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Muay Thai


PRESENTA:

thai boxe mondiale

ANCORA UNA BELLISSIMA MANIFESTAZIONE NEL VENETO A DISTANZA DI POCHISSIMO TEMPO DALLE ULTIME ORGANIZZATE IN ZONA. PROLIFICANO SEMPRE PIU’ I PROMOTER PROFESSIONALI NEL NORD ITALIA E QUASI GAREGGIANO AGONISTICAMENTE TRA LORO. IL PRIMO RISULTATO SCATURITONE E’ CHE ABBIAMO ADESSO, MANIFESTAZIONI SEMPRE PiU’ BELLE E CHE NON TARDERANNO A RENDERE ANCORA PIU’ GRANDI E CONOSCIUTI I NOSTRI SPORT, A TUTTI GLI ITALIANI!

Di: D.t. Giulio Socci

Proprio così… credo infatti che  non dobbiamo certo dolerci (di qualsiasi organizzazione facciamo parte) quando “gli altri” fanno delle così belle manifestazioni. Perché in ultimo, quello che ne esce sempre vincente da questi sforzi, negli scontri organizzativi dell’associazione di turno… è proprio e sempre il nostro sport! Poco conta quindi, quale sia l’egida federale sotto la quale si organizzi questo o quell’evento… la cosa importante è che questo sia organizzato professionalmente e che renda una degna e giusta immagine allo sport che presenta pubblicamente. Spesso mi dolgo quando, parlando con gli addetti ai lavori delle varie organizzazioni concorrenti a quella eventualmente di turno impegnata, mi accorgo come questi cerchino il “pelo nell’uovo” o si arrampichino sugli specchi, nel tentativo di sminuirne stupidamente la bontà. In fin dei conti si tratta sempre di organizzazioni diverse e con uomini diversi, con intendimenti e visioni sviluppanti lo sport, diverse le une dalle altre, ma tutti con un unico denominatore comune nelle intime intenzioni… il bene e la diffusione degli stessi sport!

Molto meglio, spererei in seguito, che ognuno esalti le qualità positive degli altri e cerchi poi eventualmente, di prenderne spunto e tentare di fare meglio… piuttosto che ognuno cerchi di sminuire o boicottare l’evento di tutti gli altri. Non è semplice comprendere ed agire nella realtà quotidiana secondo questo ragionamento (anche se a parole, sono sicuro, tutti concorderanno naturalmente con me). Ma come sempre noi per primi, se ne siamo profondamente convinti… lo diciamo! Del resto il nostro compito è proprio quello di rendervi partecipi ed informati su tutto quello che accade nel Paese a proposito del nostro ambiente e farlo boicottando alcuni eventi e dando invece risalto ad altri… sarebbe fallimentare sullo scopo principale della nostra nascita ed esistenza editoriale, facendo in ultima analisi, più male che bene per la comprensione esistenziale del nostro fenomeno sportivo. Il Veneto stesso… che fino a qualche anno fa sembrava impossibile svegliare dal torpore in cui sembrava essere caduto (con pur belle iniziative periodiche ed ottimi risultati, anche mondiali, nel semi e light contact) ed iniziarlo o migliorarlo negli sport da ring… Adesso sembrerebbe invece, essere divenuta una delle regioni più attive in questo genere di organizzazioni professionistiche. Naturalmente non possiamo dare il merito a nessuna opposta organizzazione in particolare, ma solo a tutti i loro tanti promoter che con estrema professionalità hanno ben lavorato ogni volta, per presentare con dignità i nostri sport da combattimento. Come sempre, sono le iniziative private che ottengono i migliori risultati e di cui prontamente noi, diamo ampio e meritato risalto. E’ la volta questa, di parlare di uno dei più grandi promoter della regione: il sig. Roberto Ravarro. Non certo nuovo a questo tipo di organizzazioni, opera nell’ambiente padovano già da diversi anni con molte manifestazioni al suo attivo e con sempre maggiori riscontri di gradimento. Anche la sua professionalità è andata migliorando con l’esperienza maturata e siamo arrivati adesso ad organizzazioni di eventi che, in quanto a professionalità organizzativa, non hanno niente da invidiare a nessun altro “grande” promoter che opera sul territorio italiano. Non possiamo quindi che esaltare la professionale organizzazione tecnica di tutta l’organizzazione logistica dell’evento. Buona la pubblicità, buono l’allestimento di contorno… luci, messa in opera ed effetti speciali che come sempre, enfatizzano ultimamente tutte le riunioni professionistiche a cui assistiamo e velocissimamente recensiamo.  Presenti molti sponsor e persino alcune grandi aziende, che sembra stiano osservando con interesse crescente lo spettacolare fenomeno kickboxistico. Presenti molte emittenti televisive locali e persino una troupe di Italia Uno, che  trasmetterà prossimamente la serata sulla propria emittente. Sembra che questi sport stiano vivendo un momento di metamorfosi e sfoggino continuamente abiti nuovi per la progressiva presentazione al grande pubblico nazionale. Questo crescente interesse ultimamente riscontrato, credo sia l’ultimo risultato degli sforzi di tutti i vari organizzatori professionali ,che ultimamente sembrerebbero essere nati o “maturati” nel Paese. Ottimo esempio dimostrativo della bontà del concetto precedentemente illustrato! Circa duemila gli spettatori accorsi per gustarsi la serata di Padova. Ma veniamo nello specifico con la recensione all’evento del sig. Roberto Ravarro, capo carismatico della società Maverick Gym.

