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DISPUTATI GLI EUROPEI WAKO A LISBONA NELLE SPECIALITA’ DEL SEMI CONTACT, FULL CONTACT, AERO/KICKBOXING E FORME MUSICALI. GLI AZZURRI CONQUISTANO 4 BRONZI, 6 ARGENTI E… BEN 11 MEDAGLIE D’ORO! LA FORTE COMPAGINE ITALIANA SI COLLOCA AL 3° POSTO NEL MEDAGLIERE ASSOLUTO PER NAZIONI, DIETRO A RUSSIA ED UNGHERIA. CE NE PARLA IL PRESIDENTE FIKB ENNIO FALSONI. 

Europei  Wako  di Lisbona

SIAMO UNA STELLA DI PRIMA GRANDEZZA. Nella conquista di ori, dietro soli alla Russia su 31 nazioni presenti. Un campionato record per la Wako. Straordinaria prova di Gregorio Di Leo  nel semi contact.

Di: Ennio Falsoni

Si sa, nello sport come nella vita, le prove non finiscono mai. Non ci si può permettere il lusso di vincere o di arrivare a  qualcosa che subito sei rimesso in gioco.

Basta un errore, una sbadataggine, e sei sfottuto. Ti mettono in discussione, sempre. Ovviamente ciò significa che sei sempre sulla corda, ossia non puoi mai rilassarti più di tanto. Figuriamoci poi se puoi permetterti il lusso di snobbare qualcuno. Come ti scappa l’occhio, sei fulminato, in gara come nel business.

L’Italia, nella fattispecie, si è sempre ben comportata nelle competizioni internazionali  di kickboxing. Siamo una  federazione  modernamente diretta e funzionante e che, con i suoi alti e bassi ovviamente, ha sempre finito al massimo tra le prime dieci nazioni al mondo. Dare un’occhiata ai risultati ufficiali per credere. Ebbene, ai mondiali WAKO di Agadir , nel Settembre 2005, l’Italia finì al terzo posto per nazioni ( fin troppo su, disse qualcuno) ed era logico che  dagli Europei del 2006 venissero le prove del nove della nostra maturità tecnica ed organizzativa. E i risultati ci hanno dato ragione ancora una volta.

Pensate che siamo finiti ancora terzi! Ma dietro  all’inarrivabile Russia  e ad un solo punto dall’agguerritissima Ungheria (seconda) . Nella Wako, si danno 3 punti per una medaglia d’oro, 2 per quella d’argento e 1 solo punto per il bronzo. L’Ungheria ci è finita davanti grazie alle sue 12 medaglie di bronzo (contro 4 dell’Italia), alle 6 d’argento (contro le nostre 2)  ma nel computo degli ori, sarebbe indietro e di molto, avendo l’Italia conquistato ben 11 ori contro i 7 della compagine pannonica.

SEMI CONTACT: Meravigliosi i nostri azzurri nel semi contact , ben guidati al solito dai tecnici Gianfranco Rizzi e Emanuele Bozzolani.

Mi ha impressionato enormemente l’impresa di un giovane azzurro, dotato mirabilmente di una grande tecnica e di una straordinaria determinazione. Parlo del palermitano Gregorio Di Leo, soprannominato “Grillo” per la velocità dei suoi blitz che sembrano balzi, come quelli di un grillo appunto. Laureando in Psicologia all’Università di Padova,   Leo è sulla breccia da diversi anni. Ha affinato la sua tecnica e le sue strategie in gara viaggiando moltissimo (anche in Canada e   negli USA, dove è stato qualche mese anche per studio), e non perdendosi una gara importante che è una in tutta Europa. Già pluricampione del mondo e d’Europa (oltre che d’Italia), Grillo è stato straordinario perché…ha dato cappotto a tutti i suoi avversari a Lisbona! Che significa? Significa che lui ha vinto dando almeno 10 punti di scarto ai suoi avversari, quindi finendo sempre anzitempo gli incontri!

