KICK
BOXING SUPERSTAR
Di: Roberto Fragale
Il cartellone era uno di quelli “ghiotti”, ma talmente
ghiotto… da indurre qualcuno ad aspettarsi una sicura mancanza, addirittura
della metà dei grandi nomi promessi. Ormai il pubblico italiano è abituato e
vorrei dire quasi, “rassegnato” a “defaiance” del genere e l’edizione
da poco passata di OKTAGON… aveva lasciato dell’amaro in bocca ai più “raffinati”
ed esperti. Ma chi nonostante tutto, ha avuto fiducia nella macchina
organizzativa FIKEDA (sotto la cui egida ormai militano le società
organizzatrici: “Doria” e “Università of Fighting” di Milano) ha potuto
gustare completamente l’intero cartellone prospettato! Tutto secondo copione
quindi… per tutti i 13 match promessi dal gigantesco manifesto affisso in
tutta la città, compreso l’orario di inizio serata al glorioso “Palalido di
Milano” (quasi un santuario battesimale per la kick boxing italiana).
Allestimento da grandi serate naturalmente… con luci laser, fumi, musiche,
presentatori radiofonici, bellissime ragazze ring e riprese televisive a cura
della RAI.
Due incontri per neofiti professionisti… e si entra nel
vivo della lunga serata:
Si inizia con Niro Giovanni (Fight Gym Grosseto, ma
formatosi alla scuola siciliana di Samperi Mauro) in un incontro di kick boxing
opposto a Felice Taranto.
Si
notava subito una netta superiorità tecnica dell’atleta della scuderia
toscana, che unita ad una maggiore esplosività, ha portato al KO di Felice
Taranto in seguito ad un ennesimo e potente low kick, nel corso della seconda
ripresa. (KO body.)
E’ la volta di una atleta milanese, Laura Tavecchio
(University of Fighting Milano) opposta a Emanuela Pantani (Fight Gym Grosseto).
La toscana, dopo un avvio di ripresa che ha fatto capire alla Tavecchio quanto
gli si richiedesse di mostrare tutto il suo valore, ha dovuto subire una
maggiore precisione pugilistica della milanese che l’ha fatta contare dall’arbitro
centrale, sia nella prima che nella seconda ripresa. Nel corso del terzo round,
in seguito ad un ennesimo conteggio dell’arbitro centrale sig. Brivio Flavio,
il getto dell’asciugamano (ABB.) da parte del coach toscano ha messo fine ad
un confronto dall’esito ormai scontato,anche se iniziato in maniera incerta.
Iniziano i confronti internazionali: Angelo Valente (Doria
Milano) dovrà vedersela con Chanchar (Slovenia) in un match di Kick boxing 5 X
2. Gli sloveni sono atleti molto coriacei, duri, estrosi e imprevedibili… non
hanno una tecnica sopraffina, ma questo ChanChar (avendolo visto e arbitrato
spesso a Trieste) non faceva presagire niente di facile o semplice e scontato.
Il bravo Valente ha sfoggiato subito una scuola pugilistica migliore ed una
maggiore preparazione e tenuta fisica. Lo sloveno dopo un duro e feroce avvio…
ha subìto i migliori schemi avversari ma, mai domo, ha rappresentato un
pericolo concreto per il milanese fino all’ultimo round. Proprio quando ormai
sembrava distrutto anche moralmente, i suoi high kick “traditori” ed
improvvisi, hanno tenuto vivo l’incontro fino all’ultimo istante. Confronto
vinto meritatamente ai punti (P) dal bravo Valente (Doria Milano).
Primo incontro del “Gran prix Kick Boxing Superstar”:
Il “gran prix” (incontri a torneo tra professionisti)
è un appuntamento fisso della ormai famosa edizione milanese. La formula sembra
soddisfare molto il pubblico, che arriva ad assistere alla finale con maggior
enfasi e coinvolgimento emotivo, avendo avuto modo di vederli precedentemente
all’opera ed aver così scelto il proprio beniamino per cui tifare… o
scommettere amichevolmente col vicino di poltroncina! Questo gran prix poi
prometteva incontri emozionanti ed avvincenti dal risultato a sorpresa… (come
infatti poi è stato).