Avevamo già letto sui vari siti internet che era arrivata in Italia per questa riunione, la fortissima equipe giapponese composta dal campione mondiale Yoshihiro Sato, Satoshi Kobayashi (campione del mondo ed allievo diretto del leggendario Toshio Fujiwara), Noriko-T ed Aky Gracier. Al seguito anche Toshi Naka, Mitsuru Miyata ed un giornalista inviato speciale per conto di alcune testate nazionali giapponesi. Tutti confermati quindi, i combattimenti del supergala previsto a Padova per sabato 27 novembre. Il M° Roberto Ravarro, organizzatore del mega-evento, propone a tutti gli intenditori alcune sfide veramente interessanti. Tra le più attese citiamo la grande rivincita fra Itthipol (Thailandia) e Sato (Giappone), titolo mondiale in palio, ed il confronto Kaopom Lek (Thailandia) vs Kobayashi (Giappone), entrambi i match con gomitate autorizzate! Grande interesse anche per la rivincita fra le due fortissime campionesse Kalliopi Yeitsidou (Grecia) e Noriko T (Giappone), già ammirate nello scorso febbraio al Kombatfestival di Genova, e per il confronto che vedrà la nostra Silvia Valicelli (Pro Fighting Bologna) incrociare i guantoni con la forte nipponica Aky Gracier. Ma le emozioni non finiranno qui, dato che il cartellone prevede parecchi altri match: tre combattimenti fra pesi supermassimi validi come selezione per OKTAGON e l'interessante confronto fra Stefano Stradella (Tonic-Mejiro Gym Milano) e Fabrizio Donato (Team Auditore Messina). Una serata del genere non poteva  essere persa da ilguerriero.it e per questo, una nostra squadra redazionale con  cronista e fotografo era presente fin dalle prime ore dei preparativi organizzativi. Ringraziamo pertanto il sig. Roberto Ravarro per averci benevolmente accolto come suoi ospiti e che ci ha messo nelle migliori condizioni per espletare il nostro lavoro giornalistico. Le luci si spengono leggermente in ritardo (ore 21,00) rispetto alla tabella di marcia, per consentire di terminare al pubblico, di confluire completamente e prendere posto sulle capienti tribune del palasport di S. Lazzaro. Speaker d’eccezione  Rinaldo Rinaldi, che ha presentato con enfasi ed aggettivi “roboanti” come sempre, tutta l’intera manifestazione. 


 

Più alto Kalezic, ma molto più mobile Gomiero, che manda a vuoto quasi tutte le pur mirabili tecniche dell’avversario nell’avvio dell’incontro. Poi finalmente si rompe ogni indugio ed il match prende l’avvio. Meglio impostato pugilisticamente Andrea, non manca di impegnare in varie occasioni il bosniaco, che tuttavia reagisce e rimane sempre pericoloso.