Credo sia un record, anche se  è difficile dirlo con certezza perché  non esistono statistiche in tal senso. Ma avendo visto tutti i suoi incontri e avendo a disposizione i risultati ufficiali, ecco che è saltato fuori questa incredibile performance. Tanto più incredibile se si pensa che è stata in una delle categorie più difficili e affollate di tutti i tornei: i 69 chili! Il match finale poi , deve avere avuto per lui un sapore particolare. In questa specialità, c’è un club ungherese (di cui devo già aver parlato) che si sta mettendo  particolarmente in luce  , quello di Istvan Karoly. In questo club ci sono due giovanissimi, di manco 20 anni, che stanno imperversando in tutte e competizioni. Ebbene Grillo ha rifilato 10 punti di scarto a quello che ritenevano il più forte dei due, Krisztian Jaroszkewicz .

L’altro – Viktor Hirsch -  (nei 63 chili) è stato battuto – pure lui -, da un altro campione nostrano di Piacenza, allievo di Gianfranco Rizzi: Adriano Passaro che ha compiuto una rimonta al cardiopalma.Indietro di ben 4 punti alla fine della  prima ripresa, Adriano ha tirato con la testa e col cuore e punto dopo punto, è riuscito a piazzare la zampata del leone  quasi allo scadere del tempo. Per Viktor, che mulina la gamba avanti  meglio di Nureyev, uno smacco terribile!

Perentoria, mai stata in discussione invece, la vittoria di formidabile giovane  siciliana, Chiara Leonardi (65 chili) della Tao Fitness di  Giarre (Catania).

Così come quella del veterano di mille battaglie ormai, Marco Culiersi che ha letteralmente dominato tutti i suoi avversari com’è solito fare nei supermassimi.

Una vittoria invece che ha coinvolto tutta la compagine azzurra è stata quella di Andrea Ongaro nei -94 chili. Andrea è un grande innamorato di questo sport che pratica direi con preparazione maniacale , professionale. A 41 anni, del resto,   per gareggiare a questi livelli hai proprio bisogno di tutte le conoscenze che le moderne tecniche di preparazione  ti mettono a disposizione. Non aveva mai vinto un titolo europeo Wako, nonostante siano anni che ci prova. Ebbene, dopo aver rischiato di uscire al primo turno contro l’austriaco Rupert Gritsch ( si sa, nei primi turni si è più tesi e in quello stato tutto ti è più difficile), Onagro ha cominciato a credrci nella vittoria finale e ad essere più disinvolto, più volitivo e combattivo – E ha così compiuto l’impresa della sua vita, battendo poi in semifinale il croato Pero Gazilj e in finale l’ostico irlandese Colin O’Shuaghnessey. Onore dunque al vecchio combattente, per questo suggello a una carriera comunque ricca di soddisfazioni!

In questa specialità, un po’ di delusione è venuta da Domenico De Marco e da  Neri Stella, due atleti su cui puntavamo e che in passato avevano vinto tutto o quasi quello che c’era da vincere, ma che per questioni psicologiche, per quella sopra di blocco che ti viene in gara e per motivi puramente psichici, non si sono espressi come sanno e sono finiti fuori anzitempo. Peccato.

Molto buona invece la prova del veneto  Marco Tiozzo negli 84 chili dove ha perso per soli 2 punti di scarto(23 a 25) contro quel autentico fuoriclasse che è l’ungherese Dancso Zoltan dopo tre riprese tiratissime ed equilibrate, come lo dice anche il risultato.

FULL CONTACT: Dal semi, passo subito al full contact. E qui devo aprire una parentesi speciale per celebrare il tecnico degli azzurri Donato Milano. Pensate che il giorno prima della partenza, scivolando da una scala, si era rotto ulna e radio del braccio destro!

Ingessato e con la mano gonfia, sapendo che Massimo Liberati, l’altro tecnico, non avrebbe potuto venire a Lisbona per gravi motivi famigliari, Donato ha preso comunque l’aereo, dando prova di una serietà professionale e di un attaccamento alla squadra davvero rimarchevoli. Standing ovation per lui.