La
prima semifinale vedeva di fronte il Greco Papadopulos, opposto al tailandese
Changpeuk del Sith Polek Camp di Pattaya (portato dal promoter internazionale
Harry Gorian). Il tailandese (a detta del presentatore) vantava un recod
veramente “incredibile”: 348 combattimenti, 279 vinti, di cui 119 per ko!
Campione del Lumpini, Campione del Rajadamner, pluricampione del mondo di Muay
Thai….. Ora non voglio neppure pensare alla malafede degli organizzatori
(sarebbero stati stupidi!) sicuramente si saranno fidati di quello che gli ha
detto il suo accompagnatore… ma mi azzarderei a dire che ciò è veramente “IMPOSSIBILE”!
Siamo ormai talmente abituati a vedere un campione del mondo in qualsiasi
tailandese si affacci in Italia… altrimenti non lo consideriamo un tailandese
vero… che deve esserci stata una specie di “inflazione”! Non conoscevo
questo atleta… (poco male… non posso mica conoscere tutti i campioni
taialandesi, mi sono detto… ) per questo l’ho chiesto a “Poo” (Surachai
Sakkoed) l’istruttore thai che ho al momento nella mia
palestra di Pisa. Anche lui, pur provenendo dalla stessa città tailandese,
non lo conosceva. Allora mi sono messo a fare 2 conti… ammettendo che abbia
iniziato a combattere molto presto… diciamo a 10 anni… un incontro al mese…
12 incontri l’anno (salvo infortuni e interruzioni)… per fare 348 incontri
avrebbe avuto bisogno di circa 30 anni… quindi o l’atleta ha 40 anni…
oppure ha molti meno incontri! Naturalmente la sua tecnica per noi, non aveva
niente da invidiare a quella di un campione, ma è l’ora che gli amanti e
appassionati della Muay Thai si diano “una svegliata”! Comunque in
questo tipo di combattimenti i thai sono molto svantaggiati perché il clinch
non è consentito che per pochi secondi… e le azioni di ginocchio prontamente
stoppate nei momenti migliori e potenzialmente “concludenti”… non saprei,
se per volere degli organizzatori, o per inesperienza dell’arbitro. Tre round
di vero fuoco tra Papadopulos e Changpeuk, dove il greco si mostrava migliore
nella pugilistica e all’altezza dell’avversario nella distanza dei calci…
ma continuamente salvato dallo stop arbitrale al momento dei colpi di ginocchia.
Tre round veramente equilibrati dove Changpeuk vinceva giustamente ai punti (P)
proprio per un miglior uso delle ginocchia nei brevi attimi concessigli, di
clinch.
La seconda semi-finale del gran prix vedeva di fronte il
marocchino Mohamed Kalifa ed il parigino Frederic Peroni, Campione europeo WAKO.
Due scuole a confronto… uno spettacolo attraente, con varie ed alterne vicende
a favore di entrambi. Si aggiudica l’incontro ai punti (P) ed a pieno
titolo il francese, che dovrà vedersela in chiusura di serata con Changpeuk.
Già partono i primi e azzardati pronostici con la bevuta in “palio”.
Daniel Stipanovich (Slovenia) contro Salvatore Ciconte (Doria
Milano) in un incontro di Kick Boxing 5X2. Lo sloveno dalle chiara impostazione
di Muay Thai ha dei problemi nel limitarsi ai colpi e tecniche consentite.
Spesso sposta l’incontro nella “bagarre” ma il bravo Ciconte non lascia
scomporre la sua “mirabile” tecnica pugilistica, con la quale ad ogni
ripresa obbliga l’arbitro a procedere al conteggio dello sloveno. L’incontro
infatti termina al terzo conteggio alla terza ripresa e vede il milanese
vincere (R.S.C.) senza dubbi di sorta e contro un avversario di “difficile
inquadramento”.