 

Sono specialmente i calci in linea alta che creano maggiori problemi all’atleta di casa, ma molto spesso i suoi guanti sono a proteggerlo dagli insidiosi colpi. Ottimi ed efficaci gli scambi pugilistici da entrambe le parti. Il match rimane acceso fino all’ultimo secondo e sebbene i due appaiano in affanno nell’ultima parte, si giocano il tutto per tutto nella boxe ravvicinata, ma senza che mai nessuno dei due riesca a far rimarcare nettamente la propria superiorità sull’avversario.

 

Il giudizio della terna arbitrale infatti… decreta incontro pari!


Primo round all’insegna delle belle azioni. Entrambi gli atleti sono infatti dei bravi tecnici, ma è ancora presto perché ognuno dei due possa sorprendere l’altro. Purtuttavia i molti calci in linea alta non mancano di far eccitare il pubblico. Ci sembra però che se i due si equivalgono alla lunga distanza, è nel clinch che Matteo Danieli mostra una maggiore conoscenza tecnica e malizia tattica.

 

Nel secondo round, il croato tenta nuovamente la tattica del precedente, rimanere alla lunga distanza e giocarsela con i calci. Ma l’italiano inizia un sapiente lavoro alle gambe che ne ferma la mobilità e poi lo chiude metodicamente in clinch dove la sua supremazia ormai conclamata, non manca di spegnere a poco a poco ogni vitalità avversaria.  Il croato finisce infatti in forte debito di ossigeno il round e non si presenterà al centro del ring per disputare il terzo…. Vince quindi Matteo Danieli, per abbandono al 3° round.

 


Grande match anche questo, cinque round uno più bello dell’altro con moltissime fasi alterne a favore dell’una e dell’altra. Bravissima la Vallicelli a “tenere a bada” e controllare magistralmente una atleta così determinata,  anche se (sulla carta) la Silvia è ben più esperta di lei. L’atleta bolognese infatti, ha circa quattro volte il numero dei suoi incontri e vanta ben 15 k.o. a proprio favore (più dei combattimenti totali della giapponese). Nel primo round appare subito chiaro il livello tecnico delle due contendenti e che sarà un match difficile per entrambe. Tuttavia notiamo fin da subito una migliore impostazione dell’italiana nel clinch ed inoltre questa, credo sia dotata di una potenza incredibile nei pugni (inconsueto per una donna). Ciononostante però, non sembra i pressionare affatto la Aki che “ribatte” continuamente.

 

Nel secondo round la giapponese parte all’attacco… ma la Vallicelli ci stupisce con mirabili tecniche di calcio d’incontro. Inoltre permane la sua supremazia nel clinch. Ormai la Aki gli tiene testa solo nella scherma pugilistica, dove non si dà mai per vinta… ma le tecniche della Silvia ci sembrano essere più efficaci. Però la determinazione della kamikaze, che continua imperterrita ad avanzare (pur avendo forse la peggio) sminuisce sicuramente la supremazia italiana.  

 

Nel terzo round la Vallicelli prova a sorprendere l’avversaria con un bellissimo hi kick ma la giapponese è ancora presente e blocca fortunatamente con i guanti. Lo scontro continua ad essere molto acceso e senza che nessuna delle due mostri segni di cedimento alcuno… ne fisico… e tanto meno psicologico!

 

Nel quarto round la Aki si scatena e tenta una rimonta, attacca a due mani di pugno, la Silvia arretra ma colpisce ripetutamente con ginocchiate d’incontro e middle in uscita. Ma la Aki non sembra risentire dei colpi avversari e continua metodicamente ad avanzare… è sempre lei infatti che cerca lo scontro ed è sempre lei che replica continuamente le azioni avversarie… persino quando queste entrano e anche quando sono visibilmente accusate.

