente combinazione pugilistica. Una volta riuscito a chiudere il clinch però…
non può “riscuotere il premio” perché l’arbitro interrompe ancora e fa
riprendere alla distanza!
Non solo, ma questo ammonisce il
thai perché dice che colpisce la nuca avversaria con i gomiti, mentre questo si
chiude a riccio nel clinch. Quindi, il thai sembra finire in difficoltà
il round e forse persino in affanno. Nella quarta ripresa Itthipol parte
decisissimo e sembra riuscire a sovvertire l’andamento del match che prende
immediatamente una piega diversa per il primo minuto… lo colpisce, lo chiude
in clinch, lo proietta! Sato è in visibile difficoltà, Kieo lo chiude di
nuovo, il giapponese si chiude a riccio e pronte partono le gomitate del thai
sulla testa avversaria… ma ancora l’arbitro lo ferma ed ammonisce. Crediamo
personalmente che questa peculiarità arbitrale possa aver sovvertito e
determinato l’andamento del match in un senso anziché nell’altro.
Non vogliamo certo fare
polemiche sull’arbitraggio… tuttavia crediamo che forse, con una condotta
arbitrale diversa e più specifica per la muay thai… forse le cose avrebbero
potuto andare diversamente. Ma nessuna polemica… solo una sincera e dovuta
considerazione e personale commento riflessivo. Quindi dopo tutti questi stop
arbitrali poi, sono ancora i pugni di Sato che lo scuotono visibilmente e ne
interrompono la veemenza. Adesso Kieo è molto più lento ed il giapponese lo
evita con spostamenti indietro e laterali, senza però mancare di mettere forti
ganci sinistri. Quando il thai riesce finalmente a guadagnare il clinch è ormai
spossato e sono le gomitate di Sato che lo fanno crollare al tappeto. Ma forse
più per sfinimento fisico e psicologico che per il colpo in se stesso. E’ KO,
ma forse è più un ritiro ed una rinuncia alla impari lotta (dovuta anche agli
stop arbitrali) che un fuori combattimento vero e proprio.
Prontamente rimessosi per la
proclamazione del vincitore, il bravo Kieo si è complimentato sportivamente con
l’avversario. Poi, ancora sul ring, ha preso il microfono e rivolgendosi a
tutti i suoi fans si è scusato pubblicamente per non avercela fatta… Un
messaggio emozionante, una prova di grande modestia e umanità mostrata. Questo
a riprova che l’incontro non ha mai un solo vincitore, quando i due sfidanti
sono due veri guerrieri. La sua umana comunicazione ha acceso infatti molte
simpatie persino tra i sostenitori del suo avversario! Bravo Itthipol… e
grazie per la lezione. Questo a riprova che grandi campioni… lo si diventa si…
ma forse solo se prima lo si nasce e naturalmente solo se vi si viene anche
educati ad esserlo in ogni circostanza della vita… persino nella sconfitta
sportiva. Anzi forse… direi soprattutto! Di solito si dice che tutti
festeggiano con il campione, ma stavolta credo si brindi volentieri e
giustamente, anche con lo sconfitto… anche se non credo affatto
che questo sia Kieo o che lo si possa definire tale!
Si
spengono le luci su quella che si è dimostrata essere una ennesima serata
professionale di questi sport da ring, ma siamo certi che continuando con questo
“trend”… e pur essendo stata bellissima ed emozionante… le prossime non
ce la faranno certo rimpiangere. Tuttavia la dobbiamo archiviare (per alcuni dei
suoi match) come una tra le migliori dell’anno 2004.
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