Emiliano
Sforza (Fight Gym Grosseto) contro Paoli Lorenzo (University of Fighting Milano)
Kick Boxing 5X2. Un incontro entusiasmante fin dalle prime battute a causa dell’equivalente
livello tecnico e massima determinazione dei due opponenti, una prima ripresa
accesa ed incerta… sicuramente pari, ci prepara a gustarci il proseguo dell’incontro.
Ma è proprio nel corso del secondo round (fotocopia del primo) che entrambi gli
atleti, nella foga di uno scambio pugilistico, portano la testa troppo in avanti
e… si scontrano! Due belle teste dure… lo scontro provoca un taglio ad
entrambi gli atleti ed il medico si divide tra i due angoli. Entrambi gli atleti
non sono in grado di continuare l’incontro, le ferite non sono pericolosissime…
ma sanguinano abbondantemente, è meglio interrompere. Si và ai punti…
richiedendo ai giudici di compilare anche il punteggio del secondo round.
Incontro… pari! (N) Niente da eccepire, nessuno dei due infatti aveva mostrato
per il momento di superare l’altro in qualsiasi aspetto… ma và detto anche
che l’incontro era appena iniziato e per questo forse, il verdetto più
corretto sarebbe stato quello di (NC) incontro nullo.
Peter
Kalebich (montenegrino che vive negli States) campione USA di Thai Boxing contro
Stefano Stradella (Doria Milano) campione del mondo WAKO di Thai Boxing. La
scuola statunitense non è certo una “cima” nella Thai Boxing, infatti
la tecnica dello stesso non evidenzia una particolare conoscenza di questa,
anche se per quanto riguarda il resto, mostra di avere tutte le carte in regola
per incontrarsi con il milanese. Ma le tecniche di questo (trovo che sia molto
migliorato nelle tecniche di ginocchia alla distanza e ben combinate con la sua
ottima boxe) sono più complete e adeguate al tipo di combattimento che si
disputava. Stefano non ha un grande potenziale per il KO e sembra non ricercarlo
neanche, ma le sue tecniche fanno puntualmente notare ad ogni ripresa la sua
superiorità. Vince allo scadere dell’ultimo secondo (P) ai punti: Stradella
Stefano.
Il secondo tailandese promesso dal manifesto è Vanlop (Sith
Polek Camp Pattaya) detentore del titolo “King Of The ring” della
categoria. Dovrà vedersela nientepopodimenoche… con il fortissimo
Zambidis. Per chi lo ha potuto ammirare in combattimento non c’è bisogno di
presentazioni. Una vera macchina da combattimento. Sempre avanti e non dà
tregua, buoni calci ma attenzione… pugilistica veramente ottima e… pugni al
fulmicotone! Titolo in palio per una maggiore suspence. Come se ce ne fosse
stato bisogno… erano infatti in molti che venuti appositamente per questo
confronto speravano non fosse “saltato” come solitamente avviene per i
confronti di richiamo. Questa volta non sono stati delusi e lo hanno potuto
gustare in tutta la sua incertezza previsionale. Io un pronostico (poi
rivelatosi esatto) lo avevo azzardato, infatti l’incontro non era di Muay Thai,
ma di Kick Boxing. Sebbene
Harry Gorian mi avesse informato che Vanlop in Tailandia combatte anche nel
pugilato… credevo proprio che l’esplosività del greco si sarebbe fatta
sentire sul piatto della bilancia ed avrebbe sicuramente, prudentemente inibito
il Thai. Inoltre và detto che i tailandesi per disguidi e problemi di visto,
erano arrivati solo nel corso della mattinata dello stesso giorno della gara…
e anche in virtù di questo avevo azzardato la mia previsione… Il fisico
compatto e potente di Zambidis ha retto egregiamente alle formidabili “bordate”
(middle kick)di Vanlop, ma i suoi pugni lo hanno atterrato per ben due volte ed
ha costretto il thai a subire l’onta del conteggio arbitrale. Bravissimo
Vanlop a trincerarsi in una condotta di gara prudente e che gli ha consentito di
portare a termine le tre riprese previste, ma che non gli ha certo permesso di
aggiudicarsi il confronto. Vince infatti ai punti (P) Zambidis ed è
proprio lo stesso Vanlop (mostrando una sportività da vero campione) che cinge
la vita del greco con la sua cintura di “King Of The Ring” da lui portata
sul ring prima dell’inizio incontro. Và detto però che la specialità era
diversa da quella in cui è abituato a misurarsi il thai, così come per la
durata dell’incontro… comunque questo è quanto e non spetta certo a me
trarre delle conclusioni assolutistiche.