 

 Nell’ultimo round la giapponese parte come un treno e spara combinazioni pugilistiche a due mani degne di un campione di boxe… la Vallicelli replica ogni volta… e forse anche più potente… ma la Aki sembra avere una resistenza lattacida maggiore  e le sue azioni durano un tempo più lungo. E’ uno scontro a viso aperto per tutte e due e sono molte le volte che la Silvia deve sapientemente chiudere in clinch per arginare la furia giapponese. Qui però la sua predominanza rimane intatta. La campanella di fine incontro le sorprende in una lotta accesa.

 

Il giudizio dell’incontro… vede le due atlete in trepida attesa. A noi era parso che forse la Vallicelli avesse fatto qualcosa di più… ma evidentemente non è bastato a fare la differenza… ed inoltre il fatto che la Aki abbia sempre avanzato ed ha finito forse in rimonta… credo abbia influenzato i giudici. Incontro pari! Comunque entrambe hanno dimostrato di essere delle vere guerriere, specialmente la Aki che ha saputo superare con il cuore, momenti difficilissimi.


Salta l’incontro con Gianluca Cherubini e si rimedia all’ultimo momento con un atleta croato. Frantone Gunnar è un vero gigante rispetto a lui. Lo supera di almeno 15cm in altezza e di circa una decina di kg. in peso corporeo. Inoltre la sua statuarietà cozza contro la pancetta avversaria.

  

Infatti fin dal primo round, sembra che l’avversario lo si potrebbe paragonare ad un torello per le tecniche di attacco a testa bassa… e ad una tartaruga per la completa copertura che assume poi nella posizione. Ma anche ad un punch-bool per le combinazioni pugilistiche che deve subire dall’avversario, più alto, più forte e più in forma. Round nettamente a favore di Gunnar, che tuttavia non mostra molta perizia nelle tecniche di ginocchio, con le quali aveva avuto più di una volta occasione, per chiudere anzitempo il match.

 

Secondo round fotocopia del primo ed oltretutto entrambi cominciano a mostrare segni evidenti di stanchezza, l’uno per i colpi ricevuti… l’altro per i continui attacchi portati, pur senza esiti visibili. Un conteggio arbitrale nel corso dell’incontro per l’atleta croato, che mostra evidentissimi segni di spossatezza. Poi giustamente, l’arbitro interrompe il match per superiorità tecnica.

 

Vince per RSC alla terza ripresa: Franco Gunnar.


Avvio di confronto piacevole con buone tecniche da ambo le parti… ma nessuna tecnica specifica di thai. Sorprendentemente entrambi gli atleti si fermano alla distanza e svolgono prevalentemente un incontro  di kick Boxing. Stanic è molto più saltellante e Mirko appare molto più statico ma estremamente più efficace. 

  

Sono soprattutto le sue tecniche pugilistiche a fare la differenza nel confronto.  Poi  finalmente si inizia a lavorare anche alla distanza ravvicinata nel clinch, in cui sembra che solo Mirko sappia destreggiarsi.

 

In generale un incontro tecnicamente piacevole, ma appare forse deludente agli spettatori dal palato più fine e appassionati di thai, per la mancanza di tecniche specifiche della thai boxe.

 

Vince meritatamente il confronto: Mirko Cappellato.


Match molto interessante anche questo, tra un campione già affermato come Stefano Stradella ed un nuovo emergente della categoria, come Fabrizio Donato. Più alto Fabrizio, ha un modo di combattere “particolare” e con tecniche di calcio molto caricate.

 

 Ma sono proprio questi caricamenti che lo rendono prevedibile al più smaliziato Stradella, il quale ogni volta lo contra con precise ed efficaci tecniche di pugno. E’ infatti Donato, che inizia a dare il tempo al confronto, cercando continuamente l’avversario. Ma Stradella non è un novellino e sfrutta sapientemente tutta l’intraprendenza mostrata dal più giovane e inesperto Fabrizio. Questo sente forse la superiore personalità avversaria ed i suoi attacchi spesso, non sono per niente efficaci. Sono moltissime infatti le volte che questo cade a terra dopo l’attacco di calcio. 