Nel full, dopo un avvio disastroso per alcuni nostri azzurri maschi  , tutti fuori al primo turno chi per infortunio, chi perché nettamente battuto dagli avversari (tanto che temevo una vera e propria debacle per questa specialità),  ecco che ho cominciato a sperare osservando il cammino del piemontese Ivan Sciolla, uno scricciolo di soli 51 chili, ma  in possesso di grandi doti di combattente, di  un temperamento eccezionale e una tecnica che si è affinata alla scuola di Silvano Cosentino. Si è imposto autorevolmente nei primi turni e in finale ha battuto un rissosissimo turco, tal  Ramazan Ballioglu, per la prima volta nel nostro torneo, perché proveniente   dalle fila della Iaksa che è confluita recentemente nella Wako.

Unico maschio a tenere alta la bandiera.

Ci hanno pensato poi le ragazze a tirarci su il morale. La catanese Valeria Calabrese, allenata da Riccardo Wagner, nei 48 chili ha battuto nettamente tutte le avversarie ancora una volta. Solo in finale era parsa un po’ confusa nella prima ripresa nella quale si era lasciata ingarbugliare da una  rissosa portoghese, molto forte fisicamente, ma anche molto scomposta. Nella seconda e terza, ha ripresa a combattere d’incontro, dove eccelle, e trovato il bandolo della matassa, ha vinto com’era giusto che fosse.

La bergamasca Chiara  Mandelli , allenata da Paolo Agazzi,  ha cominciato a farmi sperare nell’oro dopo che in semifinale, eliminate nell’ordine l’irlandese Marsha Halpin e la portoghese Joana Rodrigues, aveva compiuto il miracolo di battere ai punti la russa Vera Adveeva , campione del mondo in carica (oro a Szeged), proprio l’atleta che in Ungheria l’aveva messa fuori e per KOT! A quel punto, il metallo pregiato non poteva sfuggirci. E così è stato. In finale  si è trovata di fronte l’austriaca Nicole Trimmelt, molto tecnica e ben impostata, ma che è stata superata dalla maggior potenza e determinazione della bergamasca.

 

Ha invece mancato l’oro la toscana    LETIZIA Bitozzi, ma ha trovato sulla sua strada in finale la Polacca Monika Florek (anche pugile professionista) che l’ha veramente chiusa.

Ottimi   poi i risultati sia nelle forme musicali  che, soprattutto, nell’aero-kickboxing.

FORME MUSICALI: Dacché il veneto Alberto Leonardi si sta occupando del settore, trovo che ci sia un crescente  interesse nella specialità che attira sempre più proseliti. Lo stesso   Leopardi è finito al terzo posto nelle forme “soft”, ma   è stato un po’ penalizzato pèr aver inserito   ben 5 acrobazie nella sua performance quando il regolamento invece ne prevede solo 3. Ma è stato un malinteso, perché pensava che le due eseguite nella presentazione, non fossero conteggiate. Invece i giudici tengono conto di tutto ciò che fai dal momento stesso in cui metti dentro il primo piede sulla materassina.

AERO/KICKBOXING: Nell’aero-kickboxing, Franco Liberati lavora bene e ha prodotto  un Daniele De Santis che ha dominato nelle prove maschili sia nella prova con  step che senza. E’ mancata un po’  Laura Fiori nella prova individuale. Un po’ troppo lenta ancorché ritmica, pur eseguendo pregevoli tecniche di calcio. Nella   prova femminile a squadre infine, sfiorato l’oro per un soffio, che a mio giudizio meritavamo tutto. Ma sarà per la prossima volta.

Da segnalare che a questi Europei , dove per la prima volta sono venute le squadre ufficiali di Austria e Turchia, dapprima nella Iaksa, si sono avuti la cifra record di partecipanti, ben 560 in rappresentanza di 31 paesi. Niente male davvero.

Ed ora, tutti gli occhi sono puntati  a Skopje (Macedonia) per la seconda e ultima parte di questi Campionati d’Europa che vedranno impegnate le squadre di light contact, low-kick e di thai-kick.Sono certo che sui ring e sui tatami, anche lì farà caldo.     


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