Un altro incontro per il quale valeva la pena venire era
quello di Aureliane Duarte (ancora ce lo ricordiamo nel confronto con il nostro
sfortunato ma bravissimo Lorenzo Borgomeo)
Il francese tornava sul ring dopo uno stop forzato di 6
mesi a causa della rottura di un tendine tibiale ed era tanta la curiosità di
vedere se fosse tornato quello di un tempo.
Il
suo avversario era il finlandese Frederic Rosemberg, in un incontro di thai
boxing. Fermorestando che Rosemberg è qull’atleta che i più informati
conoscono… possiamo dire che Aureliane Duarte è tornato quello che tutti
conoscevamo e ci aspettavamo. Forse nel suo match di rientro era oltretutto
determinato a farlo notare o meglio sarebbe dire: “affermare”! Il Finlandese
infatti non è stato in grado di arginare gli attacchi del transalpino che si è
persino esibito in tecniche di ginocchio saltate. Vince il confronto Duarte, per
KO al 2° round. Per la prossima volta vorrei consigliare gli organizzatori di
concedere la rivincita al nostro connazionale Lorenzo Borgomeo, che fino al
momento dello stop per ferita al 2° round, aveva mostrato di impegnare molto,
il notissimo campione francese.
A questo punto non rimane che gustarsi la finale del gran
prix.
Il francese Frederic Peroni (Campione europeo WAKO in
carica, di thai boxing) conto l’altro finalista tailandese: Changpeuk (con
quel record veramente incredibile). Il rumoroso pubblico mostrava palesemente e
senza ombra di dubbio, di essersi fatto emozionalmente “prendere” dalla
formula del torneo. Si poteva distintamente udire dai vicini di poltrona i vari
pronostici e le motivazioni degli stessi, vari, articolati e talvolta persino
assurdi, ma che mostravano evidenziandola, la bontà e la funzionalità di
questa formula.
Pronostico molto difficile in cui nench’io avrei saputo
rispondere, tutto dipendeva dalla condotta del direttore di gara… se avresse
fatto continuare il “clinch attivo” o lo avesse interrotto dopo la prima
ginocchiata. In effetti questo non ha avuto molto spazio ed ha fatto pendere l’ago
della bilancia nei confronti del francese che aveva una migliore pugilistica.
Incontro comunque molto equilibrato e denso di colpi di scena e capovolgimenti
situazionali su entrambi i fronti. Vince ai punti (P) Frederic Peroni alla fine
della 3° ripresa.
Questa era una bellissima e ghiotta opportunità per fare
interviste ai molti campioni presenti nella serata… ma avevo fretta di
riportare Poo a “nanna”… aveva avuto una giornata molto dura… ed una
ancora più dura lo aspettava all’indomani.
Nel primo pomeriggio eravamo a Fidenza per uno stage dall’
amico Marco Magliano e alla fine di questo, abbiamo pensato bene di proseguire
per assistere alla keemess milanese. Durante il viaggio una telefonata del
promoter Alessandro Gotti mi informa che Kaopong Lek non aveva più l’avversario
per la sera dopo, al “Venice fighting” e che non riuscendo a trovare nessuno
che volesse combatterci… mi chiedeva se Poo lo avrebbe fatto… Il thai che
pesa 57 kg. (kaopong 66 kg.) ma che non vedeva l’ora di combattere in Italia
per aggiudicarsi una delle nostre (per lui favolose) borse… sapete che mi ha
risposto?
< Roberto… con Kaopong lek non so se vincerò
domani> Anch’io pensavo questo… ma se bastava così poco per renderlo
felice… perché negarglielo?
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