 

Nel secondo round un preciso gancio al fegato centra Donato che cade a terra e perde il paradenti. Nel proseguo del confronto, indubbiamente le tecniche più spettacolari sono quelle di Fabrizio, ma certamente Stefano mostra che le sue sono più precise ed efficaci. Sulla fine dell’incontro, Donato Fabrizio mostra di aver capito quale sia la sua migliore strategia per attuare, diverse volte infatti riesce ad avere la meglio sugli scontri sfruttando il suo maggiore allungo pugilistico e arretrando sulla chiusura di Stradella. Ma la maggiore esperienza di quest’ultimo fa trovare all’atleta milanese la maniera per ovviare all’inconveniente.

 

Vince l’incontro ai punti: Stefano Stradella. Peccato per il siciliano, che ha mostrato di aver molte potenzialità, ma che ancora acerbo di esperienza, non trova il modo per sfruttarle appieno.


Borgomeo Lorenzo ha ultimamente cambiato categoria di peso… e dai 75 kg . di qualche anno fa, ha fatto registrare adesso i 98 kg . e si accinge nelle intenzioni e programmi, ad entrare nei circuiti del famoso k-1. Una delle prime prove da superare per lui, affrontare Igor Mereuta, un coriaceo moldavo che vive e si allena in Italia. Primo round di studio per entrambi, dove Lorenzo sembra stentare a trovare la giusta distanza e ritmo da imprimere al combattimento.

 

Stranamente (per lui) si abbassa pericolosamente con la testa sugli attacchi di pugno o nel clinch e rischia pericolosamente in due occasioni una ginocchiata al viso. Nel secondo round, pur continuando con lo strano e suo inusuale difetto, compie secondo noi un migliore lavoro pugilistico e specialmente in uscita, sono proprio i suoi low kick che iniziano a fare la differenza tra i due. Mereuta inizia ad essere più fermo sulle gambe ed ora anche le tecniche pugilistiche di Lorenzo cominciano a trovare dei varchi nella guardia avversaria. 

 

Il moldavo è sempre più stanco, mentre Lorenzo sembra continuare con la stessa intensità a macinare colpi su colpi. Il termine della seconda ripresa vede Igor Mereuta completamente spossato ed esaurito. Infatti non si presenta per disputare la terza.

 

 Vince quindi per abbandono all’inizio del terzo round: Lorenzo Borgomeo.


Le due fortissime atlete si erano già incontrate al Kombatfestival di Genova l’anno passato ed al termine di 5 intensissime riprese, non era stato possibile stabilire chi delle due fosse la vincitrice, era stato quindi dato match pari, che però non aveva soddisfatto nessuna delle due. Si era reso necessario quindi, riproporre una rivincita per entrambe e mostrare così chi delle due fosse la migliore. Il match è partito subito in quarta ed inoltre le tecniche espresse dalle sfidanti erano di pregevole fattura tecnica. Ma anche per quanto riguarda la potenza ed efficacia non hanno certo lasciato a desiderare.

  

Fin dal suono della prima campanella infatti, abbiamo potuto assistere ad un round più acceso ed incerto dell’altro fino al terzo di questi. E’ infatti dal penultimo che si è iniziato a poter notare una piccola maggiore freschezza e linearità negli schemi tecnici della greca. Ma questo non ha certo diminuito la caparbietà della giapponese, che come una autentica kamikaze ha continuato ad andare avanti come un treno e spesso mettendo in difficoltà l’avversaria e facendo temere o sperare, per una fine anzitempo. Comunque anche la Kalliopi ha messo delle bellissime tecniche a suo vantaggio in questi ultimi due round e persino in numero maggiore.

 

 Le atlete finiscono entrambe molto provate e felici per la conclusione ai punti, sicure entrambe di aver disputato un bellissimo match. Ma vediamo adesso la recensione attenta di ogni ripresa. Un primo round guardingo e prudente da ambo le parti, ha dato l’avvio al match. La giapponese che cerca l’avversaria e la greca che arretra evita, schiva e rientra.  Un secondo round con la stessa coreografia tecnica, ma con intensità ben maggiore ha iniziato ad infiammare il pubblico e gli angoli naturalmente.

 

Finalmente inoltre si inizia a lavorare anche nel clinch, dove per il momento sembrano equivalersi. Terzo round stesso copione.. ma stavolta la Kalliopi mette a segno numerosi e precisi destri al mento… inoltre sfodera una boxe precisa e virtuosa con dei montanti in uscita e con spostamenti a compasso, degni di un vero campione di pugilato. Inoltre la giapponese è continuamente all’attacco e spesso sembra perdere linearità alle azioni ed forse a volte anche una piccola confusione negli schemi. Nel quarto round la Nokiro mostra una leggera stanchezza ed è facile preda della Kalliopi e dei suoi efficaci rientri pugilistici. Nel clinch notiamo però, una leggera supremazia della Noriko, che nonostante tutto continua imperterrita a cercare lo scontro frontale.

 

 Nell’ultimo round la Noriko sembra voler cambiare strategia e mette a segno delle belle ginocchiate alla distanza, persino una saltata, ma deve poi fare i conti con la boxe avversaria che appare sempre più incisiva, anche se apparentemente non sminuisce certo la combattività di quest’altra Kamikaze giapponese. Anzi, sentendo forse che stava perdendo si fa ancora più pressante il suo atteggiamento e sono moltissimi i colpi che deve assorbire (pur senza fare una piega) prima di riuscire a colpire a sua volta la sfuggente avversaria greca.

 

Vince giustamente ai punti: Kalliopi Yaitsidou. Chiamato a premiare un incontro così acceso e bello: Massimo Rizzoli. (pluricampione del mondo WAKO in diverse discipline da ring)


 

Famosissimo ormai Kaopom Lek, aspettavamo tutti con il fiato sospeso il confronto delle due differenti scuole. Il giapponese sembrava un avversario di tutto rispetto per cotanto campione, ma l’incontro con gomiti ammessi, sembrava dare maggiori chance al tailandese che notoriamente è un grande esperto di questa peculiarità. Il campione thai è accompagnato come sempre dal suo manager in Italia Alessandro Gotti.

 

Questo, poco prima mi aveva detto che il suo protetto veniva da un incontro molto duro con Tancrai, dove era stato segnato in volto e questa volta non aveva assolutamente intenzione di farsi far male in faccia… ed era intenzionato a finire nel più breve tempo possibile l’incontro. Ormai i due sono sul ring ed avremmo visto di che cosa sarebbe stato capace il campione thai. Solo Kaopom Lek esegue la Ram Muay , mentre Kobaiashi si limita ad osservare quello che di lì a poco sarebbe divenuto il suo problema da risolvere…Un primo round di studio per entrambi e qualche bella tecnica di calcio in cui si “provano e saggiano le tibie”… qualche calcio alto, abilmente schivato da Kaopom Lek ed una prima gomitata a segno per il campione thailandese. Il giapponese ci prova con una combinazione pugilistica, ma Kaopom Lek lo chiude sapientemente in clinch.

 

Nel secondo round Kaopom Lek parte immediatamente con una precisa gomitata destra “d’acchito” che giunge a segno, poi lo afferra in clinch e lo proietta a terra. Kobayashi si rialza sanguinate e subito il thai va a segno con un diretto sinistro… l’arbitro ferma l’incontro e chiama il medico per far visionare la ferita. Troppo pericoloso per continuare… e l’arbitro dichiara concluso il confronto.

  

Vince per ferita al 2° round: Kaopom Lek.


Ionut Iftimoaie è accompagnato all’angolo dal mitico Franz Haller, che adesso gli fa da allenatore, sparring partner e da manager. Ultimamente lo ha portato a combattere in diversi stati europei nei circuiti del K1 e gli “echi” giuntici ci dicevano che  aveva sempre riportato strepitose vittorie.

  

Eravamo tutti ansiosi di poter vedere finalmente in azione Ionut Iftimoaie, dopo tutto quello che avevamo sentito su di lui e questa era l’occasione propizia. Tuttavia l’avversario non era certo alla sua altezza, e pur potendo tastare con mano tutta la sua potenza ed efficacia nei colpi, la totale inesistenza di uno sfidante valido, ha tolto molta spettacolarità ad un atleta che sicuramente meritava di più.

 

Da questo incontro si evince comunque che le sue potenzialità sono altissime e non vediamo l’ora di poterlo vedere in azione con un atleta degno di tale guerriero. Ionut parte fin da subito come una furia. I suoi colpi sono caricatissimi ed il croato capisce immediatamente in che razza di guaio si è andato a cacciare. Zoran prova a replicare, ma negli scambi si scopre maggiormente e Ionut gli infila un paio di destri che lo fanno vacillare. Le sue azioni si fanno sempre più scomposte e frequentemente le azioni di Ionut lo fanno cadere prepotentemente a terra. Orami è chiaro che non c’è match e che il livello tecnico dei due è sproporzionato. Infatti dopo pochi altri scambi il croato getta la spugna e dichiara la resa ad un avversario veramente irresistibile.

 

Vince l’incontro per abbandono: Ionut Iftimoaie


Incontro-confronto di rivincita molto atteso dal numeroso pubblico che si è trattenuto sino all’ultimo per gustarsi il match… i due si erano già incontrati due anni fa proprio qui a Padova, dove Itthipol (Kieo) conta un gran numero di fans ed estimatori. Nel passato incontro, forse il thai, reduce da continue vittorie, aveva sottovalutato troppo Sato, il quale invece, gli aveva portato via il titolo di campione mondiale. In quell’evento infatti, Itthipol era apparso poco preparato e forse anche a corto di fiato. Il confronto era infatti finito anzitempo con un pauroso ko di pugno, alla terza ripresa. Il bravo e simpaticissimo atleta thai, che vive e si allena a Viareggio da parecchi anni ormai, si era ritirato dalle competizioni ripromettendosi di sfidare nuovamente Sato, non appena le sue condizioni fisico-tecniche glielo avrebbero permesso.

 

Bene… come ripromessosi,  Kieo si è ristabilito completamente e volendo riaffrontare la sfida con il giapponese, si è preparato al meglio. Ha fatto persino venire uno dei migliori istruttori del Sityodtong boxing camp da Pattaya (Tee) per ultimare la sua preparazione nel migliore dei modi e presentarsi al massimo della forma possibile. Presente al suo angolo, persino il campione Yoddeccha (dello stesso camp di Pattaya) momentaneamente ospite in Italia di una palestra pugliese ed accorso per assistere alla prova dell’amico connazionale.

 

Solo Itthipol esegue la Ram Muay e Sato lo osserva nelle aggraziate movenze… sa che stavolta si è preparato bene e che non sarà per niente facile risolvere il problema ripropostoglisi. Primo avvio infatti, molto prudente per entrambi, belle tecniche di calcio prontamente bloccate da ambedue, ma sono i saettanti frontali alti del thai che trovano una breccia nella guardia avversaria. Per contro, il giapponese mette delle buone tecniche di pugno. Sato è molto più alto di Kieo e sfrutta a meraviglia questa sua peculiarità fisica. Nel clinch sembra essere il thai ad avere la meglio ed il round si conclude pressoché in parità. Nel proseguo Ittihipol tenta di sorprendere spesse volte il lunghissimo avversario con dei circolari alla testa, ma è troppo presto per ingannarlo ed i suoi guanti sono sempre pronti a ripararlo.

 

Tuttavia sono ancora i frontali alti del thai che costituiscono il maggior problema per Sato. Questo dal canto suo, entra ancora frequentemente con sparute tecniche pugilistiche. Kieo assorbe, e tenta spesso di contrarlo con il ginocchio, ma la differenza di allungo, spesso non gli permette di trarne risultati significativi. Ancora nel clinch sembra essere sempre il thai ad avere la meglio, ma la condotta arbitrale non consente molto clinch e questo viene interrotto metodicamente dopo soli pochi secondi. Peccato perché da questa distanza ci sembrava che Itthipol avesse maggiori chance anche per l’uso delle gomitate, che non sembrano essere il piatto forte di Sato. Kieo ci prova alla distanza di gomito, spesso anche di incontro sui pugni avversari… ma evidentemente non sono neanche la sua specialità a questa distanza.

 

 Tuttavia il round ci sembra a leggero favore del thai, pur consci che quelle tecniche pugilistiche che giungono metodicamente a segno… non fanno presagire niente di buono. È nel corso della terza ripresa infatti che il thai deve stringere i denti perché subisce molte azioni pugilistiche del lungo avversario. Si difende chiudendosi in clinch, ma l’arbitro ancora interrompe e fa riprendere alla distanza. Ogni volta prima di riuscire a chiudere infatti, deve pagare il prezzo di almeno una potente combinazione pugilistica. Una volta riuscito a chiudere il clinch però… non può “riscuotere il premio” perché l’arbitro interrompe ancora e fa riprendere alla distanza!

 

Non solo, ma questo ammonisce il thai perché dice che colpisce la nuca avversaria con i gomiti, mentre questo si chiude a riccio nel clinch. Quindi,  il thai sembra finire in difficoltà il round e forse persino in affanno. Nella quarta ripresa Itthipol parte decisissimo e sembra riuscire a sovvertire l’andamento del match che prende immediatamente una piega diversa per il primo minuto… lo colpisce, lo chiude in clinch, lo proietta! Sato è in visibile difficoltà, Kieo lo chiude di nuovo, il giapponese si chiude a riccio e pronte partono le gomitate del thai sulla testa avversaria… ma ancora l’arbitro lo ferma ed ammonisce. Crediamo personalmente che questa peculiarità arbitrale possa aver sovvertito e determinato l’andamento del match in un senso anziché nell’altro.

 

 Non vogliamo certo fare polemiche sull’arbitraggio… tuttavia crediamo che forse, con una condotta arbitrale diversa e più specifica per la muay thai… forse le cose avrebbero potuto andare diversamente. Ma nessuna polemica… solo una sincera e dovuta considerazione e personale commento riflessivo. Quindi dopo tutti questi stop arbitrali poi, sono ancora i pugni di Sato che lo scuotono visibilmente e ne interrompono la veemenza. Adesso Kieo è molto più lento ed il giapponese lo evita con spostamenti indietro e laterali, senza però mancare di mettere forti ganci sinistri. Quando il thai riesce finalmente a guadagnare il clinch è ormai spossato e sono le gomitate di Sato che lo fanno crollare al tappeto. Ma forse più per sfinimento fisico e psicologico che per il colpo in se stesso. E’ KO, ma forse è più un ritiro ed una rinuncia alla impari lotta (dovuta anche agli stop arbitrali) che un fuori combattimento vero e proprio.

 

Prontamente rimessosi per la proclamazione del vincitore, il bravo Kieo si è complimentato sportivamente con l’avversario. Poi, ancora sul ring, ha preso il microfono e rivolgendosi a tutti i suoi fans si è scusato pubblicamente per non avercela fatta… Un messaggio emozionante, una prova di grande modestia e umanità mostrata. Questo a riprova che l’incontro non ha mai un solo vincitore, quando i due sfidanti sono due veri guerrieri. La sua umana comunicazione ha acceso infatti molte simpatie persino tra i sostenitori del suo avversario! Bravo Itthipol… e grazie per la lezione. Questo a riprova che grandi campioni… lo si diventa si… ma forse solo se prima lo si nasce e naturalmente solo se vi si viene anche educati ad esserlo in ogni circostanza della vita… persino nella sconfitta sportiva. Anzi forse… direi soprattutto! Di solito si dice che tutti festeggiano con il campione, ma stavolta credo si brindi volentieri e giustamente, anche con lo sconfitto…  anche se  non credo affatto che questo sia Kieo o che lo si possa definire tale!

Si spengono le luci su quella che si è dimostrata essere una ennesima serata professionale di questi sport da ring, ma siamo certi che continuando con questo “trend”… e pur essendo stata bellissima ed emozionante… le prossime non ce la faranno certo rimpiangere. Tuttavia la dobbiamo archiviare (per alcuni dei suoi match) come una tra le migliori dell’anno 2004.


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